AS Roma

Rivoluzione sarà: DDR indica la via

Chiusa la stagione De Rossi pensa al domani: «Va alzato il livello. Idee in linea con il club»

Daniele De Rossi

Daniele De Rossi (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Simone Valdarchi
28 Maggio 2024 - 07:00

«Ma s’io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni». Formalmente, la gara di Empoli non contava nulla. La Roma era già sicura del sesto posto con una settimana d’anticipo sul triplice fischio del campionato, dopo la vittoria sul Genoa. Poco prima di scendere in campo, le notizie da Bergamo avevano anche dato la certezza sull’esclusione dalla prossima Champions, con un’altra Europa League, nel suo nuovo formato pensato dalla Uefa, in cui tuffarsi da settembre in poi.
De Rossi però aveva avvertito tutti alla vigilia, dentro e fuori Trigoria, del peso specifico che, nel suo modo di vivere il calcio - e probabilmente anche la vita - la trasferta del Castellani avrebbe avuto. Parole alle quali sono seguiti fatti, con la scelta della formazione - al netto delle assenze per squalifica o infortuni - senza alcun turnover, ma l’esito è stato quello di una Roma sconfitta all’ultimo minuto, da un gol che, citando Daniele, “in Serie A non puoi prendere”.
E così alle parole nel prepartita hanno fatto seguito quelle dopo i tre fischi di Massa, con “L’avvelenata” di De Rossi - nel parallelo con il brano di Guccini che ha aperto l’articolo - nei confronti di una squadra sempre tutelata e, in qualche modo, coccolata in questi quattro mesi e mezzo da allenatore della Roma. A futura memoria dei giocatori, sì, ma soprattutto della società e della dirigenza con le quali ha cominciato ad impostare il suo futuro, che poi è anche quello della Roma e quindi il nostro.

Il dito e la luna

«Si guarda avanti adesso? No. Si guarda a questa partita, che ci aiuterà a guardare in avanti. Ci ha detto qualcosa, al di là del risultato. Questa partita è un punto di partenza per guardare avanti». Firmato Daniele De Rossi. Così il tecnico di Ostia ha commentato ai canali del club la sconfitta in Toscana. Di belle serate, da gennaio in poi, la Roma ne ha vissute, ma DDR sceglie di cogliere l’aspetto positivo dell’aver concluso così male, come stimolo a migliorarsi. Come il dito e la luna. Empoli-Roma è il dito, quello su cui non fissare lo sguardo come lo stolto, ma lo strumento attraverso il quale immaginare il nostro domani, la luna.
E la sua luna, che poi è anche quella della Roma e quindi la nostra, De Rossi ha ben presente dove sta e il percorso da fare per raggiungerla: «Io ci credo fortemente - ha detto ieri, all’interno della cerimonia per i premi Ussi svolta al Circolo Canottieri Anieni - che con un percorso serio, giusto e corretto torneremo a sollevare qualche coppa a breve».
C’è da intraprendere però questo percorso e, in questo senso, l’estate che ci approcciamo a vivere giocherà un ruolo fondamentale. Il futuro passa da qui e De Rossi, insieme alla famiglia Friedkin e alla dirigenza, ha già cominciato a tracciare le linee guida. Tre mesi che trasformeranno inevitabilmente il volto della rosa, con nove giocatori che, tra prestiti e scadenze contrattuali, potrebbero salutare il prossimo trenta giugno.

Comunione d’intenti

Affinché le sue idee portino i frutti sperati, c’è bisogno ovviamente del supporto della società, con Florent Ghisolfi che, senza i soldi della Champions, dovrà essere ancora più bravo a metterle in pratica. Dopo, ovviamente, aver condiviso un piano comune: «Quando subentri in panchina - ha detto De Rossi - e trovi una rosa creata da altri, è normale che possa essere un po’ distante dalla sua idea. Mi piace però avere le stesse idee della proprietà, di Lina Souloukou, con la quale ho parlato a lungo ieri, e del direttore sportivo. Ci siamo confrontati su quello che c’è da fare. Abbiamo anche piani di riserva, sono fiducioso».
La rabbia post Empoli e la sua fiducia dopo il confronto con la società rappresentano la miglior garanzia per i tifosi della Roma. Perché, forte di un nuovo contratto triennale, non ha alcuna voglia di perdere tempo per far tornare la sua squadra ai posti che le competono: «La stagione non è stata disastrosa - ha continuato DDR a margine dei premi Ussi - e il giudizio è sufficiente, ma volevamo riportare la Roma in Champions e in finale di Europa League e dobbiamo alzare il livello. Analizziamo e lavoriamo per riportare la squadra dov’ero, stabilmente, quando giocavo». E, in questo processo, c’è anche il suo di miglioramento, da allenatore: «Anche da me voglio qualcosa di più, voglio mettere la mia squadra nelle condizioni migliori per lavorare. C’è stato un periodo in cui sembrava che tutto andasse bene, ma di problemi ce n’erano e i risultati li coprivano. Nel finale, invece, siamo arrivati con le pile scariche».
Sulla sconfitta di Empoli: «La squadra ha fatto una partita seria, con qualche disattenzione. Dispiace poi aver perso per un gol di un calciatore che doveva essere espulso», ha detto De Rossi in riferimento a Niang. Al tecnico è stato chiesto poi del futuro di Dybala: «Dire che un giocatore resta può essere un boomerang, per Paulo come per qualsiasi altro calciatore».
Quando parla De Rossi c’è sempre tanta testa, ma lo spazio per le emozioni esce sempre: «Quando sono stato cercato a gennaio è stata un’emozione. Sono onorato di allenare la squadra del mio cuore». Nessun rimpianto, quindi. «Ma s’io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso». Come Guccini, anche Daniele.

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