AS Roma

Goodbye UK: con l'Everton termina pari

Apre Pellegrini, poi risponde Calvert-Lewin. Nel secondo tempo Svilar salva la porta in più di un’occasione

Dovbyk contro l'Everton

Dovbyk contro l'Everton (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Andrea Di Carlo
11 Agosto 2024 - 07:00

Con più ombre che luci, nonostante l’insolito sole di Liverpool, si chiude il ritiro inglese della Roma di De Rossi: dopo il rotondo poker rifilato al modesto Barnsley, i giallorossi non vanno “oltre” il pari contro l’Everton, a patto di considerare il risultato come uno dei parametri di valutazione della validità della prova e come unica cartina tornasole dello stato di salute del gruppo romanista. La Roma sta bene in campo nel primo tempo e va in vantaggio meritatamente, nel secondo tempo si ferma e, senza il solito Svilar, avrebbe molto probabilmente salutato l’Inghilterra con un amaro ko. 

Il tempo delle formazioni “miste” (tra titolari e riserve) è finito, De Rossi decide quindi di schierare un undici dal forte retrogusto di Cagliari-Roma, se non fosse per l’assenza di Dybala che, a qualche tifoso giallorosso, nonostante gli oltre 30 gradi sulla Capitale, ha quasi regalato qualche linea di febbre, vedendo in lontananza, come un miraggio, cammelli arabi posizionati ai cancelli di Trigoria. La Roma che va in campo vede Svilar tra i pali, Celik, Mancini, Ndicka e Angelino dietro, con Cristante in cabina di regia, coadiuvato da Le Fée e Pellegrini, in avanti Soulé, Dovbyk e Zalewski.  

Dopo appena cinque minuti una palla illuminante di Cristante mette in porta Dovbyk: due tocchi per indirizzare il possesso ma il tocco mancino del bomber ucraino non trova lo specchio della porta. Al 18’ altra bella combinazione in mediana, con Le Féè, nel vertice alto dell’area di rigore, che pesca sempre Dovbyk, ma il destro aperto non trova, ancora una volta, il bersaglio grosso. Dopo circa 25 minuti, dopo aver preso un po’ le misure all’ostico Mykolenko, sale in cattedra Soulé: tanti i palloni toccati, tante le intuizioni interessanti ma, senza dubbio, l’acuto più importante si registra al 39’, quando segue l’inserimento di Pellegrini con un lancio al bacio, il capitano addomestica il pallone quasi sgonfiandolo e, senza neanche guardare, calcia e batte Pickford spedendo il pallone all’angolino basso alla destra del portiere inglese. Vantaggio sostanzialmente meritato per la Roma capace di creare più pericoli e di controllare bene le poche folate offensive degli uomini di Dyche.

Cala leggermente il sole sul Goodison Park nella ripresa (inficiando e non poco la diretta televisiva di chi la sfida se l’è guardata su Dazn) e nei giallorossi si vede El Shaarawy al posto di Zalewski,  toccato duro nel finale della prima frazione. Cambia poco e niente De Rossi, cambia subito atteggiamento la squadra, meno intensa e più bassa come baricentro, faticando più del previso nell’uscita dal basso. Qualche brivido in impostazione e dopo un quarto d’ora della ripresa l’Everton cambia marcia e inizia la partita di Svilar, quasi inoperoso nei primi 45 minuti  di gioco. Al 60’ in uscita anticipa e blocca un pallone in profondità diretto a Calvert-Lewin, sessanta secondi dopo si arrende al destro angolato del numero nove inglese, bravo nel superare un Ndicka poco reattivo. Ma per evitare che il pomeriggio del Goodison Park si trasformi in una disfatta, il portiere giallorosso prima devia in angolo un destro pericoloso di Ndiaye (64’), poi si supera sul tentativo ravvicinato di scavetto di Calvert-Lewin (66’) e infine deve mettere i guanti anche sulla conclusione di Harrison pochi minuti dopo (69’). 

Al 75’ arriva il momento di Dybala che si posiziona sulla destra, andando a sostituire Soulé. Ma l’unica occasione degna di nota costruita dalla Roma nella seconda frazione nasce e si sviluppa tutta sulla sinistra: con una combinazione El Shaarawy-Angelino-Bove-Dovbyk-El Shaarawy, il Faraone va al tiro e impensierisce Pickford. A nove minuti dal termine spazio anche a Smalling e Abraham, ma non succede più nulla e l’arbitro Salisbury (che probabilmente ha negato un rigore per un fallo su Bove) fischia la fine senza dare un secondo di recupero. 

La Roma torna a Trigoria con alcune certezze, diverse buone indicazioni ma ancora tante caselle da riempire: un esterno basso destro, un centrale difensivo, un mediano e un esterno alto. Qualcosa s’inizia a vedere e la Roma, palla al piede, è una squadra a tratti godibile. Ma è l’11 agosto, Cagliari è dietro l’angolo. Serve qualcosa in più dal mercato, il campo non mente. 

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