Dai Conti jr a Guardiola: la storia del 28 prima di Le Fée
Mangone nella stagione scudettata del 2000-01. E poi Aquilani, Virga, Rosi e Skorupski
Ci sono numeri di maglia, nel calcio, con un’aura di romanticismo e fascino leggendari: è il caso della 10 più o meno ovunque, o della 7 al Manchester United. La 14 riporta alla mente, in qualsiasi parte del mondo, Johann Cruijff e Thierry Henry. A Roma, nello specifico, è impossibile pensare al 5 senza pensare a Falcao, al 10 senza che alla mente tornino Di Bartolomei e Totti, mentre al 6 hanno dato lustro Aldair e Strootman, al 16 De Rossi. Ma la maglia numero 28, scelta da Enzo Le Fée per la sua prima stagione in giallorosso, non rievoca certo imprese leggendarie. Eppure, l’ha indossata - seppur per un breve periodo - un calciatore che è stato per tre volte campione d’Europa con il Barcellona: la prima da calciatore, le altre due da allenatore. Si tratta di Pep Guardiola, sbarcato nella Capitale nel 2002-03, in precarie condizioni fisiche e ormai in là con l’età. Quel numero, il catalano, lo aveva raccolto da Alberto Aquilani, che nel 2001-02 aveva raccolto qualche convocazione, senza però esordire.
Sono stati tanti i prodotti del vivaio che, una volta affacciatisi in Prima Squadra, hanno indossato il 28. Da quando esistono i numeri di maglia fissi (1995-96), numerosi ragazzi lo hanno scelto - o è stato loro assegnato, in alcuni casi. È il caso, per esempio, di due figli d’arte: Andrea e Daniele Conti, rispettivamente classe 1977 e 1979, entrambi cresciuti a Trigoria. Il primo, nel 1996-97, raccolse le sue due uniche presenze con la Roma proprio vestendo il 28. Che l’anno seguente passò sulle spalle del fratello Daniele, mai sceso in campo. E poi Maurizio Lanzaro, 3 presenze ufficiali in giallorosso tra il 1998 e il 2000; il nigeriano Adewale Wahab, 4 spezzoni nel 2003-04; Valerio Virga, 17 gettoni e 1 gol tra il 2004 e il 2008; e Aleandro Rosi, terzino destro che giocò con maggiore continuità rispetto ai succitati a cavallo tra il 2005 e il 2008. In mezzo a queste giovani promesse, un esperto difensore centrale, capace di vincere lo Scudetto del 2000-01, seppur da gregario: Amedeo Mangone, che nella stagione tricolore veste appunto la maglia 28, scendendo in campo in 19 occasioni.
In tempi più recenti, il numero che oggi appartiene a Le Fée è finito sulle spalle del centrocampista ghanese Ahmed Barusso nel 2010-11 e su quelle di Francesco Proietti Gaffi, portiere nel giro della Prima Squadra nella stagione di Luis Enrique, ma mai sceso in campo in partite ufficiali. A proposito di estremi difensori: l’ultimo a scegliere la maglia numero 28 è stato Lukasz Skorupski, che lo indossa tuttora al Bologna. Non proprio una carrellata di talenti: l’auspicio è che Le Fée possa finalmente dare lustro a questo numero a Roma.
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