AS Roma

Una protesta forte e chiara. La Roma vince tra i fischi

Non solo la Sud entra al 30’, Cori per DDR. Pellegrini e Cristante bersagli

(MANCINI)

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
23 Settembre 2024 - 06:30

Surreale. Nel gioco degli aggettivi è l’unico che si può accostare al clima dell’Olimpico di ieri dopo le 17, un’ora prima di Roma-Udinese, quando solitamente inizia a scaldarsi l’ambiente in vista dell’incontro. Sono 63.499 le presenze registrate dalla biglietteria giallorossa, anche se l’impianto  del Foro Italico è ben lontano visivamente da quello degli ultimi tre anni (quando a giocare in casa è la Roma). Protesta riuscita, è il dato di cronaca, con la Sud completamente vuota e il resto dello stadio che ha aderito in maniera abbastanza massiccia all’invito a entrare 30’ dopo il fischio di inizio. Fischi per quasi tutti nella Roma durante il riscaldamento e alla lettura delle formazioni (sonori per Cristante e Pellegrini, anche poi durante la gara a ogni tocco di palla e nel momento delle sostituzioni), si salvano solo Pisilli. Applausi solo per Pisilli, El Shaarawy, Dybala e Dovbyk, fischi misti a applausi di in bocca al lupo per Ivan Juric, l’ultimo arrivato, “reo” solamente di aver sostituito De Rossi e avvistato in tribuna Giuseppe Riso (agente del tecnico, di Cristante, Baldanzi e Mancini).

Le tv, si sa, non inquadrano gli elementi “negativi” di una partita sugli spalti e la contestazione evidentemente viene letta così (prima delle dimissioni la stessa ex Ceo Lina Souloukou si era mossa in prima persona per assicurarsi che in qualche modo la regia dell’Olimpico usasse questa premura). Poco il coinvolgimento anche durante gli inni. Ci prova chi è entrato dal 1’ (soprattutto i settori dove sono soliti andare le famiglie). Poi un primo coro spontaneo che nasce prima del fischio di inizio per Daniele De Rossi e gli applausi per il Totò Schillaci delle notti magiche di Italia 90, scomparso in settimana e ricordato a centrocampo. Poi, all’intervallo spazio anche al ricordo da parte del club di Ernesto Alicicco, storico medico della Roma del secondo scudetto anche lui scomparso in settimana («lealtà, romanismo, dedizione»,  le parole che usa poi la Sud per descrivere un «oezzo della Roma campione»).

Nel frattempo fuori dallo stadio (un elicottero delle forze dell’ordine fisso sopra le zone limitrofe) i dissidenti si assiepano di fronte all’ingresso degli spalti scaldando la voce. «Non rispettate i nostri valori e le nostre bandiere, da oggi torniamo alle vecchie maniere». Campeggiava solo questo striscioner in Sud quando ha iniziato a rotolare la palla. Approvato da tutto lo stadio con un grande applauso all’ingresso e uno all’uscita. Classica postura in ginocchio per Ivan Juric nei primi minuti, quando il rumore è affidato ai circa 200 tifosi udinesi (sempre vivo il gemellaggio coi romanisti) sistemati in Monte Mario per far posto al semivuoto settore dei distinti Nord Ovest (più pieno poi delle previsioni) aperto ai romanisti. 

«DDR sempre con noi!», «Anche se nel calcio non esiste riconoscenza ricorda che del romanismo rimarrai sempre l’essenza. A presto, Daniele», gli striscioni in Tevere. «In faccia ai maligni e ai superbi il tuo nome scintillerà, arrivederci Danie’», scrive invece la curva Nord, citando il romanista De Gregori.
Giusto il tempo di esultare per il primo gol casalingo di Dovbyk che arriva il 29’: un petardo annuncia l’ingresso della curva Sud e di chi ha aderito alla protesta anche negli altri settori al grido di «Daniele De Rossi eeh eeh ooh ooh». «La nostra fede non va tradita, mercenari!», «Solo la maglia, tifiamo solo la maglia», sono i cori dedicati alla squadra. Applausi dello stadio intero, friulani compresi. Si inizia a tifare  senza rinunciare a richiami alla contestazione. La Roma vince ma rientra negli spogliatoi fischiata. A fine primo tempo Juric abbraccia Pellegrini che sta rientrando negli spogliatoi.

A inizio ripresa arriva il raddoppio con Dybala dal dischetto, ma la musica sugli spalti non cambia. Solo la maglia, già. Ovazione per Pisilli nel momento del cambio con Paredes (neanche lui risparmiato dal pubblico).
Si chiude con i tre punti e con la sottolineatura finale dei fischi con la squadra che va a prendersi la contestazione fino al limite dell’area di rigore della Sud. E come si era aperta, si chiude: «Daniele De Rossi eeh eeh ooh».

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