Energia e coesione tra i reparti per Runjaic: a Roma arriva l’Udinese
Sotto la guida del nuovo tecnico, i bianconeri hanno raggiunto il primo posto dopo 4 giornate. Lucca e Thauvin le punte di diamante, ma è il gruppo a fare la forza
Un mercato che, sulla carta, aveva lasciato più di qualche incertezza ai tifosi friulani: le cessioni di Samardzic, Nehuen Perez, Walace, Roberto Pereyra ed Ebosele, sembravano presagire quantomeno a un inizio di stagione difficile per l’Udinese. Tuttavia, in queste prime quattro apparizioni in campionato la vera forza dei bianconeri è rappresentata da chi siede sulla panchina: Kosta Runjaic. Nato a Vienna, origini croate - anche se lui stesso specifica di sentirsi jugoslavo - ma di nazionalità tedesca: arrivato a Udine tra sorpresa e diffidenza. La famiglia Pozzo sceglie una forte presa di posizione: nonostante la salvezza raggiunta da Fabio Cannavaro, la proprietà bianconera sceglie con fermezza il profilo del tecnico del Legia Varsavia. Sulla panchina dei polacchi per due stagioni: 22-23 e 23-24. In due anni 84 partite e una media di 1,88 punti, ma soprattutto una Coppa e Supercoppa di Polonia. Ma il trasferimento in Italia è dovuto sicuramente all’ottimo operato svolto in Conference League nella stagione passata: il Legia Varsavia passa da secondo il girone con Aston Villa e AZ Alkmaar, tagliando fuori gli olandesi e posizionandosi a un solo punto da Unai Emery. Uscirà agli spareggi per gli ottavi di finale contro il Molde, ma le qualità e le idee mostrate da Runjaic convincono la famiglia Pozzo a puntare su di lui.
Nuovo vecchio sistema, indicazioni rinnovate
3 vittorie e un pareggio, 7 gol fatti e 4 subiti. Una partenza sensazionale e fuori da ogni pronostico, dopo 4 giornate l’Udinese è prima in classifica: non accadeva da 13 anni. Umore alle stelle per la squadra di Runjaic, che nelle prime uscite stagionali ha dimostrato organizzazione e intensità.
In campo si passa dal 3-4-2-1, sistema di gioco preferito dal tecnico, alla difesa a 5 senza troppi fronzoli o problemi: è la grande energia e sinergia dei vari reparti ad aver fatto la differenza finora, come specificato anche dallo stesso Runjaic in conferenza stampa. Un sistema di gioco che non si discosta troppo da quello impiegato negli ultimi anni a Udine, ma le richieste e le idee rappresentano novità importanti. Dalle parole ai fatti, anche in termini statistici la squadra bianconera ha dimostrato l’intensità e l’energia tanto ricercate, riuscendo ad abbinare - almeno nelle prime uscite - una discreta qualità nelle zone più offensive del campo. Un esempio delle qualità fisiche sono la percentuale dei duelli vinti a partita 49.8%, così come quella dei duelli aerei vinti 49.6%. Una media di 16.5 falli commessi nei primi quattro turni, mentre la media del possesso palla è ferma sul 39.5%. Lasciar giocare gli avversari per poi far male nelle ripartenze, un mantra ripetuto e ben seguito soprattutto dagli esterni e dai centrocampisti bianconeri: 4.5 cross precisi a partita, quasi sempre a innescare la forza aerea di Lorenzo Lucca o l’imprevedibilità di Florian Thauvin, l’uomo più in forma tra i bianconeri.
Chi cerca il riscatto, chi la fortuna
Non solo Lucca e Thauvin, la rosa dell’Udinese nasconde altre pedine interessanti distribuiti nei diversi ruoli. Arrivato la scorda stagione per 9 milioni dal Cincinnati, Brenner ha trovato poco spazio nei suoi primi mesi in Italia. Ma col cambio allenatore è arrivata una gran iniezione di fiducia: 4 partite, 1 gol e 1 assist ma soprattutto prove convincenti. Nel reparto offensivo un occhio di riguardo per il futuro va a Iker Bravo, classe 2005 arrivato dalle giovanili del Real Madrid, e Damian Pizarro coetaneo cileno dello spagnolo che ha mostrato le sue qualità al Colo Colo. A centrocampo, Ekkelenkamp (classe 2000) ha l’opportunità di confermare le qualità mostrate nel vivaio dell’Ajax da giovanissimo e con l’Anversa nelle ultime due stagioni. Dal campionato polacco, ben conosciuto da Runjaic, è arrivato Karlström: esperienza e fisicità a disposizione della squadra. Uno dei fiori all’occhiello del vivaio bianconero è sicuramente David Pejicic. Centrocampista sloveno, classe 2007, lo scorso anno ha esordito in Coppa Italia. Chissà che possa godere della fiducia del tecnico tedesco nel corso della stagione. Sulle fasce è arrivato l’acquisto di Rui Modesto, dall’AIK in Svezia: classe 1999, l’angolano ha registrato in un anno e mezzo 60 presenze e 16 gol da
esterno basso. Per il reparto difensivo, oltre ai nomi già affermati, l’attenzione va su due profili: Isaak Touré e James Abankwah. Il primo, francese classe 2001 e gigante di 2.06 cm, risulta essere il calciatore più alto della Serie A ed è in prestito dal Lorient. Può insidiare i titolarissimi del reparto. Abankwah, irlandese del 2004, nasce come difensore centrale. Tuttavia, nel precampionato è stato impiegato più volte da Runjaic nella posizione di mediano: un indizio interessante sul possibile apporto del ragazzo anche in ottica futura.
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