AS Roma

Neanche Dybala la sblocca

Primo tempo anonimo, poi entra Paulo e ispira Dovbyk che prende la traversa (come Marin)

Artem Dovbyk

Artem Dovbyk (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
19 Agosto 2024 - 07:00

Neanche Dybala è riuscito a sbloccare lo zero (a zero) della prima partita del campionato 2024-25, con la Roma che si è spartita la posta con il Cagliari e ha così perso l’occasione per guadagnare due punti sulle altre grandi in difficoltà. Senza sciogliere le riserve sul futuro (ma tutto lascia credere che lascerà presto Roma), Paulino ha atteso in panchina fino al 24’ del secondo tempo di una partita poco brillante prima di entrare in campo, al posto di Zalewski. E nei 25 minuti in cui è stato in campo ha provato a dare il suo contributo, firmando un assist di velluto per Dovbyk che però di testa non è riuscito a schiacciare in porta e si è fatto respingere l’occasione dalla traversa. Poi un minuto dopo ci ha pensato Svilar a deviare con la punta delle dita una velenosa traiettoria di Marin, mandando la palla sulla traversa di quest’altra porta, a sancire un pareggio a tutti gli effetti che non scontenta e non entusiasma nessuno. 

In linea con quello che il campionato ha detto in questa prima giornata - con i pareggi tra gli altri di Inter e Milan e la clamorosa sconfitta del Napoli a Verona - neanche la Roma s’è sottratta alla mestizia generale, con un esordio timido, privo di slanci, come se tutti attendessero solo  Dybala per creare qualcosa. E infatti nel secondo tempo la Roma si è accesa, anche prima dell’ingresso dell’argentino. Nel primo si erano visti poche cose davvero interessanti e praticamente zero tiri in porta, se non si vuole considerare tale un retropassaggio peraltro lento di Luperto dopo mezz’ora che Scuffet ha clamorosamente mancato, salvo poi recuperare il pallone con una corsa goffa all’indietro. Per il resto il portiere sardo ha potuto dormire sonni tranquilli, mentre Svilar si è dovuto preoccupare in  almeno tre occasioni: un colpo di testa di Wieteska dopo neanche 4 minuti sul primo calcio d’angolo (ignorato dai romanisti, il polacco ha deviato alto), un sinistro di Marin al 41’ da lontano e un destro di Piccoli al 45’, su errato disimpegno di Celik. Insomma lo 0-0 con cui si è andati all’intervallo è sembrato la logica conclusione di una gara piuttosto deludente, con il 433 piuttosto statico della Roma e un 352 sicuramente più dinamico del nuovo Cagliari di Nicola. Tre, in attesa degli aggiustamenti di questa ultima parte di mercato, i volti nuovi per De Rossi al fischio d’inizio, tutti intorno alla catena di sinistra, con la mezzala Le Fée, l’esterno Soulé oltre al centravanti Dovbyk, un cugino lontano rispetto allo spietato cecchino che ha messo in fila tutti gli attaccanti della Liga l’anno scorso. Ma la sua massa muscolare necessita di qualche giorno in più di preparazione. Più attivi gli altri due, almeno nelle iniziative dinamiche di una squadra che un po’ per il complicato e polemico momento storico e un po’ per i suoi difetti endemici, si è limitata almeno nel primo tempo a passeggiare sul terreno della Unipol Domus Arena davanti ai 16000 paganti che l’hanno riempita, tra cui i quasi 500 del settore ospiti, tutti dietro allo striscione Curva Sud, nuova pezza che in trasferta rappresenterà tutti i gruppi. In campo la formazione più attesa, magari con l’eccezione di Zalewski, preferito ancora una volta dall’inizio ad El Shaarawy, proprio come a Liverpool, per l’ultima amichevole estiva. In difesa Celik, Mancini, Ndicka e Angeliño, in regia Cristante con Le Fée e Pellegrini mezze ali, e Dovbyk al centro dell’attacco. Dall’altra parte Nicola ha schierato una squadra un po’ più coperta del 3421 con cui aveva affrontato e battuto la Carrarese in Coppa Italia, con Zappa, Wieteska e Luperto davanti a Scuffet, Azzi, Deiola, Prati, Marin e Augello a metà campo e davanti la ben assortita coppia offensiva Piccoli, alto e solido, con Luvumbo, veloce e sgusciante. L’unico vero attentato alla porta di Svilar c’è stato dopo neanche due minuti, con Piccoli di testa a liberare Luvumbo in solitaria, e il portiere a salvare in uscita prima che l’assistente di Marinelli, Bercigli, non alzasse la bandierina a segnalare la posizione di evidente fuorigioco. Per il resto è stata una partita poco emozionante, portata su giri bassi sin dall’inizio, complice la temperatura ancora alta in terra sarda e anche però un fastidioso vento che nel primo tempo ha spinto alle spalle del Cagliari.

Con il vento a favore, la Roma è partita ad inizio secondo tempo con un altro spirito e in pochi minuti ha costruito quanto non aveva fatto nei primi 45. Al 3’ Soulé, migliore in campo, ha impegnato Scuffet in tuffo con un esterno sinistro, da destra, davvero bel calibrato. Al 4’ Zalewski è rientrato da sinistra e ha calciato forte di destro mandando la palla appena sopra la traversa. Al 10’ l’occasione più nitida, con un’incursione a sinistra di Zalewski, cross basso per Dovbyk che ha lasciato passare per Pellegrini che di piatto, praticamente dal dischetto, non ha impresso al tiro la giusta forza e ha consentito a Scuffet di salvare. Il Cagliari, spaventato, ha provato ad approfittare del baricentro rialzato da De Rossi all’intervallo e prima con Piccoli e poi con un’iniziativa di Luvumbo (fuga a destra e cross per Marin, che in sforbiciata ha colpito malissimo) hanno restituito un po’ di speranza ai tifosi di casa. Poi è stato il momento dei cambi, in chiave decisamente offensiva per la Roma: dentro Baldanzi per Le Fée (al 16’) e poi Dybala per Zalewski (al 24’), con Soulé spedito a sinistra. Nicola ha risposto con Pavoletti per Luvumbo e Adopo per Prati. Alla mezz’ora la partita si è riaccesa e la Roma ha provato a farla sua. Al 32’ ci ha provato addirittura Mancini con un bel diagonale da fuori, al 35’ è arrivata la traversa di Dovbyk col ricamino di Dybala, al 36’ quella di Marin con la decisiva deviazione di Svilar (ripartenza nata da un cross sbagliato di Baldanzi nel suo nuovo ruolo da centrocampista), al 37’ con un 3 contro 2 rifinito da Dovbyk con un gran tiro da fuori area respinto a fatica da Scuffet sui piedi di Pellegrini, che ha messo in porta il tap-in, ma da posizione di fuorigioco. Tutti offensivi gli ultimi cambi, con Lapadula al posto di Piccoli, Abraham per Dovbyk ed El Shaarawy per Soulé (sparito a sinistra dopo l’ingresso di Dybala  a destra). E nel finale ci sono state altre due occasioni, una a testa: la prima, per il Cagliari, nata da un terribile disimpegno offensivo di Abraham (con conclusione finale sballata di Pavoletti), la seconda, proprio mentre stava calando il sipario, con una percussione di El Shaarawy culminata con un tiro fuori misura. A parziale consolazione per De Rossi, l’idea che il pareggio non ha scavato già un solco con le principali antagoniste per la Champions. Domenica con l’Empoli l’occasione per spingersi più su.

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