Dallo stadio al futuro oltre giugno: un vuoto di potere da colmare presto
Souloukou ha recitato un ruolo da protagonista anche nel calciomercato
La terra a Trigoria non smette di tremare. Quattro giorni dopo l’esonero di Daniele De Rossi - mal digerito dal popolo romanista che ieri ha avuto modo di mostrare il suo disappunto all’Olimpico - e a poche ore dalla sfida poi vinta per 3 a 0 contro l’Udinese, il club ha comunicato le dimissioni rassegnate dalla CEO Lina Souloukou e accettate da Dan Friedkin. «Ringraziamo Lina per la sua dedizione in una fase particolarmente critica per il club - si legge nella nota pubblicata sul sito ufficiale della Roma alle 12.20 di ieri - e le auguriamo il meglio per le sue future sfide professionali».
È la stessa Roma, quindi, a definire la fase in corso - o quella appena finita, al massimo - come “particolarmente critica”. Se il risultato tondo e positivo di ieri sul campo può aiutare la squadra a lavorare meglio, dentro le mura di Trigoria adesso i Friedkin devono mettere ordine e in fretta. Il vuoto di potere improvviso lasciato da Souloukou va riempito nel più breve tempo possibile.
Dal giorno del suo insidio - il 18 aprile del 2023 - a quello del suo addio - ieri - le mansioni dell’ormai ex dirigente greca sono aumentate passo dopo passo. Dallo stadio che la Roma ha intenzione di costruire a Pietralata - si resta in attesa del progetto definitivo - ai rapporti con gli sponsor, fino ad una grossa incidenza sull’aspetto sportivo manifestata nel mercato estivo appena chiuso, condotto in prima persona da Lina con il supporto di Florent Ghisolfi: la CEO aveva voce in capitolo, a conti fatti, su ogni aspetto che riguardasse la Roma. Una dirigente, di fatto, plenipotenziaria, che rapportava Dan e Ryan della vita quotidiana nei loro periodi - sempre più frequenti nell’ultimo anno e mezzo - di assenza dalla Capitale.
Nel postpartita di ieri Juric ha descritto la Roma come una società ben strutturata, ma a conti fatti i ruoli da coprire sono parecchi, con Ghisolfi e Lombardo che, allo stato attuale delle cose, rimangono le due figure in piedi. Magari con uomini di calcio, come Zibì Boniek che, anche ieri, era presente in tribuna all’Olimpico. La terra trema a Trigoria, a Friedkin l’onere di fermarla
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