La svolta a sinistra
Il grave infortunio del belga ha riacceso i riflettori sull’esclusione dell’esterno polacco. Zalewski prosegue il lavoro individuale ma il suo reintegro all’interno del gruppo non sembra lontano
In una sua celebre canzone, Ligabue esprimeva un concetto che descrive molto bene la situazione che Zalewski e la Roma stanno vivendo ormai da diversi giorni: «Si fa presto a cantare che il tempo sistema le cose, si fa un po’ meno presto a convincersi che sia così». Di tempo, forse, ne è passato troppo poco dalla rottura sancita dal diniego del ragazzo alla firma sul rinnovo contrattuale proposto dal club, ma non ne manca nemmeno molto ad un’altra possibile e imminente svolta. Perché De Rossi ha perso per almeno due mesi uno degli esterni sinistri titolari e un altro, proprio Nicola, continua ad allenarsi a Trigoria ad orari diversi dal resto dei compagni. Per il momento, ci sentiamo di aggiungere. E non è un semplice auspicio, che può essere in parte giustificato, ma che stonerebbe in un pezzo di cronaca. Perché difficilmente la situazione potrà mantenere questo precario equilibrio così a lungo.
Nicola vuole rientrare
Nella serata di venerdì l’entourage del calciatore ha inviato una diffida al club giallorosso, contenente un’istanza di reintegro coattivo, ritenendo la natura del provvedimento “palesemente punitiva”. Il team legale che cura i diritti del calciatore polacco ha come obiettivo quello di difendere la posizione del suo assistito, sottolineando l’assoluta legittimità dell’essere in scadenza di contratto ma allo stesso tempo di essere regolarmente a disposizione della società fino all’ultimo giorno concordato. Da venerdì sera, rispettando i tempi previsti dal regolamento federale, ci sono cinque giorni a disposizione della società giallorossa per accogliere l’istanza di reintegro, in caso contrario il calciatore avrà diritto a procedere ad intentare una causa nei confronti del club, motivo per il quale un rientro in gruppo del calciatore nelle prossime ore non è scenario affatto da escludere. Qualora questo non dovesse avvenire, in una situazione ancor più complessa alla luce dell’infortunio di Saelemaekers, verrebbe da domandarsi: «Cui prodest?».
A chi gioverebbe questo braccio di ferro che si sposterebbe addirittura in un’aula di tribunale? La Roma, che al momento non dà segnali di riapertura e attende che Zalewski rivaluti l’offerta di rinnovo, continuerebbe a stipendiare un suo calciatore senza mai poterlo utilizzare, con la certezza di perderlo a zero. E il ragazzo perderebbe un anno della sua giovane carriera, senza mai vedere il campo.
Che vinca il buonsenso
Senza voler prendere le parti di nessuno, l’auspicio è che le parti tornino a dialogare in tempi brevi, anche per cercare in un secondo momento un accordo per mettere nero su bianco un (soffertissimo e poco spontaneo) rinnovo di contratto, che non legherebbe a doppia mandata il futuro di Zalewski a Trigoria, ma darebbe modo ad entrambe le parti di ottenere dei vantaggi: il club tornerebbe ad avere più forza contrattuale, nel caso in cui dovesse ritrovarsi nella condizione di ricevere nuove offerte per la cessione del calciatore; il giocatore, invece, avrebbe modo di valutarle con più serenità e senza una scadenza imminente.
Il vantaggio più grande, e quello che più interessa ai tifosi giallorossi, lo avrebbe De Rossi, che tornerebbe ad avere una risorsa in più a disposizione, sulla quale ha dimostrato di voler puntare, a maggior ragione in Europa, dove Dahl non è presente in lista tra gli esterni mancini. Ma spetterebbe poi solamente al tecnico giallorosso la gestione del “caso”. E non ci sembra poco.
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