La solitudine del "nove": Artem lotta ma non punge
Dovbyk, poco coinvolto, rilancia: «Voglio dare di più». E Dzeko tifa per lui
Tanta fatica per nulla. Si è chiuso senza reti all’attivo il primissimo spezzone di campionato di Artem Dovbyk, arrivato in estate dal Girona con la fama del “Pichichi” della Liga a precederlo. In una Roma che fatica a creare occasioni, anche se a Torino s’è riscoperta solida, l’ariete ucraino non fa eccezione. All’Allianz, nella gara vinta dal caldo, il numero 11 è partito ancora una volta dall’inizio, con Soulé e Saelemaekers a fargli compagnia nel tridente offensivo. Un sodalizio visto però solo sui campetti, perché i veri “compagni” di viaggio per Dovbyk sono stati Gatti e Bremer. «Motta glieli ha messi addosso per tutta la partita - ha confermato De Rossi - lasciandolo in inferiorità numerica. Per me Artem ha fatto molto bene, lottando per la squadra sempre, e la doppia marcatura su di lui ci ha permesso di avere altri spazi liberi».
Proprio da un movimento dell’ucraino, infatti, è nata la prima e unica palla gol della Roma a Torino. Con l’azione in fase di sviluppo sulla sinistra, Dovbyk ha provato ad attaccare la profondità, portando i due centrali bianconeri - vestiti in blu per l’occasione - a seguirlo, lasciando così un po’ di campo a Pellegrini, che con il destro a giro ha creato qualche brivido alla porta difesa da Di Gregorio.
Tanta lotta a servizio della squadra, appunto, ma poche chances per incidere e fare ciò che gli viene più naturale: i gol. La gabbia costruita da Motta ha funzionato, con Dovbyk che ha toccato 13 palloni, di cui soltanto 2 nell’area di rigore avversaria, negli 81 minuti in campo. Nessuno, tra i romanisti partiti dall’inizio, ne ha giocati meno. Artem è il meno coinvolto dalla manovra, ma non è una novità, visto che anche a Cagliari e nella sconfitta interna contro l’Empoli era successo lo stesso. A differenza delle prime due, però, all’Allianz la partita della punta è terminata con un solo tiro tentato e nessuno in porta. Anche gli xG - gol attesi - di Dovbyk, fermi a 0.1 in Juve-Roma, testimoniano la scarsità - quasi nullità - delle occasioni avute. Guardando ai 270’ di campionato trascorsi, si vede come Artem abbia comunque raccolto 1.2 xG, più di un terzo del totale romanista fin qui: 3.4 expected goals.
Dati che raccontano, non che ce ne fosse bisogno, di una Roma in difficoltà nell’impensierire le difese avversarie e non in grado, ancora, di azionare la sua macchina da gol. Non è sembrato preoccupato di questo però Daniele De Rossi. Il tecnico di Ostia, a chi nel postpartita di Juve-Roma gli ha chiesto un commento sulla prestazione di Dovbyk, ha risposto: «Ho fortemente voluto Artem qui e non ho dubbi sul fatto che segnerà tanto. Lo ha sempre fatto e lo farà anche con la Roma». E ancora: «Gli avversari lo conoscono e lo temono, dobbiamo crescere di squadra nel giro-palla, per farli scoprire e concedergli più spazio per fare male». Insomma, DDR si fida della sua punta. Artem, durante la sosta, proverà a ritrovare il gol contro Albania e Repubblica Ceca con l’Ucraina. E nel frattempo, su Instagram, rilancia: «Voglio dare di più per la squadra, ma c’è un processo che non può essere evitato. La costanza e il duro lavoro sono la chiave di tutto». Un post che ha generato il supporto dei romanisti, pronti ad attenderlo. Tra i tifosi di Artem anche Dzeko, che ha commentato: «I gol arriveranno amico mio», ricevendo il «grazie leggenda» di Dovbyk.
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