AS Roma

Mancini punto fermo

Cinque anni fa col Genoa all’Olimpico l’esordio in maglia giallorossa. Tra i migliori per rendimento in stagione, il centrale è anche una delle certezze da cui ripartire

Gianluca Mancini esulta dopo la rete al Milan

Gianluca Mancini esulta dopo la rete al Milan (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
17 Maggio 2024 - 08:45

Basterebbe un nome, per rendere l’idea: Carlo Ancelotti. È lui, uno dei protagonisti assoluti della Roma degli Anni 80 - protagonista nella conquista dello Scudetto - il prossimo obiettivo di Gianluca Mancini: 227 le presenze nella Capitale di Carletto tra il 1979 e il 1987 (con un tricolore e quattro Coppe Italia), 226 quelle del centrale toscano, che già domenica contro il Genoa conta di agganciarlo. Ancelotti occupa il 35simo posto nella classifica dei calciatori più presenti nella storia della Roma, perciò il traguardo che Gianluca si appresta a tagliare è di assoluto prestigio. Salvo sorprese, lo farà contro il Grifone, casualmente proprio la squadra contro cui ha giocato anche la sua prima partita in giallorosso: sempre all’Olimpico, cinque anni fa, in una sfida che terminò 3-3. Era il 25 agosto 2019, prima di campionato, esordio ufficiale per Paulo Fonseca da allenatore della Roma, e l’allora 23enne acquistato dall’Atalanta subentrò al 66’ a Juan Jesus. Una settimana più tardi, in un derby terminato 1-1, fu titolare per la prima volta e - da lì in avanti - non ha più lasciato il campo. In quella stagione, data l’emergenza in mediana, s’adattò anche a fare il centrocampista centrale, con buoni risultati, mostrando fin da subito un attaccamento e un senso d’appartenenza sorprendenti, per un nuovo acquisto.

Eppure Gianluca è così: abituato per indole a lottare e a dare tutto per la maglia, ha sposato con entusiasmo il progetto giallorosso, diventando ben presto un simbolo della squadra e un idolo per i tifosi. In lui i romanisti amano la combattività e lo spirito di sacrificio che in questa stagione ad esempio lo ha portato a giocare senza allenarsi a causa di una fastidiosa pubalgia. Eppure il numero 23 non sembra aver accusato gli acciacchi fisici, sfoderando una stagione eccellente per rendimento: 47 presenze (soltanto Cristante ne ha collezionate più di lui tra i giallorossi) e 7 gol, suo record stagionale; il sigillo nel derby e i due con il Milan sono stati senza dubbio quelli più pesanti, tutti firmati ad aprile, in un momento cruciale della stagione. Insostituibile per Fonseca prima, per Mourinho poi e per De Rossi adesso, Mancini non è soltanto un punto fermo per il presente della Roma, ma anche per il futuro. Se infatti sono tanti i punti interrogativi per la prossima stagione dalle parti di Trigoria, “Mancio” è uno dei calciatori dai quali ripartire, un leader in campo e fuori, non a caso è destinato a prendere parte ai prossimi Europei con la Nazionale.

Prima, però, c’è da chiudere nel migliore dei modi una stagione difficile, a tratti tormentata, ma anche entusiasmante. Come si suol dire: non è finita finché non è finita. E Mancini lo sa bene. Se c’è una cosa che lo rende romanista è proprio la voglia di non arrendersi mai.

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