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Je suis Le Fée, il principe di Keryado

Dalla periferia della sua città natale all’upgrade di Rennes. Adesso la nuova sfida in Serie A

Le Féè a Fiumicino

Le Féè a Fiumicino

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
10 Luglio 2024 - 07:00

An Orient, in Bretagna del Sud, è chiamata in lingua locale la cittadina dov’è nato 24 anni fa Enzo Le Fée. Al secolo è la più conosciuta Lorient, dipartimento di Morbihan, poco meno di 60 mila abitanti, esattamente a metà sul lato sinistro del triangolo dei più grandi centri di Brest, Nantes (nella regione dei Paesi della Loira) e Rennes, capoluogo dell’affascinante regione avamposto settentrionale della Francia. Dove, specie nella parte più a Ovest, d’estate la luce si spegne completamente solo dopo le 23 e si scrivono e si parlano altre due lingue, oltre al francese: il bretone e il gallo. 

Il classe 2000, nuovo calciatore della Roma, è cresciuto a Keryado, quartiere periferico a Lorient nord. Ci si arriva entrando nella ville rotonda dopo rotonda, tra una boulangerie (panificio) e l’altra, lasciandosi a destra e a manca case bianche basse a perdita d’occhio. Un campo, oggi di erba sintetica, che affaccia su strada, con grate di ferro che consentono ai passanti di vedere da vicino, dal marciapiede, le partitelle: qui ha mosso i primi passi e calciato i primi palloni Enzo. È la scuola calcio di zona, del periodo non certo facile dell’infanzia di Le Fée, tra la reclusione del padre Jérémy Lamprière e la sua separazione dalla madre, di cui Enzo prenderà il cognome, pur mantenendo un ottimo rapporto con il genitore anche lui aspirante calciatore prima di prendere una brutta strada che culminerà con il suicidio in carcere nel 2021. A Keryado viene notato per le sue qualità e spicca il volo verso Ploemeur, dove si sposta presto la sua vita. All’Espace FCL, il centro sportivo del Lorient, un po’ fuori città, a sud, in direzione Atlantico. A 3 km da lì il penitenziario, dove Enzo fa visita molto spesso al padre, saltando anche qualche allenamento. E lì tornerà nel 2022 per incontrare i compagni di cella di Jérémy: «Tuo padre ci ha parlato molto di te», gli diranno. A testimonianza di un rapporto sfortunato ma saldo.
Lo stadio dei Merlus (dal pesce simbolo del club), invece, è al centro di Lorient, a pochi passi dal porticciolo di Plaisance dove il fiume Scroff e il Blavet si incontrano per sfociare nell’Oceano, “protetti” dall’isoletta di Groix, dietro la quale, ma navigando chissà quanto, si può scoprire solo l’America. 

Un salto avanti e uno indietro

Un po’ di America, Enzo, si può dire che la trova a Rennes, dove cambia la dimensione e dove arriva da star: una proprietà ambiziosa per una piccola società di provincia già in crescita, più di 200 mila abitanti. Il Lorient se lo lascia alle spalle senza alcun rancore reciproco e senza rinnegare alcuna radice, anzi: va via come modello da seguire, come esempio sociale di ragazzo “riuscito”. Grazie alla vendita del “piccolo principe di Keryado”, come veniva soprannominato per le sue qualità da numero 10, il club d’origine incassa 20 milioni con buona soddisfazione di tutti. Nel capoluogo della Bretagna il, pur moderato, passo avanti. Si lavora senza troppa pressione, il centro sportivo Henri Guérin sta ancora crescendo per diventare più moderno. Qualche rotonda e qualche strada limitrofa lo rende piuttosto accessibile ai curiosi e ai tifosi che cercano un approccio. La Ligue 1 però in molte zone della Francia (scoraggiate dallo strapotere delle solite big) è un po’ altro mondo per come è vissuto il calcio. La tranquillità regna sovrana, nonostante un interesse crescente intorno e un forte attaccamento della tifoseria, molto coinvolta dal club. 
Lo stadio Roazhon Park (30 mila posti a sedere, antico ma ristrutturato nei primi anni 2000) è alle porte della città a Ovest, in una zona commerciale, a due passi dal campo di allenamento. Un catino che, dicono, si infuoca quando gioca la squadra rossonera. Un ambiente ideale, insomma, per fare calcio. Il numero 28 è ben visibile nelle gigantografie dei chioschi del merchandising. Ma nel club che dalla Roma aveva acquistato Matic nell’estate del 2023, Le Fée, complice anche un infortunio, fa un passo indietro. Non tale però da svalutarlo (come insegna la trattativa che lo ha portato nella Capitale) e come suggerisce la percezione dei tifosi e dei media francesi. Comprensione per l’opportunità ma rammarico per non averlo visto ripetersi con lo stato di grazia di Lorient e per vederlo invece andar via dopo una sola stagione. L’operazione però è importante e anche se il Rennes ha diversi giocatori “chiacchierati” su radio mercato, c’è una certa confidenza del fatto che «Massara e Stephan non potranno venderli tutti». Intanto Le Fée ha preso il treno, anzi l’aereo per Roma e non vede l’ora di mettersi a disposizione e confrontarsi con la nuova sfida della Serie A. Bonne chance.

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