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I piani di Dan

La Roma nel mirino: da sinistra e da destra l’interesse è sospetto

Dan e Ryan Friedkin seduti in tribuna

Dan e Ryan Friedkin seduti in tribuna (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
17 Giugno 2024 - 07:00

Bussano da destra e da sinistra e l’obiettivo è sempre lo stesso: Dan Friedkin. L’ultima è la trattativa in via di definizione per l’acquisto dell’Everton, segno tangibile della rassicurante solvibilità del gruppo imprenditoriale a capo della Roma e invece fonte di chissà quale preoccupazione rilanciata per l’appunto da giornali teoricamente molto lontani tra loro, come La Verità e Repubblica. Ieri i loro erano i titoli più inquietanti sul tema: “L’Everton ai Friedkin preoccupa i tifosi” avverte il quotidiano di Maurizio Molinari; “Friedkin-Everton, la Roma ora trema” risponde il foglio di Maurizio Belpietro. Escludendo che i due direttori si siano sentiti per condividere l’umore dei tifosi giallorossi, possiamo solo rallegrarci per la fantasia dei titolisti che hanno puntato sugli aspetti più oscuri di una vicenda che dovrebbe essere invece piuttosto chiara. 

Sul fatto che l’impegno inglese non inciderà su quello in Italia che, anzi, ne trarrà eventualmente beneficio, si è espressa la società in maniera piuttosto esplicita commentando informalmente le prime indiscrezioni e, in maniera preventiva, per diretta voce della Ceo Lina Souloukou, al recente focus dedicato alle multiproprietà nel calcio a margine dei Globe Soccer Awards Europe Edition: «La Roma - ha detto Souloukou - resterà sempre il centro del nostro progetto, per la città e per i tifosi. La visione della proprietà è quella di un grande investimento a lungo termine, non c’è la minima intenzione di lasciare e questo deve essere ben chiaro. L’obiettivo? Portare la Roma al vertice del calcio europeo». E ancora: «Quello delle multiproprietà è un modello che ormai esiste, è già sotto gli occhi di tutti, dobbiamo essere pragmatici: più di cento club rientrano in questo concetto, un terzo si trova in Europa. Di certo ci sono tante cose che possiamo ancora sviluppare e migliorare, ma questo è uno scenario in crescita e credo che la tendenza non si fermerà presto: è in grado di attirare investitori perché la presenza di più club mitiga i rischi».

Il più furbo dei commentatori è pronto a prenderci in castagna: vabbé, ma le smentite della società non contano, che dovrebbero dire? Eccome se contano, invece. Per quale motivo una Ceo autorevole come Lina Souloukou dovrebbe esporsi per conto dei Friedkin se non fosse assolutamente certa di quello che dice? Se domani Dan dovesse vendere la Roma che fine farebbe la credibilità della dirigente greca? La verità, e in questo caso l’omonimo giornale non c’entra niente, è che i Friedkin parlano poco, anzi niente, proprio per non dilettarsi nello sport preferito di chi è abituato a fare solo chiacchiere. E i tre anni di contratto a De Rossi (e a Ghisolfi) sono un altro avviso chiaro ai naviganti. E chi sogna di mettere le mani sulla Roma deve aspettare ancora un po’.

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