AS Roma

La Roma oltre Dybala. A Cagliari per vincere

De Rossi lavora con chi c’è: chiunque giochi servono 3 punti

I calciatori della Roma mentre si allenano a Trigoria

I calciatori della Roma mentre si allenano a Trigoria (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
18 Agosto 2024 - 07:00

Forza Roma. Così, semplicemente. Taumaturgico e liberatorio. Apprezzatene la forza estrinseca, il valore morale, lo slancio sentimentale. Cosa c’è di più secco e coinvolgente dell’urlo che da quasi un secolo mette d’accordo ogni generazione? E cosa c’è di più bello nel ribadirlo - ogni tanto qui al Romanista lo facciamo -  nel giorno d’avvio di una nuova stagione, il nostro capodanno, sai l’altri che faranno: Cagliari-Roma, Unipol Domus, ore 20,45, telecronaca esclusiva su Dazn, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista. Noi staremo tutti insieme a tifare (nel piccolo settore ospiti, esaurito dal primo giorno, e da casa), con Dybala (e dunque con qualche sorriso in più) o senza Dybala, ma sempre senza perdere la tenerezza (Mahatma Cagnucci docet). Perché è la tenerezza in fondo che ci unisce, che ci fa sentire amici anche se non ci conosciamo, a prescindere dai presidenti, dagli allenatori, dei direttori sportivi e dai giocatori. 


Certo, restiamo umani, e sappiamo quanto è più bello quando ad indossare quella maglia sono campioni di classe sopraffina tipo Paulino nostro. E chissà quanto ci sarà da soffrire all’idea che magari già tra poche ore non sarà più così nostro. Però qui sopra abbiamo fatto una scelta, un po’ vincente e se vogliamo un po’ paracula, quasi come quella che ha fatto Dan Friedkin quando ha fatto raccogliere a De Rossi l’eredità di Mourinho. Noi fintanto che tutti i dubbi di questo infinito calciomercato non verranno chiariti, abbiamo deciso di fidarci della nostra stella polare, proprio a Daniele De Rossi, e abbiamo deciso che se va bene a lui va bene anche a noi. Almeno fino al 1’ settembre. A differenza di quei subumani (cit ) che gli hanno augurato il cancro, noi non abbiamo dimenticato neanche uno dei giorni che con lui abbiamo condiviso, neanche uno degli ultimi vent’anni, neanche un battito di quel cuore che pulsa sangue fino a gonfiare quella vena. Gli abbiamo giurato un giorno che sempre e per sempre dalla stessa parte ci troverà e non basterà nessuna operazione di mercato, anche la più ardita, per cambiare questo destino, né la peggiore delle sconfitte. Perché può anche succedere che un giorno il mondo del calcio rigetterà fuori Daniele De Rossi come un allenatore scarso, ma nessuno potrà mai metterne in dubbio il feroce romanismo, quello che lo sta animando nel momento in cui si tratta di prendere delle decisioni per migliorare la squadra che ha a disposizione. E se ha accettato/avallato/subito questa decisione, e se ha capito che la Roma qualcosa potrebbe guadagnarne, allora ci si può fidare. Lui, più di tutti noi, ha qualcosa da perdere se le cose quest’anno andranno male. 


Non sono bastati, evidentemente, i tre mesi di meraviglioso lavoro fatto per ricostituire una Roma che il 16 gennaio 2024 sembrava irrimediabilmente svanita. L’esito delle ultime partite ha fatto tornare a galla i dubbi dei più scettici, quelli che nell’attesa di potersi fare un’idea di senso compiuto preferiscono straparlare magari attraverso una piattaforma social, formando così quella voce dissonante che s’ingrossa come una valanga passando di bocca in bocca, anzi di mouse in mouse. Qui non si tratta di essere aziendalisti o meno, qui non si tratta essere tuttapposter (che brutti certi termini moderni, soprattutto perché coniati da chi ha ossessioni di tipo opposto, e conclamate), qui si tratta semplicemente di stabilire chi è che ha a cuore la Roma e su Daniele De Rossi non possono esserci dubbi. Ecco perché il suo unico obiettivo non è attendere fino in fondo la decisione di Dybala (sì, anche lui, come noi, è in attesa di notizie). Il suo obiettivo è vincere a Cagliari, portare i primi tre punti, archiviare la prima giornata con una vittoria bella e magari convincente. 


Lui ha in testa una Roma forte secondo le caratteristiche che maggiormente piacciono a lui, e nessuno più di Dybala incarna l’ideale del suo giocatore preferito. Certo, quando è al 100%. Il suo atteggiamento nei confronti dell’argentino è sempre lo stesso, oggi come dall’inizio. Come dimenticare quel fantastico meme che immortala Paulo mentre addomestica un pallone che arriva dal cielo proprio davanti alla sua panchina: senza togliere le mani dalla tasca, Daniele inarca la schiena a dipingere sul volto una smorfia di assoluto stupore, lui che di giocatori straordinari ne ha avuti parecchi al fianco nel corso della sua carriera. Insomma, se Daniele De Rossi ha rinnovato il contratto per tre anni lo deve, in buona parte, alle prodezze di Dybala: ecco perché non può essere stato lui ad invitarlo ad andar via. Ma per lo stesso motivo adesso starà immaginando anche una Roma diversa e non si strapperà i capelli né i  peli della barba se Paulo dovesse andarsene. A quel punto scatterà il piano B con l’obiettivo di fare comunque una Roma forte. La frase chiave è quella che gli è scappata commentando la situazione del Napoli: «quando sono andati via i giocatori più forti nessuno pensava che il Napoli potesse migliorare l’anno successivo, nessuno, a parte i tecnici che l’avevano pensato». Ecco, appunto. La Roma con Dybala avrebbe delle caratteristiche, la Roma senza Dybala ne avrebbe altre. Oggi nessuno può dire quale delle due sarebbe la più forte, ma lui ha il dovere di pensarle entrambe. Oggi è probabile che comincerà senza di lui, e chissà se la vincerà con lui, o la perderà, se entrerà o no. In testa per Daniele c’è un solo obiettivo: tre punti. Per farlo serve Forza e serve la Roma, da chiunque sia composta. Forza. Roma. What else?

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