E se funziona Saud...
Dopo un’estate tormentata De Rossi ha a disposizione finalmente una rosa attrezzata per tutte le competizioni: adesso comincia un’altra corsa contro il tempo, ma la nuova Roma è più forte
Diverse certezze, una scommessa, un centravanti da far ambientare il più rapidamente possibile, una ricchezza inattesa di soluzioni molto diverse tra loro per ogni reparto, una rosa di conseguenza globalmente completa per resistere nel tempo alle diverse competizioni, e qualche equivoco tattico da superare. Con l’arrivo di Mats Hummels si è così chiusa l’estenuante campagna acquisti della finestra estiva 2024, con circa 170 giocatori entrati nel mirino (questi più o meno i nomi a diverso titolo “accollati” alla Roma sui giornali dal 1 giugno ad oggi), di cui 12 (compreso Angeliño) effettivamente acquisiti e 12 ceduti (oltre ai giovani Joao Costa, Cherubini e Pagano). Il saldo dal punto di vista economico è stato negativo per circa 70 milioni, ma l’investimento ha portato ad una sensibile riduzione del monte ingaggi (intorno ai 30 milioni, anche se le cifre non sono ufficialmente emerse).
Quel che più interessa i tifosi è però il “saldo tecnico” e quello, ad un’analisi puramente teorica, è ampiamente positivo. Tatticamente ci sono invece ancora diversi interrogativi a cui dare risposta, ma questo sarà il compito in cui si cimenterà da oggi (anzi, per meglio dire dalla prossima settimana, quando avrà finalmente tutto il gruppo al completo a disposizione) Daniele De Rossi. La sua sarà un’altra corsa contro il tempo, in palio un premio bellissimo se, come nei suoi auspici, riuscirà a portare la squadra in una dimensione più alta e anche più sostenibile nel tempo. Il compito più complicato sarà quello di “sfruttare” Dybala per il massimo del tempo possibile senza squilibrare tatticamente una squadra che adesso ha tanti altri elementi offensivi di primo livello. Il secondo sarà quello di mettere Artem Dovbyk in condizione di sfruttare le sue potenzialità tecniche così ben emerse l’anno scorso in Liga nel Girona (e l’anno prima al Dnipro: 24 reti in 30 presenze) a dispetto di una batteria di esterni/trequartisti naturalmente portati al gioco interno e al fraseggio stretto. Il terzo sarà quello di garantire alternanza in mezzo al campo e in difesa tenendo alto il rendimento della squadra e sereno il gruppo.
La difesa
Rispetto allo scorso anno, sono usciti, oltre al portiere Rui Patricio, i centrali Kumbulla (già prestato al Sassuolo a gennaio), Smalling e Llorente e gli esterni Spinazzola e Karsdorp e sono entrati, oltre al secondo portiere Ryan, i centrali Hermoso e Hummel e gli esterni Dahl, Abdulhamid e Sangarè. In mezzo la Roma ci ha guadagnato, sulle fasce è stata fatta la scommessa più corposa, sia per l’alternativa ad Angeliño (acquistato a titolo definitivo) sia per l’inserimento di Abdulhamid: chi lo conosce bene lo ha descritto a De Rossi in maniera lusinghiera, tanto da convincerlo ad assecondare la proposta del club. Se dovesse funzionare (anche) lui, l’upgrade sarebbe evidente.
Il centrocampo
In questo reparto è arrivata la cessione più dolorosa (Bove, per ora in prestito, ma con buone possibilità che diventi definitiva), si è fatta una notevole plusvalenza con Aouar, mentre sono usciti in prestito i giovani Darboe e Pagano. Dentro Le Fée e Koné, due francesi su cui garantisce Ghisolfi (e anche chi ha avuto modo di ammirarne le recenti evoluzioni). La questione atavica della staticità del reparto sembra risolta e senza perdere nessuno dei titolari di quest’anno. Sarà complicata la gestione.
L’attacco
Dentro Dovbyk, Soulé e Saelemaekers, fuori Lukaku, Belotti, Abraham (e Cherubini). Tutto gira intorno al rendimento del centravanti ucraino: se si troverà il modo di servirlo al meglio e se passerà rapidamente la fase di ambientamento il futuro della Roma sarà roseo. Gli esterni invece cambieranno di sicuro il vestito della squadra. Era stata una delle prime richieste di De Rossi. Esaudita.
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