AS Roma

Roma avanti con Juric, per ora

A Trigoria si naviga a vista. Il croato ieri in campo con la squadra, dopo lo scontro del Franchi

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Simone Valdarchi - Andrea Di Carlo
29 Ottobre 2024 - 06:30

A Trigoria si naviga a vista tentando, più che altro, di non affondare. Già, perché arrivati neanche alla fine di ottobre, la stagione sembra già da «buttare al cesso», il degno frutto di una serie di scelte incomprensibili, dal mercato al frettoloso cambio in panchina con la cacciata di De Rossi a favorire l’ingresso di Juric. E proprio la panchina del croato, in queste ore, pare più traballante che mai, dopo l’umiliazione incassata dalla sua Roma contro la Fiorentina, in un Franchi mezzo deserto, tra l’assenza quasi totale del settore ospiti e i lavori che hanno portato alla chiusura della Fiesole.

Ci vuole un fisico bestiale

Una caduta, rovinosa, arrivata a pochi giorni dalla richiesta pubblica da parte di Ivan Juric, espressa in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Dinamo Kiev, di vedere un cambio di atteggiamento da parte della squadra, accusata di non avere mentalità vincente, con il croato ad augurarsi delle «bestie» in campo. Ecco, se la risposta della squadra è da ricercare nella non prestazione in Toscana, il quadro della situazione è piuttosto chiaro. A renderlo ancor più evidente, e preoccupante, sono i racconti che arrivano direttamente dalla pancia dell’Artemio Franchi sull’intervallo bollente nello spogliatoio della Roma. E da lì, per fare cronaca, occorre ripartire. La Fiorentina è in vantaggio per 3 a 1 e Juric ha già richiamato in panchina - intorno al 30’ e sul 2 a 0 - Cristante e Angeliño, mandando in campo al loro posto Koné e Zalewski. A Ivan non basta e, durante i 15 minuti di pausa, decide di togliere anche Mancini, ammonito e graziato dal doppio giallo da Sozza per un fallo su Kean. Il confronto squadra-tecnico all’intervallo però si accende, vola qualche parola di troppo in uno scontro che -  per fortuna e grazie anche all’intervento di alcuni giocatori a dividere i litiganti - non si trasforma anche in fisico.

La Roma torna in campo. Cristante e Mancini no, i due seguono il resto della disfatta senza raggiungere i compagni in panchina. Al centro del terreno di gioco, Pellegrini chiama tutti a rapporto, chiede un secondo tempo degno da parte di tutti, ma poi ci pensano l’ex Bove, il rosso di Hermoso e l’autogol di Hummels a completare il misfatto. Dopo i tre fischi, benedetti, di Sozza, va in scena un altro colloquio tra Ivan Juric e la squadra, lungo, tanto da ritardare di parecchio le interviste del tecnico e di Pellegrini alle tv prima e in conferenza stampa poi. Parole, quelle del capitano, che denotano ancor di più, non che ce ne fosse il bisogno, la distanza tra lo spogliatoio e l’allenatore, così come tra la visione di Lorenzo e le scelte di una società vuota, silente e lontana.


La sfiducia a tempo

In questo clima surreale, la Roma è tornata a lavorare ieri a Trigoria. L’allenamento, inizialmente previsto per le 12, è stato fatto slittare alle 14. I giocatori sono stati divisi in gruppi, come sempre durante le sedute di scarico, con un lavoro defaticante in palestra per chi era sceso - si fa per dire - in campo a Firenze. Dunque, apparentemente, nessuno scossone. Juric a dirigere l’allenamento, chi ne cura gli interessi a confermarlo come allenatore della Roma, almeno fino a giovedì per la sfida casalinga al Torino, sua ultima squadra prima della parentesi capitolina. Al netto delle smentite di circostanza, l’esonero del tecnico croato è il primo punto all’ordine del giorno dei colloqui, a distanza per il momento, che Ghisolfi sta portando avanti con i Friedkin. Qualora Dan e Ryan volessero ripetersi nel loro modus operandi, Juric potrebbe essere sollevato dall’incarico già stamattina, due giorni dopo l’ultima partita, come accaduto con Mourinho prima e De Rossi poi, collezionando così il terzo cambio in panchina da metà gennaio ad oggi.

La sensazione, netta, è che la permanenza di Juric non sia una strada percorribile, in attesa che anche dall’altra parte dell’Atlantico o su qualche campo da golf se ne rendano conto. A ieri sera però non risultavano ancora riallacciati i contatti con De Rossi, sotto contratto fino al 2027. Daniele è a New York in vacanza ma, se richiamato, tornerebbe senza esitazioni, con più forza rispetto a quest’estate e senza la dirigente che ne ha determinato la cacciata. Lui sarebbe la scelta più sensata, evitando lo stipendio di un terzo allenatore - e staff - da iscrivere  a libro paga, ma vorrebbe anche dire un mea culpa fragoroso da parte dei Friedkin, che non hanno contattato nel frattempo né Ranieri né Allegri - nomi circolati nella giornata di ieri. L’allenamento a Trigoria è fissato alle 15, resta da capire chi lo dirigerà.

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