AS Roma

La rivoluzione greco-francese: ora palla a DDR

Rosa trasformata in un’estate. Da Le Fée a Hummels: 11 nuovi volti a Trigoria. Tanti investimenti, ma il bilancio è più leggero

Daniele De Rossi e Florent Ghisolfi

Daniele De Rossi e Florent Ghisolfi (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Simone Valdarchi
06 Settembre 2024 - 07:00

Gran Bazar di Trigoria. Con l'arrivo di Mats Hummels, che ieri ha anche rilasciato la prima intervista da romanista, si può dichiarare definitivamente concluso il mercato estivo della Roma, edizione 2024. Tre mesi, considerando anche gli addii di giugno, che hanno letteralmente trasformato la rosa, con dodici acquisti - conteggiando anche il riscatto di Angeliño - e altrettante cessioni, a cui vanno aggiunti anche i saluti ai parametri zero - Rui Patricio e Spinazzola - e ai prestiti giunti al termine - da Lukaku a Renato Sanches, qui la lista è lunga. Insomma una vera e propria rivoluzione, più che mai necessaria, quella condotta dall'accoppiata Ghisolfi-Souloukou, nel tentativo di far partire con il piede giusto il progetto triennale legato al contratto da allenatore di Daniele De Rossi. Gli effetti di questa rivoluzione e la bontà del loro operato saranno giudicati soltanto dal tempo, noi intanto possiamo limitarci ad analizzare le loro mosse.

«Guardate com'eri...»

Da Le Fée a Hummels, come detto, nella Capitale è approdata un'intera squadra che, volendo, si può anche mettere in campo. Ryan in porta, con il terzetto formato da Abdulhamid, Hummels e Hermoso a proteggere i suoi pali. A centrocampo, i giovani Sangaré e Dahl sulle corsie esterne, con Le Fée e Koné al centro della mediana. Saelemaekers e Soulé, infine, alle spalle di Dovbyk. Acquisti in ogni reparto, che conducono a fare un confronto con la formazione che, sempre guidata da De Rossi, ha chiuso la passata stagione.
Tra i pali, dopo tre stagioni in giallorosso e l'impronta dei suoi guanti indelebilmente impressa sulla magica notte di Tirana, ha salutato Rui Patricio. L'estremo difensore portato a Roma dal connazionale Mourinho se n'è andato a parametro zero, raggiungendo qualche settimana fa Gasperini a Zingonia. Se per i primi tempi Rui aveva difeso la porta romanista sempre e ovunque, da gennaio ormai Svilar lo aveva scavalcato nelle gerarchie. Proprio per questo, al posto del classe 1988 la società ha puntato su un portiere d'esperienza, che potesse fare da secondo a Mile. Il profilo scelto è quello di Mathew Ryan. L'australiano, quattro anni più giovane di Rui Patricio, è arrivato a costo zero firmando, per un anno con opzione di rinnovo fino al 2027, dopo essersi svincolato dall'AZ Alkmaar. Chiudendo il discorso sui portieri, Boer è stato ceduto e per il ruolo di terzo è stato promosso Marin, che farà su e giù con la Primavera.
Passando alla difesa, il 30 giugno passato hanno salutato in blocco: Huijsen, Llorente, Kristensen e Spinazzola. I primi tre hanno fatto ritorno alle loro squadre al termine del prestito, mentre l'esterno italiano ha lasciato, dopo cinque anni, alla scadenza del contratto, per poi firmare con il Napoli di Conte. A loro, sul finire del mercato, si sono aggiunte le partenze di Rick Karsdorp e Chris Smalling. L'olandese, messo fuori rosa da De Rossi fin dall'inizio del ritiro, ha rescisso con il club di Trigoria - non prima di aver trattato una buonuscita - per poi tornare in patria al PSV Eindhoven. L'ex Manchester United, invece, ha salutato in direzione Arabia Saudita, venendo ingaggiato - cartellino di fatto regalato dalla Roma - dall'Al-Fayha. Per sei che hanno lasciato, in cinque - oltre Angeliño - sono arrivati. Tre scommesse, più o meno esotiche, sulle fasce e due certezze in mezzo. A destra Saud Abdulhamid e il giovanissimo Buba Sangaré si sono aggiunti a Zeki Celik, mentre a sinistra l'alternativa ad Angeliño è stata individuata in Samuel Dahl. Lo svedese classe 2003, che ha già esordito in nazionale maggiore, è stato l'unico taglio nella lista A presentata alla Uefa per la "fase campionato" di Europa League. Proprio nei giorni scorsi, infine, sono arrivati a parametri zero Hermoso e Hummels: esperienza e leadership al servizio della causa romanista.
In mezzo al campo, Renato Sanches è tornato a Parigi senza troppi rimpianti, prima di provare la nuova esperienza al Benfica. Confermati Pellegrini, Cristante e Paredes, Aouar è stato ceduto per 12 milioni all'Al-Ittihad. Stessa cifra che la Roma potrebbe incassare, tra prestito e obbligo di riscatto condizionato, l'estate prossima dalla Fiorentina per Bove. Ghisolfi li ha sostituiti con l'acquisto di Le Fée - pagato 23 milioni di euro - e quello last minute di Koné, anche se vanno annoverati nel reparto altri due innesti: Pisilli, promosso definitivamente dalla Primavera, e Baldanzi, considerato da De Rossi una mezzala a tutti gli effetti.
Chiudiamo, infine, con l'attacco. Lukaku e Azmoun non sono stati riscattati, mentre Abraham, sul mercato per tutta l'estate, è stato piazzato solo all'ultimo istante in prestito secco al Milan, con Saelemaekers che ha percorso l'A1 al contrario, con la stessa formula di trasferimento. Lì davanti, oltre al belga, la Roma ha investito su Soulé e Dovbyk - i due acquisti più onerosi del mercato a tinte giallorosse - con l'inaspettata conferma di Shomurodov, tornato dal prestito al Cagliari, nel ruolo di vice-Dovbyk.

I cambi di rotta

Rispetto agli ultimi mercati, conditi soprattutto da prestiti e parametri zero, la Roma è tornata ad investire parecchio sui cartellini, per un totale di 106,3 milioni, a fronte di un incasso da 36 milioni. Spese sostenibili però se si guarda al bilancio. Il peso della rosa - composto dalla quota ammortamento annua e lo stipendio lordo di ogni giocatore - infatti, come testimoniato dai dati pubblicati da AS Roma Data, è diminuito di circa 11 milioni di euro grazie, soprattutto, ad un calo significativo sul monte ingaggi.
Un cambio di rotta, non l'unico dell'estate romanista. Le strategie, infatti, hanno subito, per stessa ammissione dei diretti interessati, almeno due sterzate. La prima quando Dybala ha rifiutato il trasferimento all'Al-Qadsiah, la seconda, quasi fatale, quando le visite mediche di Danso non sono andate a buon fine.  Due imprevisti che, se aggiunti al ritardo con il quale Ghisolfi è arrivato nella Capitale, non hanno facilitato l'operato della dirigenza. Inoltre persiste, in attesa della risposta del campo, il dubbio di un possibile equivoco tattico. Di esterni da "piedi sulla linea" non ne sono arrivati molti - forse neanche Saelemaekers e Soulé rispondono a questo identikit - e le ultime mosse sembrano suggerire una possibile difesa a tre - ma quattro centrali in rosa sono pochi sul lungo termine. De Rossi però è stato chiaro: «La direzione presa è quella giusta». E noi non possiamo che fidarci di lui. Buon viaggio Roma.

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