Dal fumo spunta De Rossi
Dopo le sconfitte che hanno ribaltato i giudizi, la Roma prova a ripartire dal proprio allenatore
Sapeva che sarebbe arrivato, questo momento. «Sono sicuramente un allenatore inesperto, ma conosco perfettamente questo ambiente e so che due sconfitte potrebbero cambiare tutto», diceva nei momenti migliori di questi primi quattro mesi. Et voilà, sono arrivate le sconfitte ed è arrivata la crisetta di cui parlava Daniele De Rossi. E, puntuale, è arrivato anche il momento del tutti contro tutti che non risparmia davvero nessuno. E allora sotto col presidente che sta troppo zitto, e allora la Ceo Lina Souloukou diventa una “dilettante allo sbaraglio” (cit. La Gazzetta dello Sport), e l’allenatore in fondo non ha cambiato niente rispetto a prima, i giocatori sono tornati ad essere scarsi, le (poche) stelle pronte a scappare, i preparatori incapaci (“l’Atalanta sì che corre”) e il futuro ds sarà scelto tra gli scarti delle altre società e comunque è già in ritardo e poi senza fondi che vuoi che faccia? In assenza di notizie si procede d’ufficio, le indiscrezioni assurgono a verità assolute e anche i problemi reali si nascondono agli occhi di chi magari potrebbe risolverli, perché poi da dentro si rischia di scivolare nella sindrome da accerchiamento. Perché che qualcosa non abbia funzionato è sotto gli occhi di tutti, ma il fumo che si alza indistinto sopra Trigoria non aiuta a distinguere i pompieri dagli incendiari e, come spesso accade da queste parti, tra l’esaltazione e la depressione in mezzo non c’è niente, perché niente valgono due vittorie o due sconfitte.
Tra i problemi la questione Ds
Per sapere quale competizione europea giocherà la Roma il prossimo anno, il rischio è che si debba attendere addirittura il 2 giugno, la data fissata da quei geniacci della Lega per il recupero della sfida tra Atalanta e Fiorentina, col rischio che dopo aver magari vinto l’Europa League, gli scatenati bergamaschi possano con i possibili tre punti raggiungere addirittura il quarto posto che non farebbe più automaticamente valere anche il sesto per raggiungere la Champions. E dunque fino a quel momento non sarà semplice pianificare il futuro anche se, come abbiamo scritto ieri sul Romanista, la scadenza finanziaria del 30 giugno stavolta non dovrebbe condizionare il mercato. Il ds che verrà dovrebbe poter lavorare libero da condizionamenti sulle plusvalenze, o comunque non saranno “invalidanti”. Il ritardo nell’annuncio (ammesso e non ancora concesso che la figura sia stata individuata davvero in Florent Ghisolfi, come da anticipazione di Gianluca Di Marzio) di sicuro non aiuta Daniele De Rossi nella pianificazione degli obiettivi anche minimi per la prossima finestra di mercato. Perché poi Champions o no, alcuni ruoli andrebbero coperti a prescindere e anche con budget di spesa ridotti e allora bisognerebbe cominciare a raccogliere le informazioni che al momento l’allenatore non può condividere con nessuno. Certo, lui stesso magari si starà muovendo di persona stabilendo contatti e possibili collegamenti, ma tutto per ora resta sul piano della teoria, in assenza appunto della nomina del ds. Di Ghisolfi nell’ambiente del mercato peraltro non tutti parlano bene, per le sue fissazioni tecniche (con l’allenatore Farioli al Nizza non sono stati pochi gli episodi citati di mancate condivisioni di obiettivi di mercato) o atletiche (pare che il ds faccia molto affidamento sulla preparazione, a prescindere dalle idee dell’allenatore): ma chi può escludere che non siano voci messe in giro da qualcuno che magari non ha preso bene la sua candidatura?
De Rossi è la prima certezza
Mentre la Ceo Souloukou sta imparando che cosa significa pestare i piedi nel nostro ambiente (probabilmente la sua puntuta rappresentazione con la Lega Calcio in merito ai recuperi a qualcuno negati e ad altri concessi meritava qualche segnale pubblico, e guarda caso sulla Gazzetta dello Sport ieri è arrivato un pezzo che dal tono della semplice cronaca sembra scivolare più sul timbro dell’intimidazione), De Rossi sta cercando di raccogliere le forze residue della squadra per non mancare l’appuntamento con le ultime due gare di campionato, prima il Genoa (una delle pochissime squadre senza più obiettivi stagionali) e poi l’Empoli in trasferta, che invece sarà probabilmente invischiato fino alla fine nella lotta per non retrocedere a prescindere dal risultato dello scontro diretto di domenica pomeriggio in casa dell’Udinese. Alla squadra giallorossa sono venute a mancare le forze (e Dybala...) proprio sul più bello. A Trigoria si sta facendo attenzione ad evitare ulteriori carichi di lavoro, ormai la benzina è finita e difficilmente si potrà rifornire. Bisognerà andare di pura gestione, con esercizi più che mentali che fisici. Ma De Rossi cerca le risposte dal campo e a quello pensa, magari evitando di caricare di ulteriori informazioni una squadra che sembra ormai faticare ad assimilare nuove idee. Guai però a sottovalutare l’allenatore: è lui al momento l’unica certezza e se oggi evita polemiche pubbliche e rimbrotti per conto terzi a giocatori che non sono stati irreprensibili a Bergamo sotto il profilo dell’atteggiamento, intanto continua a prendere appunti e a valutare chi merita di ripartire da Trigoria e chi magari sarà accompagnato alla porta. Sono diversi i contratti in scadenza tra la fine degli accordi o del prestito e sono tanti i rinforzi che il tecnico è pronto a chiedere al ds che sarà chiamato a lavorare gomito a gomito con lui. Ovviamente le questioni preliminari riguarderanno Lukaku e Dybala, il primo vincolato dalla cifra fissata dal Chelsea per il riscatto (44 milioni), il secondo con tredici mesi di contratto vigente e la solita clausola di svincolo che viene periodicamente sbandierata da chi gli cura gli interessi. Vorrebbero entrambi restare alla Roma, così si dice, ma anche questo dipenderà dal tipo di progetto che il presidente Friedkin affiderà a De Rossi. Il quale non sa ancora, però, per quanto tempo e a quali condizioni economiche sarà vincolato alla squadra del suo cuore. Magari glielo dirà il prossimo ds. Non appena sarà annunciato.
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