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Scurto: "Juric ha tutto per fare bene. Pisilli è un ragazzo straordinario"

L'ex calciatore della Roma a Radio Romanista: "Niccolò ha una grande mentalità. Le seconde squadre possono essere fondamentali per la crescita dei ragazzi"

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
12 Ottobre 2024 - 09:32

Intervenuto sulle frequenze di Radio Romanista, durante la trasmissione Unico, Giuseppe Scurto ha parlato della sua esperienza a Roma. Il tecnico della Primavera del Lecce ha commentato anche il suo rapporto con Ivan Juric e Niccolò Pisilli. Di seguito l'intervista.

Ora sei un allenatore, giovane ma con esperienza. Alla Roma ti sei affacciato con Capello in prima squadra, poi nel 2004/2005 arriva Bruno Conti e in Coppa Italia contro la Fiorentina hai regalato ai Romanisti una delle poche gioie di quella stagione. Cosa ricordi?

"Sicuramente un bellissimo ricordo, io ero molto giovane. Era il mio primo anno in prima squadra, insieme a campioni come Francesco (Totti, ndr). Quando Curci parò il rigore a Miccoli l'adrenalina salì alle stelle. Nel tragitto per arrivare al dischetto c'era grande tensione, poi questo gol che ha scaturito la gioia di tutti. Era la prima partita per Bruno Conti, che era stato negli anni precedenti mio responsabile nel Settore Giovanile. Fu una bellissima serata per tutti".

Qual era il rapporto di Totti con i giovani?

"Ricordo una persona, al di là del campione assoluto, molto semplice e umile. Disponibile con i giovani, io ero arrivato due anni prima a Roma e rimasi sorpreso dalla sua semplicità e dagli altri campioni presenti in squadra. Ho il ricordo di una persona molto disponibile con i giovani, molto semplice".

Voi che eravate cresciuti con Bruno Conti sentivate ancora di più la responsabilità?

"Probabilmente sì, c'era una rapporto che ci legava a lui e quindi ci responsabilizzava di più. In quella stagione ci fu spazio per tanti ragazzi. Non era semplice, ma abbiamo cercato di dare il massimo per la squadra e per il mister".

Eri un difensore elegante. C'era qualche compagno di reparto con cui ti sei trovato di più e a cui ti sei ispirato?

"In quegli anni ho avuto la fortuna di allenarmi con giocatori molto forti: Chivu, Samuel, Mexes, erano giocatori di livello assoluto. Anche Panucci... tanti giocatori importanti da cui tutti noi cercavamo di imparare anche per quanto riguarda la mentalità, era una scuola importante".

Come è nata la scelta di cimentarti nel ruolo di allenatore?

"Ho avuto problemi al ginocchio fin da giovanissimo. A 16 mi opero al legamento, a 19 un'altra volta sempre allo stesso. Questi problemi mi hanno costretto a diversi interventi chirurgici negli anni. Già da calciatore ho iniziato a pensare al dopo, a quello che avrei voluto fare, e avevo maturato l'idea di iniziare ad allenare per mantenere i contatti con i ragazzi e con il campo".

Nel corso della tua carriera hai potuto lavorare con Juric, ai tempi del Torino. Che ricordi hai? Che rapporto instaura con i propri calciatori?

"Posso dire che nei due anni al Torino abbiamo avuto un ottimo rapporto, con lui e con il suo staff. Ci sentivamo quotidianamente per la gestione dei ragazzi. Penso che sia un ottimo alllenatore e lo ha dimostrato in tutti questi anni di Serie A. Ha uno stile di gioco definito e riconosciuto. Ha le carte in regola per fare bene anche a Roma, è un allenatore che stimo. Penso che abbia le caratteristiche giuste".

Hai allenato Pisilli ai tempi dell'Under 18 con la Roma. Fece anche una grande annata, che ricordi hai del ragazzo? Che idea hai sul giocatore?

"Pisilli è un bravissimo ragazzo, straordinario. Un ragazzo che faceva intravedere un grande talento calcistico e grandi qualità tecniche, unite a una forte passione e grande voglia di arrivare. In allenamento si allenava sempre forte, è molto serio e applicato. Questo tipo di mentalità, poi unita al suo talento, ne fanno un ragazzo di grande prospettiva".

Quest'anno stai allenando la Primavera del Lecce. Cosa ne pensi delle seconde squadre? Alla Roma potrebbe servire un'opzione del genere?

"Credo che l'esperienza della Juventus ci dia un po' la risposta. Basti vedere quanti ragazzi stanno venendo fuori per capire quanto possa essere utile. La seconda squadra può aiutare a monitorare la crescita dei ragazzi e farli avvicinare al calcio dei grandi, se pur il campionato Primavera è cresciuto. È uno step intermedio che ti aiuta a capire quali siano i ragazzi più pronti".

Tornando al 2004, anche adesso è un momento complicato per la Roma. Tu nella Roma hai fatto la trafila delle giovanili, cosa ricordi dell'ambiente Roma? Cosa ti è rimasto?

"Ricordo una grande passione, della città e della tifoseria. Quando le cose non vanno bene quella passione si trasforma inevitabilmente in una pressione maggiore per tutto l'ambiente. Sono due facce della stessa medaglia. Nelle partite in casa all'Olimpico i tifosi erano l'uomo in più. Una città importante e una tifoseria importante, che giustamente pretende molto".

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