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Ventiquattro gol per dire "bomber", ecco Artem

Pichichi dell’ultima Liga, l’area di rigore è il regno di Dovbyk

Dovbyk esulta con la maglia del Girona

Dovbyk esulta con la maglia del Girona (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Emiliano Paciocco
01 Agosto 2024 - 08:41

Rompere il duopolio Real-Barca dopo 14 anni e diventare pichichi della Liga, facendolo inoltre con la maglia di una outsider come il Girona, è sicuramente una delle imprese sportive degli ultimi anni, ed Artem Dovbyk ne è stato l’artefice nella stagione da poco conclusasi con 24 reti.
Rivedendole tutte si può capire meglio la tipologia di calciatore ed analizzarne le sue caratteristiche, utili a capirne i molti pregi ed i pochi difetti dell’arsenale a sua disposizione.

È un attaccante mancino di stazza imponente, 190cm per quasi 80kg, massiccio e difficile da spostare, oltre che molto bravo a smarcarsi in area di rigore, caratteristiche che gli hanno permesso di siglare ben 6 reti di testa. Rigorista quasi spietato, 7 su 8 le sue realizzazioni, si nota facilmente come sia una punta che prediliga calciare di interno le sue conclusioni, sia dal dischetto che su azione, e farlo rigorosamente con il suo piede forte, il sinistro appunto, con cui ha realizzato 17 dei restanti 18 gol. Mai una rete di potenza calciando col collo del piede, una sola con la parte esterna, sempre del mancino. 

Il destro, che ha usato solo una volta per segnare, tra l’altro praticamente da dentro la porta, sembra essere forse il suo unico punto debole, anche perché nelle sole 3 occasioni in cui ha effettuato un dribbling prima di calciare, sembra farlo prevalentemente per spostarsi sul piede preferito la battuta a rete.

Altra dote evidente è come il suo pane quotidiano sia l’area di rigore, visto che da fuori, anzi in realtà proprio dal limite, è arrivata una sola segnatura, ben 11 invece a pochi passi o dentro quella piccola, per definizione territorio dei portieri, ma che Dovbyk non solo occupa con frequenza, ma l’ha trasformata nel suo pane quotidiano.

Lontano dalla porta non prende mai palla per partire in campo aperto, non fa della velocità la sua caratteristica principale, piuttosto si appoggia ai compagni per buttarsi negli spazi senza esitazione alcuna.

Abile nel controllo del corpo una volta giratosi, tende a cercare lo spazio fra sé ed il difensore piuttosto che usarlo da perno in stile Lukaku. Una volta liberatosi, servito dai suoi compagni, sono sempre conclusioni o di prima o al massimo stop e tiro, 7 sommate entrambe, angolate ma mai potenti, quasi furbe di chi sente la porta con l’istinto del bomber, talmente chirurgiche che 3 volte hanno colpito il palo interno prima di insaccarsi. A guardare tutti e 24 i gol, sembra come se i difensori non gli stiano mai del tutto attaccati, ma se ci si concentra solo sui suoi movimenti, è proprio lui che grazie a finte direzionali e di corpo tende a disorientarli, preferendo il liberarsi dalla marcatura piuttosto che affrontarli fisicamente.
Se aggiungiamo 8 assist poi, per un attaccante che fa letteralmente reparto da solo, non facciamo fatica a capire i perché la Roma e De Rossi se ne siano innamorati, ma quello che tutti hanno compreso è come sia un giocatore che abbia bisogno più di altri delle assistenze dei suoi compagni per gonfiare le reti, specie dagli esterni, che siano alte o basse ad Artem Dovbyk non importa.

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