AS Roma

DDR ottimista, ecco perché ci si può fidare

Mancano ancora 4 giocatori, intanto l’allenatore pensa a fare punti. Dybala centrale, non da subito

Daniele De Rossi e Paulo Dybala

Daniele De Rossi e Paulo Dybala (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
12 Agosto 2024 - 07:00

Quale può essere il punto di incontro tra la manifestazione di ottimismo mostrata da De Rossi al termine della partita con l’Everton e quella sensazione di incompiuto che molti tifosi della Roma provano dopo aver assistito alle partite del precampionato giallorosso, Everton compresa? Inutile soffermarsi sul numero di reti fatte e subite, sui risultati, sulle partite vinte, perse o pareggiate. Sono numeri che, come insegna la storia del calcio, non hanno (quasi mai) niente a che fare con la realtà del valore che una squadra esprimerà nel corso di una stagione. Resisteremo, dunque, alla tentazione di star lì sul banco dei maestri a puntare il dito sull’attacco che non segna o su qualche errore di interpretazione singolo o di reparto nella fase di non possesso. Ci interessa di più capire che cosa può ronzare nella testa di Daniele De Rossi e soprattutto avere il quadro generale di una squadra che purtroppo ancora oggi, e siamo a sei giorni dall’inizio del campionato, è priva di alcuni ruoli fondamentali rispetto almeno al progetto condiviso all’inizio dell’estate tra lo staff tecnico e l’apparato dirigenziale. Il problema vero di questi giorni è che non sono state ancora definite tutte le cessioni necessarie, senza le quali non è possibile procedere agli acquisti, come dimostra la trattativa sfumata per Pubill. 

Che cosa manca alla rosa

Al momento alla Roma serve un terzino destro titolare, un difensore centrale titolare, un esterno d’attacco a sinistra titolare e un vice centravanti. I tre principali acquisti dell’estate, Le Fée, Soulé e Dovbyk, rappresenteranno un innegabile valore aggiunto per la squadra, anche se al momento solo dei primi due si è potuta apprezzare qualche qualità. Per il terzo, il gigante ucraino pagato a peso d’oro, bisognerà avere ancora un po’ di pazienza perché la sua particolare struttura muscolare prima di mettersi in moto necessita di differenti gradi di preparazione specifica. La prima questione da considerare è dunque che inevitabilmente la Roma che vedremo con Cagliari, Empoli e, probabilmente, anche Juventus è una Roma che potrebbe non somigliare neanche troppo a quella che poi affronterà il resto della stagione. Ma il ricordo della scorsa stagione è ancora troppo fresco per non capire quanto sia importante, a prescindere dai rinforzi già a Trigoria e da quelli che devono ancora arrivare, fare subito punti contro le prime avversarie di stagione, soprattutto quelle di minore livello. L’anno scorso Salernitana e Verona (e anche il Milan, avversario alla terza giornata) hanno messo subito il cammino della Roma in salita. L’inizio di questa stagione è piuttosto simile con le sfide contro due squadre che potrebbero essere invischiate nella lotta per non retrocedere e, proprio sul gong del mercato, contro una delle favorite per il titolo. 

Perché Dybala fuori

La spiegazione più logica ai 75 minuti di panchina di Dybala, dunque, non sta nelle gossippare ricostruzioni degli esperti di mercato (secondo cui sarebbe addirittura la Roma, per risparmiare l’ingaggio, dicono, a spingere l’argentino a rispondere positivamente a qualche sirena araba) ma è molto più logico credere, guardando gli aspetti del campo, che De Rossi non ritenga Paulo in questo momento in grado di fare la differenza per 90 minuti e se lo tiene dunque come valore aggiunto nella ripresa partendo da un terzetto di attaccanti diversi e sicuramente ben assortiti. Ma De Rossi non butterebbe mai a mare così uno degli uomini che lo scorso anno gli hanno fatto fare tutti quei punti, uno in grado anche quest’anno di fare la differenza, È molto probabile, dunque, che a Cagliari i titolari siano Soulé, Dovbyk e uno tra El Shaarawy e Zalewski. Si potrebbe obiettare che anche l’attaccante ucraino non sia al massimo della condizione, ma nel suo caso è necessario accelerare l’ambientamento e dunque non sarebbe utile farlo stare in panchina e guardare magari chi, come Tammy Abraham, potrebbe lasciare Trigoria molto presto.

Il centrocampo

A scendere, il centrocampo ha indubbiamente beneficiato dell’apporto dinamico e tecnico di Enzo Le Fée, il primo acquisto dell’estate, forse non per caso. Ad oggi il francese va considerato tra i titolari e non solo perché a Cagliari Paredes sarà squalificato e Cristante si metterà in cabina di regia. Enzo rappresenta con Pellegrini la miglior coppia di mezzale d’assalto almeno per come le immagina l’allenatore. Questo non significa che con il rientro Leandro in regia sarà necessariamente Cristante ad essere sacrificato. Ma è un fatto che al momento la Roma abbia quattro titolari a disposizione per tre posti più Bove, Baldanzi e Pistilli in seconda battuta. Qualcosa forse anche qui dovrà muoversi nel mercato in uscita, le voci su Bove non si sono mai spente, mentre sembrano avere meno consistenza quelle riferite a Cristante, ma il mercato purtroppo è aperto ancora a lungo e come sempre molti club spareranno le loro offerte solo col sipario in movimento. Quest’anomalia andrà sopportata almeno fino a quando qualcuno di buon senso non racchiuderà in una stanza i capi delle principali leghe europee per definire una linea di protesta ferma e inattaccabile che miri a chiudere le finestre di mercato estive intorno a ferragosto, quando più o meno cominciano tutti i principali campionati continentali. 

Quel baricentro alto

Quello che tatticamente anche la sfida del Goodison Park ha mostrato è che a volte il reparto resta un po’ vuoto sulle iniziative avversarie soprattutto quando si perde palla malamente nella metà campo avversaria. Il problema delle transizioni negative la Roma se lo trascina dietro dagli anni di Mourinho e l’allenatore portoghese lo aveva attenuato a modo suo semplicemente  mettendo un difensore in più e quindi costringendo in qualche modo la squadra ad una tattica più attendista. De Rossi ha invece fatto capire sin dai primi giorni di preparazione (e dai primi test) di voler alzare il baricentro della squadra aumentando il tasso tecnico e soprattutto la capacità di spinta sulle fasce. Questo porterà a maggiori pressioni offensive e a correre qualche rischio in più se non si copriranno con sollecitudine le voragini che in certe circostanze si possono aprire in mezzo al campo. Di conseguenza anche per la difesa è lecito attendere qualche ulteriore sviluppo di mercato perché a destra serve sempre il titolare che, nell’attesa della crescita di Sangaré, possa restituire Celik al suo ruolo di subalterno e al centro dare qualche opzioni in più all’allenatore perché Smalling dal punto di vista fisico non dà troppe grazie e Kumbulla sembra destinato a lasciare Trigoria. È evidente che Mancini e Ndicka da soli, e con qualche amnesia che ogni tanto riemerge, non siano sufficienti a coprire il ruolo. Svilar sembra invece aver cominciato la stagione da dominatore proprio come l’aveva terminata e forse anche questo aspetto ha spinto l’allenatore a spingere sull’acceleratore. E se arriverà qualche tiro in porta in più da parte delle avversarie ci penserà il portierone serbo.

Chi arriva davanti?

È lecito sperare infine nell’arrivo di qualche altro fuoriclasse per l’attacco? La questione Chiesa non si è ancora chiarita e finché non sarà definita la sua prossima destinazione (visto che Thiago Motta non sembra avere alcuna intenzione di rimuovere il suo veto iniziale) è lecito credere che ci sia ancora la possibilità di portarlo a Trigoria. Nel caso ad essere sacrificato potrebbe essere Zalewski e la Roma darebbe un ulteriore segnale, forse quello definitivo rispetto alle sue ambizioni. Soulé e Dovbyk sono stati sicuramente pagati più del dovuto, ma il valore dei due giocatori è indubbio. Non sono ancora stelle di prima grandezza nel panorama continentale ma sono entrambi sulla rampa di lancio. Starà all’allenatore fare in modo che questa stagione diventi quella della consacrazione per loro. Se potessimo poi scommettere una fiche su qualcuno lo faremmo su Lorenzo Pellegrini. Restiamo convinti che la fascia di capitano sia salda al braccio di un uomo che ha tutta la dignità tecnica e morale per raccogliere l’eredità che è stata di straordinari personaggi della storia della Roma. Pellegrini non è Totti e forse non ha il carisma di De Rossi ma resta un giocatore di prima grandezza altrimenti gol come quello che abbiamo ammirato sabato a Goodison Park potremmo solo sognarli. L’unica speranza che nutriamo è che possa giocare senza ulteriori contrattempi fisici. Se sta bene può essere il vero motore in grado di far volare questa squadra oltre le sue possibilità. Fa bene, dunque, De Rossi ad aver fiducia anche se oggi agli occhi profani di molti tifosi la squadra non ha ancora le sembianze di un gruppo vincente. La differenza si colmerà sul campo e quando la squadra sarà al completo. Siamo sicuri che ci sarà da divertirsi. Nel frattempo l’unico obiettivo è quello di fare i punti a Cagliari. Ecco perché Rossi sabato ha provato la sua formazione titolare. Senza alcun retropensiero arabo.

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