La Roma senza stato maggiore. Ma neanche minore
Dai tempi delle contestazioni ai presidenti e ai dirigenti giallorossi sempre presenti alle contestazioni di oggi, contro chi non c’è mai
Erano gli anni Cinquanta e Sessanta, era la Roma di Federico Fellini e Liz Taylor, della Dolce Vita, via Veneto il cuore della mondanità. E Rino Barillari, storico “paparazzo” di quegli anni del boom economico, era lì, con il suo “occhio” oppure “obiettivo”, a fermare le immagini più intriganti.
Preambolo lunghissimo per parlare della Roma. Ma non quella che va in campo, non il gioco di una semplice squadra volenterosa, né di De Rossi e né di Juric. Neppure della Curva Sud. E allora? Domenica sera l’occhio furtivo delle telecamere oltre a non inquadrare la Curva Sud, deserta per i primi 15 minuti della partita, ci ha però regalato un’immagine significativa e allo stesso tempo un po’ triste. Anzi preoccupante.
Il regista si diverte a frugare nella tribuna autorità in cerca di qualcosa di interessante. Niente vip ma inquadra uno “stato maggiore”. Quello dell’Inter. Seduti uno accanto all’altro Marotta, Zanetti, Ausilio, Baccin e Alessio. Normale che la nutrita dirigenza di una squadra così blasonata sia presente, compatta, in una trasferta come quella dell’Olimpico.
Fin qui tutto nella normalità. Ma chi, davanti alla tivvù, si aspetta di veder inquadrato lo “stato maggiore” giallorosso, resta a bocca asciutta. Magari qualcuno nascosto c’era, ma le telecamere non sono riuscite a scovarlo. Neppure il formidabile Rino Barillari sarebbe riuscito nell’ “impresa”.
Fin qui, forse, tutto nella normalità. Almeno volendo seguire il percorso che sta facendo la Curva Sud. Contestazione civile, nessuna forma di violenza, e secondo sciopero a tempo. Quella Curva trascina dal giorno della sua nascita la AS Roma. Si trasferisce, parzialmente, in giro per l’Italia ed Europa per far sentire un “sentimento” a chi va in campo. Indossando una maglia che va rispettata.
Quale tipo di “sentimento” si respira oggi all’interno della Roma? Non è dato sapere. Potrebbe essere una scelta. Libera. Certo, ma che in quattro anni di presidenza, non si sia mai sentita la voce di Dan Friedkin ci sembra almeno strano. Si può dire strano?
Quante polemiche indirizzate a Rosella Sensi, quando c’erano Pradè e Baldini e, quando in campo, c’erano due Campioni del Mondo come Francesco Totti e Daniele De Rossi. Avevamo un peso specifico e politico niente male. Anche se di trofei…
Non sono ricordi malinconici. Sono solo una fotografia (ci scuserà Barillari se lo chiamiamo ancora in causa) di quello che manca oggi alla Roma. Per non dover sentire chi dice che “va dato tempo a Juric, perché c’è un progetto giovane”. Con un allenatore che sarà solo un traghettatore?
La “rosa”, Dybala sì o no, l’esterno destro. No, la preoccupazione è che già da troppo tempo ci sono sempre uomini soli al comando: Josè Mourinho, Daniele De Rossi, Ivan Juric. Si vede. Fino a quando?
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