Certezza Svilar: senza nazionale e con numeri top è tutto per Juric
Nonostante l'avvio di stagione flop della Roma, il portiere lanciato da De Rossi ha conquistato tutti (anche Juric). Ha subìto qualche critica ma resta decisivo
Per alcuni il mistero è dove e perché lo tenesse nascosto José Mourinho, per altri invece è già responsabile, o complice, di qualche gol evitabile subito dalla Roma da quando ha avuto inizio di stagione. Mile Svilar, però, indecisione più o indecisione meno, mette d’accordo tutti sul suo talento e sulla sicurezza che restituisce al reparto difensivo giallorosso da quando vi ha messo piede in pianta stabile. Cioè dall’approdo di De Rossi sulla panchina della Roma. Reattivo, plastico, elastico, bravo con i piedi, il numero 99 che difende la porta giallorossa ormai da quasi dieci mesi, ha iniziato da dove eravamo rimasti. I numeri parlano chiaro e quelli di Svilar sono da portiere formidabile: 7 partite giocate su 7, un bell’80% nella precisione delle parate, 5 gol subiti, secondo nei numeri individuali (la Roma ha la terza miglior difesa del campionato dietro Juventus e Empoli, in compagnia del Napoli) solo all’eccezionale avvio di Di Gregorio in bianconero.
Senza nazionale
Un peccato, per altro, per il calcio che in questo periodo storico sia senza nazionale per le note vicende legate alla sua doppia nazionalità: vorrebbe il Belgio (ora avrebbe più spazio di qualche anno fa), ma è bloccato dall’unica partita ufficiale disputata con la maglia della Serbia. Morale: sta a casa, o al massimo in tribuna, come accaduto qualche sera fa, all’Olimpico – nel suo stadio, nella città in cui lavora, si dirà – dove la sua presenza non è sfuggita, quando la nazionale allenata da Tedesco è scesa in campo contro l’Italia in Nations League. Un peccato per il calcio, sì, un rammarico per il ragazzo (e per le due nazionali che se lo sono contese) che meriterebbe anche quel palcoscenico, un bene, tutto sommato, per la Roma che se lo tiene tutto per sé.
Da DDR a Juric
Nessun dubbio su di lui neanche per Juric. In questo senso, con Ryan alle sue spalle, sta dando grande continuità al lavoro e alla sua presenza in campo: nell’ultima gara di Monza non è stato impeccabile nell’uscita bassa sul cross che ha permesso a Dany Mota di andare a segno per il pari dei brianzoli nella gara dell’U-Power Stadium. A Genova, nella gara che è costata a De Rossi la panchina, qualcuno ha osservato come De Winter salti (per la verità indisturbato e facilitato anche dalla dormita dei centrali difensivi giallorossi) nell’area di sua proprietà. Sta di fatto che il portiere di Anversa, figlio d’arte (di Ratko), resta una solida certezza. Tanto che a Trigoria, dove la programmazione ha rallentato per ovvie ragioni dettate dai cambiamenti tecnici e non solo negli ultimi tempi, già stavano parlando del suo rinnovo. La Roma sa bene che Svilar, arrivato a zero due stagioni fa e in scadenza nel giugno 2027, può diventare un prezzo pregiato del prossimo mercato, ma non è escluso che per sventare gli assalti del resto d’Europa, lo si riesca a mettere in sicurezza con un contratto ancor più blindato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA