AS Roma

L'Italia unita che invade l'Europa

E adesso stringiamci a coorte! Fate i bravi, connazionali. Tifate per sei squadre in Champions e, perché no, nove in Europa sommando le tre coppe

L'allenatore dell'Atalanta, Gianpiero Gasperini

L'allenatore dell'Atalanta, Gianpiero Gasperini (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
24 Maggio 2024 - 08:19

Adesso stringiamci a coorte! Fate i bravi, connazionali. Tifate per sei squadre in Champions e, perché no, nove in Europa sommando le tre coppe. È il movimento calcio che ve lo chiede. Riponete tutti i fogli di calcolo e mettetevi sul divano per l’ultima giornata (più recupero) di campionato. Godiamoci gli ultimi sospiri di un campionato avvincente e ondivago, che ci ha regalato come sempre veleni e alleanze, favori e dispetti. Favole e favolette, esoneri illustri e debutti, speranze e consacrazioni.

In principio fu il tifo per le italiane impegnate nelle coppe, al di là di ogni patriottismo, per ottenere il quinto slot Champions. Un tifo mai cominciato sul serio quando la Roma di Fonseca, prima, e di Mourinho, poi, scalava il ranking europeo a suon di semifinali e finali. Di quell’Italia per niente indignata il giorno dopo la serata di Budapest per l’operato sui generis del direttore di gara inglese Anthony Taylor, pluridecorato dall’UEFA, nell’anno delle tre finali europee perse da Inter, Roma e Fiorentina, che pure hanno contribuito al pieno di italiane per la prossima stagione. Quell’Italia che ha tutelato alcuni e non qualcun altro nel tentativo dell’euroscalata di quest’anno calcistico. Quell’Italia che oggi avvicina un record storico per la Federazione: portare quasi mezza Serie A in Europa nel 2024/25. Nove squadre se, dopo che la Dea di Percassi avrà fatto anche oltre il suo dovere, tutto andrà bene. Se anche la Fiorentina, cioè, trionferà ad Atene in Conference League, dopo essersi classificata ieri ottava in campionato, liberando così il posto per il Torino di Cairo.

Per completare l’opera, però, alla squadra di Gasperini il Brand Italia chiederà di bere qualche bicchierino di troppo nei festeggiamenti per l’Europa League meritatamente conquistata a Dublino. Sì, perché, riprendendo un attimo i fogli di calcolo all’Italia serve che non superi Bologna e Juventus nelle due partite che le sono rimaste per il papocchio del recupero con la Fiorentina nel giorno, il caso ha voluto, della festa della Repubblica. E allora stringiamci, su. Sono le “motivazioni” a far la differenza. Vogliamo tutte «partite serie», per carità, ma sappiamo bene quanto tutta Italia adesso, scurdammoce ’o passato, vuole la Roma sesta in Champions. Qualcuno obietta: tutti tranne i dirimpettai. Siamo sicuri? Il quinto slot farebbe comodo a tutti per l’anno prossimo: a chi partirà per vincere lo scudetto e magari steccherà, a chi farà l’Europa League ma magari imbroccherà la stagione d’oro. Anche a Gasperini, quindi, sia che sarà sulla panchina dell’Atalanta o su quella del Napoli. Anche a lui “converrà” fare non più di due punti nelle gare con Torino e Fiorentina. Così magari, dopo la soddisfazione di aver vinto a 66 anni il primo e magari unico trofeo della carriera, qualcuno lo ringrazierà pure. E allora sì che potremmo cantare tutti insieme “Viva l’Italia”, preparandoci a sostenere agli Europei una Nazionale che sarà proprio di tutti. Anche di Acerbi e Fagioli.

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