Le scelte comunicative di Juric: finora è più “il buono” che “il terribile”
Prima della Dinamo Kiev sembrava esserci stato il ritorno del "sergente di ferro". Ma dopo la disfatta di Firenze tutto si è ripristinato. Oggi alle 12 parla in conferenza stampa
Quale versione di Juric aspettarsi oggi in conferenza stampa alle ore 12 al Fulvio Bernardini? Ci avevano avvisato: «Vi divertirete», «Darà spettacolo», ma ancora niente di tutto questo ha fatto ancora vedere il tecnico giallorosso sulla panchina della Roma. Si è visto all’opera più il “buono” che il “terribile”, vista la totale mancanza di una comunicazione così tanto “scostumata” che è mancata clamorosamente in queste ultime settimane, fatta eccezione solo ed unicamente per le dichiarazioni alla vigilia della sfida di Europa League contro la Dinamo Kiev.
«Basta scuse o alibi, è da deboli. Qui manca la mentalità vincente» e poi ancora «Abbiamo fatto male. Ci vuole carattere per uscire da questo momento. Noi dobbiamo arrivare alla partita e mangiarli. Voglio cattiveria. Secondo me questa squadra crescerà. È una situazione di totale mer** e possono ancora risalire, ma devono avere una fame allucinante, devono diventare delle bestie».
Trigoria sembrava dunque, dopo giornate veramente difficili, tornata ad essere forse più l’inferno che il paradiso, a testimoniarlo il ritorno del sergente di ferro almeno a mezzo stampa. Ma dopo la disfatta di Firenze domenica sera tutto è sembrato ripristinato. Tiepido, svuotato e quasi disorientato, Juric si è presentato ai microfoni di Dazn senza quel fuoco vivo dentro: «Abbiamo sbagliato tutto nel gioco e nell'atteggiamento. Venivamo da prestazioni solide e buone. Ci sono rimasto male, non ho visto concentrazione». Dichiarazioni che meglio si sposano con quelle scelte comunicative che con grande sorpresa di tutti erano state attuate dal 18 settembre e che si erano anche confermate dopo la sconfitta contro l’Inter. L’unico ed ultimo lampo era arrivato sempre nel post-partita contro gli ucraini poco prima di congedarsi dallo studio: «Io penso che nei primi 40 giorni si è fatto un gran lavoro, buttato oggi nel cesso. I giovani stavano crescendo, i vecchi stavano tornando sul loro livello» poi nuovamente un’inversione di rotta «Esonero? Le brutte partite capitano, sapete come è il calcio ma io continuo a lavorare».
Nulla di così sconvolgente dopo un 5-1 arrivato in quel modo, ma la previsione è stata azzeccata visto che oggi sarà proprio lui a svolgere la consueta conferenza stampa di rito prima di Roma-Torino. In quale “modalità” si presenterà però alla stampa dobbiamo ancora scoprirlo. Ma forse ora il vero rischio è che, visto che le scelte di campo non stanno convincendo, riproporre la scelta del “positivismo comunicativo” rischierebbe di fargli perdere anche credibilità.
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