Cinque anni di Smalling: o pilastro o "paziente"
L’inglese se ne va all’Al-Fayha. Qui stagioni da leader ma tante assenze
Da acquisto fortemente voluto a titolare inamovibile, da infortunato di lungo corso a esubero sul mercato. Ieri si è chiusa l’avventura di Chris Smalling alla Roma, dopo approfondite visite mediche, è ufficialmente un nuovo giocatore del Al-Fayha in Arabia Saudita. Una storia durata 150 presenze in cinque stagioni con diversi alti e bassi, tra momenti da pilastro assoluto e lunghe assenze per infortunio.
Nell’estate del 2019 l’allora direttore sportivo Petrachi lo ha preso dal Manchester United in prestito secco, dando al tecnico Fonseca quello che si sarebbe immediatamente rivelato come un assoluto protagonista al centro della difesa. Parole al miele tra l’allenatore e l’inglese soprattutto nella prima stagione in giallorosso, contraddistinta da una continuità importante: 37 presenze complessive. Quella è stata l’annata “scombinata” dal Covid, il prestito del difensore dai Red Devils era valso fino a fine campionato (ad agosto), ma quando la Roma voleva ripetere la stessa formula per tenere il giocatore gli inglesi hanno fatto un passo indietro richiamandolo a Old Trafford. Dopo due mesi di lunghe trattative, cavilli burocratici e una buona spinta da parte di Smalling stesso, i giallorossi hanno completato l’acquisto definitivo per circa 20 milioni di euro soltanto nell’ultima ora della sessione estiva del mercato 2020, chiusa eccezionalmente il 5 ottobre. «Ho capito subito che Roma sarebbe diventata casa mia anche se ero in prestito», ha scritto un felicissimo Smalling quel giorno sui social, ma a fronte dell’”alto” per l’atteso ritorno, stava arrivando un “basso” per i problemi fisici: poco più di 1.000 minuti in campo per lui nella stagione 2020/21, tempestata di infortuni.
Qualche stop anche l’annata seguente, ma da fine anno solare in poi si è preso il centro del terzetto difensivo mourinhano assumendo un ruolo vitale anche nella vittoria della Conference, tanto da meritarsi anche il premio di miglior giocatore della finale di Tirana. L’anno dopo non è mancato praticamente mai (47 presenze quasi tutte da titolare), ad aprile ha rinnovato il suo contratto fino al 2025 e a maggio, al 131’ della nefasta finale di Budapest ha colpito una traversa che poteva riscrivere la storia della Roma anche al netto dell’arbitro Taylor. Come sempre poi, dopo tanti “alti”, è arrivato un nuovo momento di “bassi”: 151 interminabili giorni di stop tra settembre 2023 e febbraio del 2024 per una “tendinopatia” (oltre a ulteriori problemi alla caviglia prima e all’inguine poi) hanno compromesso l’annata del cambio tra Mourinho e De Rossi, nonché ormai la sua ultima con la maglia della Roma. Ieri l’ultimo capitolo della storia: «E’ stato un privilegio assoluto vivere questo tipo di passione e incitamento settimana dopo settimana per le ultime 5 stagioni: è stato un onore. In bocca al lupo». Anche a te, Chris.
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