Dzeko da Champions: "Ci siamo anche noi", ma il futuro è un'incognita
Il bomber bosniaco torna al gol in casa dopo quasi un anno di astinenza. In estate si decide ma cresce l'ipotesi Premier League
Una liberazione. Da tre punti. Pesantissimi, avendo in testa quella piacevole abitudine che è diventata la Champions League. La Roma ha vinto. Edin Dzeko ha segnato. All'Olimpico. Non succedeva, in campionato, dal ventotto aprile dello scorso anno. Un'eternità per un giocatore come il bosniaco, salito ieri a quota ottantasei reti, tutto compreso, con la maglia della Roma, a meno uno da Abel Balbo, settimo all time nella classifica dei cannonieri romanisti. Quel gol serviva alla Roma, alla squadra, a lui, a noi, a una tifoseria che bisognerebbe togliersi il cappello e ringraziarla.
Meglio soli
Schick non ce ne voglia, ma lo Dzeko ritrovato di ieri pomeriggio, lo abbiamo riscoperto soprattutto nel secondo tempo. Quando cioè, nell'intervallo, Ranieri aveva scelto di lasciare il ceco negli spogliatoi, ridisegnando la Roma con quel quattro-due-tre-uno che, nonostante tutto, rimane il modulo che questo gruppo sa interpretare meglio. Il bosniaco, lasciato tutto solo là davanti, è così tornato l'Edin delle partite migliori, decisivo, propositivo e decisivo, in grado di ritrovare il gol all'Olimpico (ottavo in questo campionato) dove in questa stagione aveva esultato per una rete solo in Champions (cinque in totale in Europa). La sua esultanza, quella con la faccia brutta, sporca e cattiva che poi se ci pensate non è proprio la sua, è stata la dimostrazione di quanto ci tenesse il giocatore a riprendere quel filo del gol inspiegabilmente spezzato nelle partite casalinghe. E la sua gioia è stata tangibile anche nel dopo partita, sotto una pioggia che non smetteva di cadere, con la Sud che cantava e, scommetteteci, si stava già organizzando per andare a Milano: «Finalmente. Non posso nascondere di essermi tolto un peso, in campionato era tantissimo tempo che non riuscivo a fare gol all'Olimpico, è stato importante per me ma soprattutto per la Roma. Perché quello che contava era vincere, ottenere altri tre punti dopo quelli di Genova contro la Sampdoria».
Ora con questi sei punti conquistati negli ultimi centottanta minuti più recupero, oltretutto per la prima volta con due partite consecutive senza subire gol al passivo, il discorso quarto posto, cioè qualificazione Champions, è tornato prepotentemente possibile. E questo Dzeko ritrovato potrà essere la briscola vincente: «In una stagione in cui abbiamo giocato un po' così, una stagione che non saprei definire, il fatto è che siamo ancora in corsa per la Champions. A essere sinceri, si potrebbe dire che è anche un po' un miracolo essere lì. Ma ci siamo. E possiamo farcela, anche per dare ancora più importanza al gol che ho segnato ai friulani. Ci riusciremo, però, a un patto. Cioè dovremo giocare tutte le partite come abbiamo fatto contro l'Udinese nel secondo tempo».
Vero. Grazie anche all'ingresso in campo di Alessandro Florenzi al posto Juan Jesus e di Lorenzo Pellegrini per uno Schick che tutto aveva fatto meno che incidere positivamente: «È vero, l'ingresso in campo di Florenzi e Pellegrini ha cambiato la partita. Nella ripresa abbiamo giocato alla grande, di corsa e di tecnica: alla fine è arrivato il gol meritato per una vittoria che può valere tantissimo in chiave Champions». Dzeko ha avuto parole importanti anche nei confronti di Ranieri, sottolineando la capacità del tecnico di ridare vita a una Roma che sembrava consumata e dava l'impressione di non crederci più: «Sicuramente ora la Roma è una squadra che vuole vincere. E, soprattutto, non vuole prendere gol, del resto in questa stagione ne abbiamo già presi tanti. Prima della partita alla squadra avevo detto di non prendere gol, come era successo a Genova, perché tanto uno l'avremmo fatto di sicuro. E così è andata. È questa la Roma che dovrà chiudere il campionato. Una squadra con la faccia cattiva. Se sarà così, in Europa potremo tornare dove siamo sempre stati negli ultimi anni».
Il futuro
Obiettivo Champions possibile, dunque, ma con Dzeko o senza? A dar retta alle indiscrezioni (pure qualche cosa di più) di mercato, la storia romanista di Dzeko sembra destinata a concludersi alla fine di questa stagione, anche se il bosniaco ha un ulteriore anno di contratto. Certo che quando gioca così, diventa legittimo il pensiero di tenerselo perché un altro di questo livello non sarebbe semplice da trovare sul mercato. L'unica possibilità che Dzeko non torni in Premier (si parla con insistenza, peraltro senza riscontri oggettivi, di un accordo già trovato con il West Ham), è legata proprio alla qualificazione in Champions che per la Roma sarebbe la sesta consecutiva. In questo caso l'esigenza che comunque c'è di abbassare il monte ingaggi diventerebbe meno esigenza. E allora caro Edin continua a segnare.
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