AS Roma

Se il tango non suona: la falsa partenza di Dybala, Paredes e Soulé

Dai problemi fisici della Joya al tempo da concedere a Matias, fino all’assenza improvvisa di Leandro dalla mediana: alla Roma mancano i tre argentini

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Simone Valdarchi
09 Ottobre 2024 - 18:07

Il caldo di fine agosto, l’entusiasmo coinvolgente di Soulé, arrivato con il suo bagaglio carico di sogni a Trigoria, i “no” di Paredes e Dybala ai soldi arabi e una Roma formato argentina che nasce sotto il segno della tecnica, della sfrontatezza e della garra. Sono passate poche settimane, sembrano intere stagioni, visto l’umore calpestato da un avvio di stagione tormentato, dentro e fuori il campo, con le note del tango che accendevano le nostre speranze che non hanno mai, di fatto, cominciato a suonare. Lo spartito è rimasto chiuso, al maestro d’orchestra Juric il compito di dare il via alle danze.

Alla ricerca della Joya

Le ultime due stagioni hanno insegnato una cosa, anche ai più scettici: c’è una Roma con e una senza Dybala. La squadra, priva del genio mancino, ha viaggiato nei due precedenti campionati con una media di mezzo punto a partita in meno. Un talento puro, quello di Paulo, ma part time visti i continui problemi fisici che da tempo ormai lo tormentano e minano la sua continuità di rendimento. Lo sanno bene in società, tanto da arrivare alla conclusione, un paio di mesi fa, di cederlo all’Al-Qadsiah, salvo poi scontrarsi con i dubbi di Dan Friedkin di fronte all’offerta da 3 milioni accettata dai suoi dirigenti e al “no” in extremis del numero 21. Lo sa bene anche lo stesso Dybala, che alla soglia dei 31 anni prova a gestirsi e, con il cambio in panchina da De Rossi a Juric, ha rimodulato i suoi carichi di lavoro - la Joya, da mesi, effettua un lavoro aggiuntivo a quello dentro Trigoria con i compagni. Le sue precauzioni però non sono bastate e il flessore sinistro l’ha tenuto fuori contro Venezia e Monza, portandolo a rinunciare anche alla chiamata dell’Argentina. Tra le noie muscolari e l’avvio condizionato dal mercato, Paulo non ha lasciato particolari tracce sui primi due mesi di stagione, con un solo gol - su rigore - all’attivo. In questi giorni prosegue con le terapie e il lavoro a parte, per tornare già contro l’Inter alla ripresa, e trascinare così la Roma. Se Dybala fa Dybala, la musica può tornare a suonare, con una melodia soave e coinvolgente.

Il tempo che ci vuole

Se si era arrivati alla conclusione di poter vendere Dybala, parte della “colpa” è anche di Soulé, ovviamente in senso positivo. La Roma, che per il 2003 ha investito 30 milioni di euro in estate prelevandolo dalla Juve, punta forte sul talento di Matias. Ci credeva De Rossi, tanto, ci crede anche Juric, che però di recente ha sottolineato come all’ex Frosinone vada concesso tempo. Il salto da una squadra retrocessa ad una con ambizioni da Champions è grande, figuriamoci se in mezzo ci si aggiunge un cambio in panchina, con la cacciata al mister che tanto ti ha voluto a Trigoria. Le prestazioni grigie di Soulé, che ancora va alla ricerca del suo primo gol romanista, gli hanno fatto perdere anche l’Albiceleste con Scaloni che, dopo averlo chiamato per gli impegni di settembre, non ha confermato la sua scelta per le prossime sfide. Il futuro è di Matias, resta da capire quanto possa dare anche nel presente. Per prendersi la Roma e riprendersi l’Argentina.

Leo riparte dal via

E arriviamo infine a Paredes. Nelle nove gare giocate fin qui dalla Roma, Leandro è sceso in campo solo due volte da titolare - nelle due sconfitte contro Empoli e Elfsborg - per un totale di 202 minuti in campo. Pochi, per uno che l’anno scorso ha rappresentato sempre il perno davanti alla difesa, i piedi per i quali passavano le idee e le azioni della Roma. Nella mediana di Juric, poi, il ruolo del regista puro è sparito, lasciando spazio a centrocampisti più dinamici. Insomma, la leadership del 16 - quello attuale, non quello di sempre - è a rischio, Paredes prova a ritrovarsi da domani, alle 23, quando con la sua Argentina sfiderà il Venezuela.

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