La Sud ama, la Roma vince. Il sold out all'Olimpico è solo teorico

È solamente amore ed unità per noi. In uno Stadio Olimpico pieno soltanto per il botteghino - 61.621 paganti, sold out i settori riservati ai romanisti - la Roma torna a vincere, smuove una classifica che s’era fatta preoccupante in Europa League e fa il primo passo alla ricerca del feeling perduto con il suo pubblico. A dire il vero, la Curva Sud di sostenere la squadra non aveva mai smesso, neanche nel mese di contestazione - diretta soprattutto alla proprietà e alla dirigenza - che ha toccato le partite casalinghe contro Udinese, Athletic Club, Venezia e Inter. Non quella di ieri sera, quando nella Capitale è arrivata la Dinamo Kiev regolata dal connazionale Dovbyk e accompagnata da circa 50 tifosi ucraini, la prima dall’esonero di De Rossi senza sciopero del tifo e con il settore già pieno dall’inizio della partita.

Per assurdo, gli strascichi della protesta si sono vissuti non nella Sud, ma negli altri settori. Da lì sono arrivati i fischi a Zalewski e - più timidi - a Juric alla lettura delle formazioni e quelli a Cristante e Pellegrini al momento dei rispettivi ingressi in campo. A silenziarli, quelli sul capitano, ci ha pensato la Curva più bella del mondo, con gli applausi. Gli stessi Lorenzo e Bryan erano stati difesi, nel prepartita, da uno striscione apparso in Tevere: «Passa il tempo cambia la gente, noi dalla parte di Lollo (Pellegrini, ndr) e Cristante». Insomma, umori contrastanti, in un Olimpico con più vuoti del solito - dei 61mila paganti, “solo” 55mila circa i presenti. Per il resto, la gara trascorre in una ritrovata normalità, la Sud canta «facci un gol» e Dovbyk segna. La Roma vince.

La Curva ricorda Stefano e Cristian - il 21 ottobre sono passati 10 anni dalla loro scomparsa - e nel finale l’ormai solita sciarpata sulle note de: «La nostra fede mai morrà, canteremo noi ultrà...». Forza Roma, vinci ancor.