19 anni senza Luisa Petrucci, la mamma di tutti i tifosi della Roma
Il 12 ottobre 2005 se ne andava un punto di riferimento per i Romanisti. Il suo ombrello giallorosso ha rappresentato un simbolo all'Olimpico e fuori
"Io non so sventolare una bandiera, allora, quando la squadra scende in campo o segna, lo apro". E tutti cercavano con lo sguardo l'ombrellino giallorosso, non solo le amiche. Luisa Petrucci aveva iniziato a portarlo allo stadio per farsi individuare da loro, ma col tempo era diventato un punto di riferimento per qualsiasi romanista. Spuntava in Tevere, in Sud, in ogni settore ospiti, in ogni ritiro. Da 19 anni, perché Luisa se n'è andata il 12 ottobre 2005, è nella mente e nel cuore di ogni romanista, perché lei pensava a ogni romanista. Non faceva distinzioni di settori o censo, la vedevi accanto a capi ultrà e tifosi vip, maestra di romanismo come era stata per 35 anni maestra in una scuola materna.
Era figlia di “Ramponcino”, un socio vitalizio della Roma titolare di un ristorante di San Lorenzo dove andavano a mangiare i calciatori giallorossi negli anni 30, quando era nata. Nello Petrucci, questo il vero nome di Ramponcino, fu l'inventore del rito del "funerale" della Lazio in occasione dei derby vinti. Quando si perdeva i laziali rispondevano e il compito di Luisa era togliere la corona d'alloro che andavano a mettere alla porta del ristorante. Lei raccontava spesso di quando Fulvio Bernardini, mentre stava andando agli allenamenti, la vide passeggiare di mattina, durante l'orario scolastico, e avvertì il padre. Non sapeva che quel giorno la scuola era chiusa.
Luisa Petrucci è sempre stata considerata la mamma di tutti i tifosi della Roma. Ad ogni trasferta aveva una borsa piena di gadget giallorossi per i club dei tifosi fuori Roma (lei stessa era socia onoraria di moltissimi club), se qualcuno era triste per una confitta gli offriva una fetta di torta e se qualcuno si comportava male lo rimproverava perché "poi sennò parlano male dei tifosi della Roma". Grande amica di Antonello Venditti, aveva un rapporto speciale con i presidenti Dino Viola e Franco Sensi, i suoi calciatori preferiti erano Bruno Conti, Giuseppe Giannini e naturalmente Francesco Totti. E se guardate la corsa di Totti e Giannini dopo il gol di quest'ultimo allo Slavia Praga, all'altezza della "M" del mitico striscione "Vincere malgrado tutto", vedrete spuntare proprio l'ombrellino giallorosso che non riesce a trattenere la gioia. Anche quella notte era "Curva Sud Luisa Petrucci". Come a Empoli nella prima partita della Roma senza di lei. Se ne andò con una Roma di metà classifica, durante una sosta di campionato. Un po' come oggi. Quanto ci sarebbe bisogno di una fetta di torta di Luisa.
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