En-Nesyri, dalla strada a quei salti verso il cielo
Umili origini, poi l’Accademia del Re lo indirizza in direzione Spagna
Più tortuoso che lungo. In termini di tempo come di spazio, il percorso di En-Nesyri verso i successi calcistici si è rivelato una sorta di parabola. A effetto speciale. Nato in Marocco (a Fes, città patrimonio dell’Unesco e considerata una dei centri più emblematici del mondo islamico) da una famiglia di umili origini, il giovanissimo Youssef trova la prima svolta di una carriera ancora in embrione nientemeno che tramite re Mohammed VI. Nel 2009 il sultano inaugura un’Accademia del calcio per risollevare le aree più disagiate e aiutare i ragazzi a centrare l’obiettivo di giocare in campionati professionistici. En-Nesyri impiega poco a mettersi in luce e a farsi notare dalla parte opposta del Mediterraneo.
A scovarlo è il Malaga, che se lo porta a casa non ancora maggiorenne e ne esalta il fiuto del gol: con le giovanili del club andaluso riesce a segnare 49 volte in 43 presenze. Il passaggio alla squadra B è travolgente quanto breve: ancora una media di un centro a partita (sei in altrettante gare) e a Youssef si schiudono le porte della prima squadra già nel 2016, a 19 anni. In Liga il talento marocchino oscilla fra campo e panchina, ma già mostra le sue caratteristiche principali: è veloce nonostante l’altezza imponente (un metro e 92), ha un mancino più che “educato” che gli permette di svariare su tutto il fronte offensivo. E soprattutto è formidabile nello stacco aereo.
Quando il Malaga retrocede in Segunda Division è costretto a cederlo e il club più lesto ad accaparrarselo è il Leganes, che su di lui stanzia l’investimento più oneroso della propria storia: sei milioni. Ripagato con gli interessi quando a gennaio 2020 è il Siviglia a corteggiare l’attaccante e spendere ben 20 milioni (altro record, questa volta remunerativo, per i Pepineros) per riportarlo in Andalusia. E alla prima stagione intera l’acquisto si rivela indovinato, grazie ai suoi 24 centri in 52 gare. In quel momento En-Nesyri è però già una certezza, soprattutto per gli spagnoli che ai Mondiali del 2018 sono stati fermati sul 2-2 da un suo gol.
Eppure in patria c’è ancora chi storce la bocca quando lo vede in azione con la maglia della nazionale. Ma è uno scetticismo destinato a durare poco: nel 2022 in Qatar è un suo stacco poderoso (a 2,78 metri di altezza, battendo il precedente record che apparteneva proprio a CR7) a eliminare il Portogallo e a spalancare al Marocco la porta delle storiche semifinali. Il re insignisce Youssef e la squadra dell’Ordine del Trono. E il cerchio si chiude.
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