L’umiliante notte di Mats: il caso Hummels lascia basito lo spogliatoio
Dall'esclusione alla reazione della squadra fino al gesto da leader al termine della sfida: la surreale notte del difensore tedesco
Si era presentato con un palmares da far invidia a ogni giocatore presente a Trigoria. Per sua stessa ammissione aveva avuto bisogno di tempo per riprendersi dalla delusione della finale di Champions League persa a Wembley. Ma sarebbe stato cosa di poco tempo, qualche allenamento a buon livello e avrebbe iniziato a dare il suo contributo alla Roma. Di tempo ne è passato, di occasioni potenziali ce ne sono state eppure, eccezion fatta per la ventina di minuti concessa a Firenze con tanto di sfortunatissimo autogol, di Hummels in questa disastrata Roma di Juric non c’è assolutamente spazio per Mats Hummels. E il punto più basso, che possiamo definire senza dubbio umiliante, è sta fuor di dubbio la notte del Re Baldovino di Bruxelles.
I giallorossi sono partiti alla volta del Belgio senza Ndicka (messo ko da un virus influenzale) e Hermoso (ancora alle prese con qualche noia muscolare). Il tedesco, più per logica che per convinzione, era convinto di poter vestire la maglia della Roma per la prima volta da titolare. Ma il primo sinistro segnale era arrivato dalla conferenza stampa di Juric alla vigilia della sfida, nella pancia dell’impianto belga:: «Hummels? Non ho ancora deciso». Per il livello dell’avversario, per un pretattica davvero fuori contesto e per le poche alternative a disposizione è sembrato chiaro da subito che qualcosa non tornasse. Ma le probabili avevano dato retta più alla logica che alla dialettica di Juric. Partendo dal presupposto che il croato lo considerasse il rincalzo di Ndicka e quindi, con l’ivoriano fuori dai giochi, la scelta sarebbe ricaduta su di lui. E invece.
La sorpresa di questa decisione ha spiazzato anche la squadra, qualcuno si è anche girato all’indirizzo del difensore tedesco, apparso impassibile, come se lo aspettasse. Il feeling con Juric non è mai scattato, ma la squadra ne riconosce una leadership silenziosa, i ragazzi più vicini cercando di raccogliere ogni sua indicazione, Mancini ha ammesso che lo ammira da molto tempo, da quando era al bar con gli amici e lui giocava e vinceva in Champions League, una sorta di «Professore». L’ex Borussia Dortmund ha quindi incassato l’ennesima esclusione, ma il comportamento è stato irreprensibile.
Ha svolto il torello con il sorriso sulle labbra insieme ai panchinari, si è poi regolarmente riscaldato nel secondo tempo, forse per combattere anche il freddo calato sul Re Baldovino. E alla fine della sfida, come vi abbiamo già anticipato. Il tedesco è stato il primo a dirigersi verso il settore ospiti giallorosso, lui che non ha avuto finora la minima incidenza sulla stagione della Roma. Ma sa leggere il calcio, le sue fasi e le sfumature, sapendo dare l’esempio pur senza scendere in campo. Testa alta, petto in fuori e dritto verso i tifosi romanisti. Con il Bologna si va verso un’altra esclusione e in Germania sono certi che diverse squadra in Bundesliga farebbero carte false per riportarlo in patria. Ma forse non è stata ancora scritta la parola «fine» a questa vicenda. Se Juric dovesse saltare, difficilmente potrebbe arrivare in grado di non considerare una preziosa risorsa il valore e l’esperienza di Mats. Per il momento all’inferno, sperando di attraversare il purgatorio per poi trovare il Paradiso. Da non confondere con quello di Juric, che così tanto celestiale non sembra alla fin dei conti.
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