La singolare parabola di Celik: da terza scelta a imprescindibile
Sette presenze in altrettante partite per il turco in questa stagione, che appena un anno fa era dietro a Karsdorp e Kristensen nelle gerarchie
26 settembre: a metà ripresa della sfida di Europa League con l'Athletic, Zeki Celik accusa un indurimento muscolare e resta a terra per qualche istante. Al minuto 71 il tabellone luminoso del quarto uomo si alza e indica i numeri 19 e 12: il turco è costretto a uscire, al suo posto entra Abdulhamid. Il giovane esterno arabo viene accolto da applausi e tanta curiosità, ma in quei venti minuti finali non lascia tracce indelebili del suo passaggio in campo. Ci sarà bisogno di tempo perché sia pronto per un «altro mondo» (copyright Juric) calcistico.
Da quel momento – forse per la prima volta da quando è arrivato nella Capitale – Celik si scopre elemento di primo piano. Quasi imprescindibile. A 48 ore dal fastidio accusato in coppa, prima ancora di unirsi al gruppo in allenamento, arriva la rassicurazione del tecnico in conferenza, alla vigilia della gara contro il Venezia: «Non ha niente, può farcela». Detto fatto: Zeki scende in campo e ci resta per l'intero match, senza sfigurare. Prima da esterno a tutta fascia, poi centrale accanto a Ndicka nella fase di maggior forcing giallorosso, alla ricerca della rimonta poi completata dal gol di Pisilli.
Adesso sono sette le presenze del turco, in altrettante partite disputate dalla Roma dall'inizio della stagione, per un totale di 504 minuti (durante i quali la squadra ha incassato 3 dei 5 gol subiti complessivamente, uno ogni 168'). Le sue statistiche in campo sono più che discrete: 9 tackle effettuati, 4 intercetti, 14 duelli vinti su 21 (dei quali 3 di testa), cinque falli commessi ma con zero cartellini sul groppone. E addirittura cinque dribbling riusciti, sintomo che il suo livello di sicurezza è in crescita anche nella fase offensiva. In ogni caso si tratta di numeri accumulati grazie a una certa continuità. Condizione mai trovata nei due anni precedenti di esperienza a Trigoria.
Nella sua prima stagione romanista, Celik ha messo insieme 24 presenze in Serie A, 8 in Europa League e 2 in Coppa Italia, ma con meno di duemila minuti giocati (1.997 per l'esattezza). Nel 2023-24 il suo utilizzo è perfino diminuito con 29 gare complessive e 1.495 minuti, per lo più accumulati nella seconda parte dell'annata, quando De Rossi ha sostituito Mourinho in panchina. In precedenza lo Special One gli aveva spesso preferito Karsdorp e Kristensen, non certo le riedizioni in salsa nordica di Cafu e Maicon, relegando il turco a terza scelta. Adesso le gerarchie si sono capovolte, anche per l'inesperienza delle alternative Saud e Sangaré. I tempi cambiano.
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