Chiesa, nel bene e nel male la Roma nel destino
Dal mercato al ko dell’Olimpico. E in azzurro il rapporto con DDR e Pellegrini
Quale che sia il futuro che attende Federico Chiesa, il suo passato si è già intersecato con quello della Roma. In diversi ambiti. Incroci più acri che dolci, dal mercato al campo, con qualche punta di zucchero restituita dal rapporto dell’attaccante juventino con allenatore e Capitano giallorosso.
Il primo a rivolgere lo sguardo verso il talento emergente del calcio italiano è Monchi, nell’estate del 2018. Federico ormai non è più soltanto il figlio d’arte di Enrico, ma un esterno offensivo che si sta facendo strada a suon di gol e assist: nella Fiorentina di Pioli è quasi un intoccabile e chiude la sua seconda stagione in A con 36 presenze, condite da 6 reti e 7 passaggi decisivi. Le movenze e le capacità balistiche ricordano il padre, la duttilità tattica ne accresce l’appetibilità. Tanto che il club viola spara alto: per prenderlo occorrono sessanta milioni. Troppi per la Roma.
Nel 2017 Chiesa si è messo in luce anche con la maglia dell’Under 21, della quale è già un punto fermo Lorenzo Pellegrini (classe 1996, un anno più grande di Federico). E in azzurro fra i due scatta subito il feeling: nelle prime due presenze - contro i pari età di Polonia e Spagna - il fiorentino serve due assist per altrettanti gol di Pelle. Per entrambi si schiudono le porte della Nazionale maggiore: anche in questo caso Lorenzo anticipa di qualche mese il compagno, poi però un ko lo ferma sul più bello, alla vigilia dell’Europeo vinto nel 2021. Ma nello staff del ct Mancini c’è Daniele De Rossi, che ha smesso di giocare da poco e dell’Italia è stato un alfiere: per i giocatori è quasi un fratello maggiore che dispensa consigli e li accompagna nel percorso verso il titolo. Il rapporto con DDR si cementifica in quell’occasione e a distanza di quasi tre anni l’abbraccio caloroso fra i due al termine dell’ultimo Roma-Juve lo conferma.
In un’altra sfida proprio fra giallorossi e bianconeri - il 10 gennaio 2022 - uno scontro fortuito con Smalling gli aveva causato il peggior infortunio della carriera: rottura del legamento crociato. Ma Euro 2020 dimostra che l’Olimpico non gli è sempre stato ostile. E il destino può ancora riservare altre sorprese positive.
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