Capovolgere le gerarchie: la Roma viene prima di tutto
Tiene banco il futuro di Juric, ma la partita di oggi è fondamentale. Obbligatorio arrivare alla sosta con 3 punti: l'attuale classifica è allarmante
Senza memoria non c’è futuro, certo. Ma se si perde di vista l’oggi, il domani tende a sfuggire di mano. Nemmeno rendendosene conto, che è un po’ quello che sta capitando alla Roma delle ultime settimane. Riflettori puntati su Juric almeno dal disastro fiorentino in poi, con qualche incursione sul caso Hummels e a giorni alterni su Pellegrini, Dybala e compagni. A seconda della contingenza. Mentre si attende il ritorno dei Friedkin a Roma come nemmeno quello dei sequel o prequel dei kolossal di un tempo. Ma Hollywood è lontana e anche se rappresenta molto di più casa dei presidenti rispetto a Trigoria, all’horror cui sono costretti ad assistere i romanisti da quel triste giorno di settembre va messa la parola fine. Che il regista di un nuovo genere possa essere Mancini o chi per lui, è secondario. Almeno per oggi.
Oggi gioca la Roma. L’appuntamento che negli ultimi tre anni ha fatto mobilitare sessantamila e più tifosi senza eccezioni è già stato abbondantemente svilito. Lo certificano fischi, contestazioni, la fine dei sold out che parevano infiniti e una distanza mai così ampia fra squadra e pubblico. Ora è il momento di rimboccarsi le maniche, dare fondo all’orgoglio (sempre che ne sia rimasto) e cercare di conquistare i tre punti. Almeno per tirarsi fuori dalle secche attuali e non restare impantanati in tutte e due le settimane di sosta in un guado pericolosissimo. La classifica è sempre più ridotta verso il basso. La zona coppe allo stato attuale è pressoché un miraggio, e perfino quella che si sta disputando regala ben pochi sogni di gloria. Armarsi di sano realismo è l’unica soluzione per scacciare via i fantasmi. Anche perché il trittico di impegni successivo alle due settimane di pausa per le nazionali non induce all’ottimismo: Napoli, Londra col Tottenham, poi Atalanta in casa.
Senza andare troppo oltre con elucubrazioni e calendario, è tempo di pensare alla stretta attualità. La gara contro il Bologna non si presenta facile per mille ragioni: da quelle ambientali a quelle psicologiche e tecniche (avversari in piena ripresa, giallorossi ai minimi stagionali). Eppure la ricerca dei tre punti è obbligatoria, poi da domani si potrà tirare la famosa riga e sciogliere (si spera) ogni altra riserva, a partire da quella riguardante la panchina. Che i proprietari trovino o meno il tempo di tornare nella Capitale. Che deleghino a fiduciari, amici o che scelgano finalmente almeno un dirigente. Da domani ci sarà tempo e modo per pensarci. Ma oggi gioca la Roma. Qualcuno ci pensi.
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