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«Io senza la mia Roma proprio non so stare»

Il tweet virale di Valentina e la vicenda dei rinnovi per disabili giunta fino a Trigoria

La tifosa Valentina in Tribuna Tevere

La tifosa Valentina in Tribuna Tevere (Il Romanista)

PUBBLICATO DA Andrea Di Carlo
13 Giugno 2024 - 07:00

Superiamo gli ostacoli, di ogni forma e natura. E la vita di Valentina, di ostacoli, ne ha incontrati tanti. Non tutti superati, ma tanti arginati, con voglia, caparbietà e sospinta dall’amore per la Roma. 51 anni all’anagrafe, oltre 40 al seguito dei colori giallorossi, dall’83 ad oggi.

Abbonata da diversi anni, la sua storia è diventata virale sui social pochi giorni fa quando, dal suo account “Cosaseiperme”, aveva denunciato un disservizio che negava la rateizzazione per il pagamento della quota del suo rinnovo: «La procedura non è mai cambiata per noi. Si contatta il call center, si lasciano i dati, anche dell’accompagnatore, e si paga tramite carta di credito. Quest’anno, invece, si doveva compilare un form dove l’unica modalità di pagamento indicata era la carta di credito, nemmeno il bonifico». Un costo eccessivo per Valentina da saldare in un’unica soluzione, per questo ha sollevato il caso della mancata possibilità di rateizzare l'importo, che è arrivato qualche ora dopo a Trigoria: «Dopo la mia segnalazione sono stata contattata, mi hanno spiegato che stanno risolvendo, con la speranza che entro il 18 giugno (quando chiuderà la fase dei rinnovi) ci sia modo di procedere. Intanto hanno bloccato il mio posto, per evitare la beffa, oltre che il danno».

Una storia d’amore giallorossa

La vita di Valentina merita di essere raccontata. Perché la tormentata convivenza con una malattia genetica ossea (“Osteogenesi imperfetta”) non ha mai rallentato la sua storia d’amore con la Roma. Nata l’8 maggio del 1983, quando s’imbattè in un fiume d’amore a tinte giallorosse. «Voglio essere una di loro, papà», la richiesta di Valentina. Pronta la risposta: «Operati, non posso portarti allo stadio in braccio». 

La malattia, che le ha procurato oltre 40 fratture ossee nell’arco della vita, andava affrontata una volta per tutte. In Francia, qualche anno dopo, arrivò l’intervento che le permise di realizzare il suo sogno. Entrò all’Olimpico per la prima volta, con le stampelle, il 21 febbraio del 1988: «Si facevano ancora le amichevoli a febbraio, pensa che tempi. Battemmo 3-0 lo Young Boys». Sette giorni dopo la prima ufficiale contro la Juventus, un’altra vittoria. Un rapporto vissuto sempre con intensità, tra alti e bassi, la scelta di non rinnovare con Zeman, lo Scudetto vissuto da casa fino al ritorno allo stadio nel momento del massimo bisogno della sua Roma, quando rischiammo la retrocessione con Bruno Conti alla guida. Poi l’era Mourinho, l’abbonamento che torna realtà, il romanismo che divampa nel suo cuore.

Un club al suo fianco

Tante le iniziative che, negli ultimi anni, la Roma ha dedicato al mondo della disabilità: «Come “Superiamo gli ostacoli”, davvero splendida. Vengono a prenderti a casa con mezzi Toyota e ti riportano a casa. Il problema resta l’inciviltà delle persone, di chi non aiuta il deflusso e prende a calci i mezzi dopo le gare o di chi occupa il posto dell’accompagnatore durante le partite, a volte rimanendo in piedi e ostacolando la visuale. Non è sempre facilissima la vita all’interno del settore». 
Ma Valentina non ha intenzione di mollare di un centimetro, sempre al seguito della sua Roma. Sperando che tra pochi giorni possa stringere tra le mani il suo nuovo abbonamento.

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