Angeliño, l’innovativo multiruolo

Nei mitici Anni Sessanta girava in Tv, a Carosello, una pubblicità in cui un avveniristico robot che aggiustava qualsiasi cosa, alla fine recitava: “Or che bravo sono stato posso fare anche il bucato?” La risposta era no, perché una nuovissima lavatrice si sarebbe occupata del lavaggio.
La citazione vintage  è stata suggerita dalla partita di Angeliño contro l’Udinese. Confermato nel ruolo assegnatogli da De Rossi nella gara col Genoa, il terzino spagnolo in realtà in campo ha fatto di tutto, terzino compreso. Giocatore super intelligente, dal piede sinistro prezioso, Angeliño ha interpretato il ruolo che… neanche Guardiola.

Braccetto di sinistra nella difesa, ma anche regista occulto, ma neanche tanto, dalla fascia in fase di possesso. Marcatore arcigno e attento a uomo su Thauvin in fase di non possesso. Tiratore al volo con un gran sinistro probabilmente destinato al gol se non avesse incocciato un avversario nella ripresa. Ultimo uomo su calcio d’angolo a favore. A un certo punto sembrava ce ne fossero due in campo di Angeliño. Insomma, tante cose, tanti lavori svolti e tutti in modo egregio, in una sola partita. Lo abbiamo visto perfino in un paio di duelli aerei (ovviamente persi, ma non per questo non provati) con Lucca, quando il lungo centravanti dei friulani lo andava a cercare proprio per essere sicuro di catturare il pallone in quota.   

Dato ad Angeliño quel che è di Angeliño, è interessante capire come il ragazzo rappresenti un’arma tattica in più per la Roma e soprattutto come l’interpretazione del ruolo una piccola novità nel nostro calcio. Nell’Inter ad esempio Bastoni imposta e marca a uomo ma non a tutto campo mentre Dimarco si occupa più della fase offensiva stando molto largo. Angeliño contro l’Udinese ha fatto un po’ tutti e due i ruoli senza cedere un metro o un tempo di gioco agli avversari.