All'orario di una volta per ritrovare la Roma: c'è il Bologna all'Olimpico
L’ultima prima della sosta si gioca questo pomeriggio. Juric resta in bilico. L’ultimo atto d’accusa del tecnico croato stimola solidarietà
Arriva l’aereo, non arriva più, arriva Mancini, macché non arriva nessuno, ma sì il contatto è di ieri, no, è della scorsa settimana, no, non è stato neanche contattato. E, intanto, oggi gioca la Roma. Sì perché qui c’è chi dimentica che a poco a poco la Roma rischia di disperdere oltre alla sua credibilità (a questo, purtroppo, hanno già pensato i Friedkin quando hanno messo alla porta De Rossi) anche posizioni fondamentali da difendere in campionato. Se la lotta per andare in Europa si giocherà sul filo dei punti, le decisioni e le non decisioni di oggi si rifletteranno sulla classifica di maggio e, di conseguenza, sulle prossime stagioni. Al momento la Roma è fuori da tutto, dai posti che contano in campionato a quelli che contano in Europa, quella stessa Roma che negli ultimi tre anni, se non si contano le big d’Europa che hanno conquistato la Champions, è stata sicuramente la squadra che maggiormente ha dato lustro ai tornei continentali. L’indecisionismo dei Friedkin delle ultime settimane unito al folle decisionismo dell’ultimo anno e mezzo (in ordine di importanza: l’assunzione di Ghisolfi al posto di Pinto, l’assunzione di Souloukou, l’esonero di Mourinho e quello di De Rossi) hanno sfibrato l’anima della società e depauperato il patrimonio calcistico così faticosamente messo insieme da chi alla Roma ha voluto bene davvero. Chi invece l’ha trattata come uno zerbino per lustrarsi magari le scarpe per spiccare il volo verso chissà quale altra meta più agognata, ne ha tradito l’essenza e non merita oggi alcuna solidarietà.
Diverso è Juric, il suo pragmatismo slavo fa simpatia, sollecita corde di sensibilità che ti spingono a tendergli la mano per solidarietà umana nonostante il disastro tecnico e tattico sotto gli occhi di tutti. Ieri l’ennesimo grido di allarme del tecnico croato, un pesantissimo atto di accusa nei confronti dei giocatori, al diavolo il chiarimento che avrebbe dovuto pulire l’aria dopo Firenze, al diavolo la diplomazia. Juric non ha intenzione di fare alcun passo indietro, «semmai sarebbero gli altri a doverne fare», e tra “gli altri” c’è sicuramente qualche giocatore che oggi magari non sarà schierato in campo dal primo minuto, in una formazione complicata da indovinare tra scelte tecniche, umane e gestione dei doloretti.
I bookmakers riconoscono alla Roma un discreto vantaggio: la vittoria dei giallorossi è quotata 2,10, quella del Bologna 3,60. Che Italiano sia un ottimo tecnico non è più neanche una questione da discutere, il suo Bologna ha faticato a ritrovarsi nel passaggio di gestione, ma adesso sembra perfettamente calibrato sugli impegni che gli si parano davanti, tra Champions e campionato sempre partite onorate al massimo livello. La Roma di Firenze e di Bruxelles avrebbe pochissime chances di portare a casa un risultato utile. Si gioca alle 15, l’orario di una volta, al quale i tifosi non sono neanche più abituati, con il pranzo sullo stomaco e i nervi a fior di pelle. Il più sereno sembra Juric, sa di avere il destino segnato, ma non è una questione che riguarda lui. A dimettersi non ci pensa neanche lontanamente, se domani vorranno cacciarlo non dovranno far altro che comunicarglielo, senza ovviamente dimenticare di mandare ogni mese il ricchissimo bonifico previsto dal contratto fino a giugno 2025. Chi prenderà il suo posto è tutto da vedere. Forse Mancini è stato contattato, forse no. Avanti un altro, il circo non chiude qui.
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