Juric ha il destino segnato
L’avventura romanista del tecnico al capolinea. Friedkin in arrivo, e la candidatura di Mancini prende quota
Di nuovo in cabina di pilotaggio. In senso reale e metaforico. Dan Friedkin si rimette al comando del suo jet privato, stavolta con destinazione Roma. Meta agognata in primo luogo dai tifosi, pervasi da un senso di abbandono che negli ultimi mesi ha raggiunto vette mai sfiorate prima. E quando il presidente si mette in movimento verso la Capitale, è il preludio a qualche scossone. Soprattutto in tempi recenti, nei quali i proprietari sono stati avvistati in mezzo mondo, tranne dove più conta per i romanisti.
Facile immaginare che a farne le spese sia Ivan Juric, ormai arrivato al capolinea della sua esperienza in giallorosso. La debacle di Firenze aveva già fatto intuire che il tecnico croato avesse i giorni contati a Trigoria. La successiva sconfitta rimediata a Verona, dopo lo striminzito successo casalingo con il Torino nel turno infrasettimanale, ha segnato una strada senza ritorno. Se non fosse bastata per convincere i vertici del club dell’urgenza del cambio di rotta, è arrivata anche la desolante prestazione di Bruxelles contro il modesto Union Saint-Gilloise. A quel punto è stato chiaro anche ai più ostinati che non si può più proseguire con l’ex allenatore del Torino. La sua stessa mimica facciale nell’ultimo post-partita lasciava trapelare totale mancanza di fiducia e un epilogo ormai prossimo. A prescindere dal risultato di domani. Soltanto questione di tempo. Dettato da un calendario più asfittico che mai in questa fase, ma che concederà una sosta di due settimane da lunedì. E quale migliore occasione per la svolta tecnica?
Dopo la pausa la Roma sarà chiamata ad affrontare in rapida sequenza Napoli, Tottenham e Atalanta, le prime due in trasferta peraltro. Un trittico mica da ridere già in assoluto, ancora di più con le due classifiche (di campionato e coppa) che già languono. Se nelle ultime settimane era trapelato dall’estero il nome di Lampard per la panchina, in queste ore sta prendendo quota la candidatura di Roberto Mancini. L’ex ct azzurro pare aver risolto le proprie pendenze con la federazione araba (indiscrezione confermato anche dal suo amico Adani nella trasmissione su Twich) e ha voglia di rimettersi in gioco. Mentre ai Friedkin è ormai chiaro che c’è necessità di un nome di alto livello per la panchina, per salvare il salvabile di una stagione ampiamente compromessa. Così come per rimettere in moto un entusiasmo più che sopito da queste parti, fin dal giorno della scellerata decisione che ha portato all’esonero di De Rossi.
Il tutto mentre ancora si aspetta un Ceo e almeno un dirigente “di campo”. La gestione vacante è stata affidata a Ed Shipley, amico fraterno di Dan e pilota come lui, figura opposta rispetto a quella algida di Lina Souloukou, ma all’asciutto o quasi di nozioni calcistiche. Probabile che la proprietà abbia in serbo anche un innesto nei quadri dirigenziali dunque. E mentre Roma è in attesa di novità sostanziali, la squadra prepara la sfida di domani col Bologna in un clima surreale. Recuperando almeno Ndicka. Fra tante indiscrezioni, la migliore notizia di questi tempi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA