AS Roma

La coppa porta consiglio

Tra Copa America, Europei e Mondiali, negli ultimi anni sono state tante le trattative del mercato giallorosso influenzate dalle nazionali: da Manolas e Holebas fino a Olsen e Nzonzi

Nzonzi e Monchi

Nzonzi e Monchi

PUBBLICATO DA Pietro Laporta
03 Luglio 2024 - 07:00

«Comprare i giocatori dopo i Mondiali non è mai una buona idea». Lo spiega Ramon Rodriguez Verdejo, meglio noto come Monchi, nella sua biografia uscita nel 2017, ma è ciò che, allargando il concetto dai Mondiali agli Europei (e Copa America) dovranno tenere a mente Ghisolfi e la Roma in vista di questo calciomercato. Il club giallorosso lo sa bene, negli ultimi anni sono state tante le trattative influenzate dall’andamento delle varie competizioni per nazionali: fu proprio il direttore sportivo spagnolo a venir meno al suo dogma, durante l’esperienza nella Capitale, coincidente con il Mondiale in Russia nel 2018. La Roma si trovava infatti a dover sostituire Alisson, il portierone brasiliano su cui era piombato il Liverpool, e così l’attuale uomo mercato dell’Aston Villa, in barba a quanto espresso nel suo stesso libro, decise di puntare su Robin Olsen, portiere allora 28enne, messosi in mostra nella cavalcata che aveva portato la Svezia fino ai quarti di finale. Una scelta che non si rivelerà troppo fortunata, con l’ex Copenaghen che terminerà la stagione in panchina, scavalcato da Mirante. Nel Mondiale che si disputò in Russia si andò poi a pescare nella squadra vincitrice, e fu così che, direttamente dalla Francia campione del Mondo, arrivò Steven Nzonzi, prelevato a peso d’oro dal Siviglia.
Neanche l’acquisto del mediano francese si rivelò azzeccato, e il giocatore lasciò dopo solo un anno la Capitale. Un doppio abbaglio che segnò un’incrinatura nella tradizione tra la Roma e le competizioni estive, da cui tanto per citare un esempio quattro anni prima l’allora ds Walter Sabatini aveva attinto con grande fortuna: tra le sorprese del Mondiale 2014 in Brasile, la Grecia aveva messo in mostra una difesa di tutto rispetto. A comporla, per due quarti, il giovane centrale Kostas Manolas e l’esperto terzino sinistro José Holebas:  entrambi in forza all’Olympiakos, furono quindi prelevati dalla Roma per migliorare la difesa. 

Non portò consiglio neanche il 2021, anno in cui a causa del Covid vennero rinviate la Copa America e l’Europeo dell’anno prima. Nel primo torneo a distinguersi tra le fila dell’Uruguay fu il giovane terzino Matias Viña: le prestazioni convincenti con la “Celeste” attirarono su di lui gli occhi di Tiago Pinto, alle prese in quel periodo con la ricerca di un laterale mancino da regalare al nuovo tecnico José Mourinho per sostituire Leonardo Spinazzola, che pochi giorni prima aveva riportato sempre ad Euro2021 la lesione del tendine d’Achille. Altro caso emblematico in entrata fu quello di Granit Xhaka: l’anno è sempre il 2021, e nel primo mese dall’annuncio di Mourinho come nuovo allenatore della Roma il nome che circola con più insistenza è quello del centrocampista svizzero, allora 28enne,  in uscita dall’Arsenal che venne a lungo descritto come ad un passo dall’arrivo nella Capitale. Le ottime prestazioni che trascinarono la Svizzera ai quarti di finale quell’anno indussero a delle riflessioni dalle parti di Londra, e così Xhaka venne blindato qualche settimana più tardi dai Gunners con un rinnovo di contratto. 

In attesa di scoprire quali ripercussioni avranno l’Europeo e la Copa America in corso, la speranza dalle parti di Trigoria è dunque quella che, come la migliore delle notti, le due competizioni possano portare consiglio al nuovo direttore sportivo Florent Ghisolfi, per costruire una Roma competitiva in vista della prossima stagione.

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