Monza-Roma, disastro Var e arbitro: su Baldanzi un rigore solare
Il romano La Penna non vede il pestone di Kyriakopoulos (già ammonito) e da Lissone non lo richiamano: è il terzo rigore clamoroso non concesso da inizio stagione
«Inaccettabile», dice Ghisolfi, esigendo «rispetto». In questa sede proviamo a scrivere, come minimo, incomprensibile. Monza-Roma è partita che scorre tranquilla, ben diretta dall’arbitro La Penna fino al minuto 87, quando Kyriakopoulos, già ammonito, compie un “capolavoro” difensivo al contrario: corre verso Baldanzi che sta cercando di giocare un pallone aereo, gli pesta (il famoso step on foot) col suo piede destro il piede destro e poi lo aggancia con il piede sinistro sulla gamba destra. Baldanzi va giù, La Penna che è pochi metri lascia proseguire, ma - stando a quanto dichiarato dal giocatore toscano a fine gara - dà una spiegazione che fa già capire il suo errore: «Mi ha detto che Kyriakopoulos prima è saltato e poi mi ha pestato». Le immagini sono chiare, ha visto un’altra cosa. Ma passi pure l’errore umano del direttore di gara. Per fortuna esiste il Var. Il signor Aureliano però tace e non richiama il collega per una OFR. Inspiegabile la decisione degli arbitri davanti al monitor.
Inspiegabili anche le reazioni a caldo del moviolista di Dazn, Luca Marelli che parla di «contatto laterale» e fa riferimento all’episodio - completamente diverso (lo dice pure!) tra Bianco e Di Lorenzo in Napoli-Monza. Inspiegabile per tutti, tranne per chi ha diretto Monza-Roma. Specie alla luce di quanto spiegò il designatore degli arbitri Gianluca Rocchi in occasione dell’annullamento del gol di Piccoli in Lecce-Milan nel novembre 2023 (senza dover ricorrere al “pestoncino” di Abraham in Roma-Genoa del febbraio 2022 che portò all’annullamento di un gol bellissimo di Zaniolo): «Non occorre la volontarietà per fischiare fallo». Inspiegabile come alla Roma, da inizio stagione, finora siano stati negati tre rigori: contro Empoli (sempre Aureliano al Var), Genoa e Monza. Vuoi dall’arbitro, vuoi dal Var, sempre silente. In una giornata dai rigorini facili su altri campi, inspiegabili le considerazioni ogni volta su misura: prevale la decisione del campo, è un «chiaro ed evidente errore». Inspiegabili, o, per meglio dire, ingiocabili. Un po’ come disse De Rossi «se lo fischiava era rigore, se non lo fischia non è rigore».
Peccato, perché il romano La Penna, «laziale» (per dirla con Nesta e la sua battuta) o romanista che sia, con buona pace, adesso, dei monzesi, aveva diretto una buona gara (giusto annullare il gol di Dovbyk al 15’ per fuorigioco dopo il palo di Koné), equilibrato nei cartellini e sempre vicino all’azione. Magari un po’ di stanchezza nel finale l’ha penalizzato. E, purtroppo per lui e per la Roma, il Var l’ha aiutato a sbagliare.
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