VIDEO - "Quando finisce la partita, sono una brava persona": gli sfoghi più celebri di Ivan Juric
La trance agonistica è in grado di giocare brutti scherzi a chiunque. Neppure il nuovo tecnico romanista fa eccezione. Anzi, in più di una circostanza si è sfogato davanti ai microfoni...
"Io la vivo così. Quando finisce la partita sono una brava persona, ma durante no: non riesco a contenermi". Era il 9 luglio 2020, poco dopo il triplice fischio di Verona-Inter, conclusasi 2-2: Ivan Juric commentava così un diverbio a distanza avuto con Antonio Conte, all’epoca tecnico dei nerazzurri. "Se ci siamo chiariti? No, ma a me poi passa subito, non so a lui". Del resto, la trance agonistica è in grado di giocare brutti scherzi a chiunque. Neppure il nuovo tecnico romanista fa eccezione. Anzi, in più di una circostanza si è sfogato davanti ai microfoni, evidenziando un carattere vulcanico e un linguaggio piuttosto colorito.
Il croato ha evidenziato in passato anche il suo lato emotivo: il 30 aprile 2017, dopo la sconfitta casalinga del suo Genoa contro il Chievo, in una situazione di classifica estremamente difficile, l’allenatore si presenta in conferenza stampa. Risponde alle prime domande, poi si commuove, si alza e lascia la sala stampa.
Al Genoa torna, per un brevissimo periodo, anche nella stagione 2018-19, rimanendo in carica però soltanto per cinque gare. Il 10 novembre 2018, dopo la sconfitta casalinga col Napoli che lascia i rossoblù ultimi in classifica in solitaria, un giornalista domanda: «Ha sentito il Presidente?». E Juric: «Ma che c***o di domanda è?! Ma non rompermi i cog***ni!».
Juric è stato il protagonista della prima, storica promozione in Serie A del Crotone, squadra nella quale aveva peraltro militato da calciatore sotto la guida tecnica di Gasperini. Il 29 aprile 2016, dopo l’1-1 a Modena, arriva l’aritmetica promozione. «Ho spremuto i ragazzi – dice a un cronista emiliano dopo la gara – per cui loro decideranno se lotteremo o meno per il primo posto. Se saremo troppo remissivi nelle ultime giornate? Il tuo atteggiamento è sbagliato, se devo essere cattivo dico: sono c***i costri. Avete davvero poco rispetto verso di me e la mia squadra».
Toni accesi anche con Massimo Ugolini, giornalista di Sky Sport: il 24 maggio 2021 il Verona di Juric ferma il Napoli sull’1-1, un pari che esclude gli azzurri dalla Champions League. Nel post-partita, Ugolini dice: «Il suo Verona è stato arbitro della corsa Champions. Un Verona diverso rispetto a quello che abbiamo visto nelle ultime settimane…». Il croato non gradisce e replica piccato: «Subito una grande c***ata: bisogna portare rispetto! Se non segui, non puoi parlare così: è una mancanza di rispetto». Ugolini si risente e tenta di rispondere, ma Juric non ci sta: «Non ha visto la carica agonistica mostrata dalla squadra anche nelle altre partite, la mette in un modo sbagliato! La squadra ha dato sempre il massimo: questo comportamento in Italia non è accettabile, mi deve chiedere scusa!». Sky Sport non ci sta e, tramite il direttore Federico Ferri, esprime solidarietà a Ugolini e condanna il comportamento dell’allenatore.
I due si ritrovano poi quando Juric è a Torino: durante una conferenza stampa, il tecnico ridendo dice «Non mi far inc***re, fa’ il bravo: fai domande scontate, banali!». In quella circostanza se la ride anche il giornalista, che precisa: «Sono cose che capitano». Se diverbi del genere sono frequenti nel mondo del calcio, lo è decisamente meno l’episodio che a Torino vede protagonisti Juric e l’allore responsabile dell’area tecnica granata Davide Vagnati. La squadra è in ritiro estivo in montagna e, da un terrazzo dell’albergo che ospita il Toro, qualcuno riprende una furiosa litigata tra i due. Volano parole grosse, anche qualche spintone.
Qualche settimana più tardi, alla vigilia dell’inizio della stagione, l’allenatore torna sulla vicenda: «Sono contentissimo della reazione di Davide: ho visto uno che vuole reagire, lottare. A volte ho avuto la sensazione che fosse un muro di gomma: reagendo, mi ha dimostrato che ha tanta voglia di fare bene e spero che la metta per migliorare la squadra. Il rapporto è ottimo, anzi, normale».
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