AS Roma

Dovbyk: «Ddr mi ha convinto»

Il centravanti ucraino: «Grazie alla famiglia Friedkin». Ha scelto il numero 11, si è allenato e oggi può esordire

Artem Dovbyk si allena in campo

Artem Dovbyk si allena in campo (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
03 Agosto 2024 - 07:00

«Finalmente». La prima o la seconda parola di Artem Dovbyk in giallorosso è stata “finalmente”. Tanta era l’attesa affinché la trattativa che lo ha portato in giallorosso si concludesse positivamente. «Non vedo l’ora di vivere i primi giorni con la squadra. Sono felicissimo in questo momento», ha detto nella prima intervista da giocatore della Roma rilasciata al canale YouTube del club e pubblicata ieri pomeriggio dopo l’arrivo dell’ufficialità. Il primo ucraino della storia della squadra della Capitale ha scelto la maglia numero 11. Si era tanto dibattuto nel giorno della chiusura della trattativa sul tema, visto che l’agente di Tema (scusate il gioco di parole ma così lo chiamano le persone più vicine), Alex Lundovskyi aveva pubblicato (e poi rimosso) un’immagine sui social con la prima maglia della Roma e il numero 9 con la scritta “Artem”. Il 9 già occupato da Tammy Abraham è rimasto all’inglese, dopo la scelta di Dovbyk, arrivata forse un po’ per eleganza, o per convinzione, visto che con l’11 gioca in nazionale. Per tifosi e amanti delle strategie di marketing, comunque, curiosità finita ieri pomeriggio, non appena l’ex attaccante del Girona è stato presentato ufficialmente con i primi video in maglia bianca (attualmente in lancio) e rossa. «Tutte le strade portano a Roma», il messaggio meno equivoco dell’agente del calciatore di ieri. «Daje Roma daje», ha invece “messaggiato” Artem ai tifosi nel primo mini-video esclusivo: «Sono molto felice di essere qui e di far parte di questo grande club».


Ieri Dovbyk ha prima conosciuto i compagni, che il giorno prima non erano più presenti a Trigoria al suo arrivo in quanto si erano allenati la mattina e  poi ha svolto il lavoro con la squadra, agli ordini di De Rossi. Col tecnico romanista qualche chiacchiera l’aveva scambiata subito dopo le visite mediche: «Mi ha spiegato qualcosa a livello tattico, poi mi ha parlato un po’ del club. Dopo questo dialogo, ho sentito un’emozione positiva ed è anche per questo che ho fatto questa scelta».
Dai nuovi compagni ha ricevuto il caloroso benvenuto con un siparietto ripreso anche dalle telecamere, poi in campo ha segnato il primo gol e vinto la prima partitella festeggiata, fra gli altri, con Dybala, Bove, Dahl e El Shaarawy.
Oggi Artem sarà a Rieti per Roma-Olympiacos, dove potrebbe esordire per una manciata di minuti. C’è grande curiosità di vederlo all’opera da parte dei  tifosi che andranno a Rieti per il primo sold-out della stagione non ufficiale. Sta bene fisicamente, il lavoro con il Girona era a buon punto (e ha pure giocato i famosi 43’ contro il Tolosa poche ore prima di diventare romanista), poi partenza alla volta dell’Inghilterra per il “vero” ritiro della squadra.


Dai Friedkin a Shevchenko 

Convinto prima di tutto da Dan e Ryan Friedkin, che hanno avuto un ruolo chiave in questo affare: «Ho parlato con loro. Non avevo mai parlato con il presidente prima di un trasferimento. Tutto questo mi ha convinto a venire qui. Ci tengo molto a ringraziare la famiglia Friedkin», ha detto. Scegliere la Roma è stato facile, «perché è uno dei migliori club italiani, con un progetto che considero importante e in cui credo molto. Spero che riusciremo a fare qualcosa di interessante nella prossima stagione». Un club iconico nel nostro Paese, ma anche all’estero. Anche per la tifoseria così calda, come Dovbyk ha capito fin dall’inizio della trattativa prim’ancora dell’approdo da eroe a Ciampino: «Sì, ho visto qualche video, alcuni divertenti, altri più seri, che mi hanno fatto capire quanto la gente ami il calcio qui. Ringrazio i tifosi per questo». E non ha ancora visto dal vivo l’Olimpico: «È uno stadio meraviglioso, ho visto molte partite giocate lì. Ci sono 70 mila persone, è straordinario giocare davanti a così tanti tifosi. Penso che uno stadio così ti dia quell’energia in più». Per Artem, questa sarà la prima volta “vera” a Roma: «Sono stato qui una volta, ma non ho visto nulla a causa del coronavirus. So che è una bellissima città ed è la Capitale d’Italia per cui vorrei visitarla».


Il Girona è ormai alle spalle, ma certamente senza l’ultima stagione top la considerazione internazionale del calciatore sarebbe stata diversa: «È stata straordinaria per me, ma anche per il Girona che per la prima volta nella sua storia ha conquistato un posto in Champions League. Lo scorso anno è stato fantastico, la squadra mi mancherà, ma per me è arrivato il momento di un altro passo in avanti». Che vuol dire anche maggiori pressioni rispetto alla Liga: «Ora sono in un club diverso, il Girona è un piccolo club in Spagna, la Roma è una società molto importante, con una grande storia. Non posso dire che sia la stessa cosa. So che c’è molta pressione su di me, ma il calcio senza pressione non è calcio. Sento la responsabilità, ma è un onore giocare qui in Italia, per cui cercherò di mostrare il mio calcio migliore, voglio riuscire a farlo proprio in Italia».


In fondo, un po’ di pressione arriva proprio dalle sue performance: negli ultimi cinque anni i capocannonieri della Liga sono stati Messi per due volte, Benzema, Levandowski  e poi Dovbyk: «È straordinario, perché ho conquistato per la prima volta il titolo di capocannoniere della Liga. Vorrei ringraziare i miei compagni, perché hanno creato molte opportunità per me. Segnare molti gol è il mio lavoro, per cui è stata una bellissima sensazione».
Dovbyk è un calciatore che sa fare bene anche fuori dall’area di rigore, ma il meglio lo restituisce dentro l’area: «Sì, avere il giusto feeling nell’area di rigore è molto importante per un attaccante. Nella scorsa stagione e anche in quella precedente ho segnato molti gol in area. Spero di fare altrettanto qui alla Roma». Dove troverà diversi calciatori di qualità: «Se posso migliorare? Sì, certamente, perché si tratta di top player, che hanno grandissime qualità. Tutti conoscono bene le loro doti, spero che possano creare molte opportunità per me. Io cercherò di trasformarle in gol». Magari sulla scia del suo idolo calcistico, un calciatore che è stato vicinissimo diversi anni fa dal vestire la maglia della Roma, colui che «è stato il miglior giocatore ucraino e ha giocato anche in Italia», Andrij Shevchenko. Magari.■

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