Nati per allenare: De Rossi sfida Thiago Motta
Avversari nei club e compagni in Nazionale, già da calciatori erano predestinati. Ora sono tra i tecnici più giovani della Serie A e stanno facendo le fortune delle rispettive squadre
Stade de France, comune di Saint-Denis, a pochi chilometri da Parigi: il 27 giugno 2016, al 54’ dell’ottavo di finale dell’Europeo tra Italia e Spagna, Daniele De Rossi - che ha appena rimediato un brutto colpo in un contrasto di gioco - è costretto a lasciare il campo a Thiago Motta. Gli Azzurri vincono 2-0, ma ai quarti, orfani di DDR, vengono battuti ai rigori dalla Germania. Quel 27 giugno è dunque a tutti gli effetti l’ultima gara in cui i due attuali tecnici di Roma e Bologna hanno vestito insieme la maglia dell’Italia, pur dandosi il cambio. Nell’arco di quattro anni, tra il 2012 e il 2016, De Rossi e Thiago Motta hanno preso parte insieme a due Europei e a un Mondiale, quello del 2014, l’ultimo al quale l’Italia abbia preso parte. Prima con Prandelli, poi con Conte, i due hanno condiviso il campo soltanto 14 volte, l’ultima delle quali nella disastrosa sfida contro la Costa Rica della fase a gironi del Mondiale 2014, che sancì l’eliminazione degli Azzurri dal torneo. Per il resto, si sono spesso alternati, con l’italo-brasiliano spesso considerato l’alter-ego di Daniele, viste le caratteristiche tecniche simili. I due sono stati anche avversari, e si sono contesi lo Scudetto del 2009-10, con le maglie di Roma e Inter. Alla fine la spuntò Thiago Motta, guidato da Mourinho, ma il bilancio delle sei sfide tra i due quando erano calciatori è in perfetto equilibrio: due vittorie per Daniele (in una, quella del 27 marzo 2010, andò anche a segno), due per Motta e altrettanti pareggi.
Dopo quell’Italia-Spagna del 2016 le loro strade si sono separate e, mentre Daniele disputa la sua ultima stagione da calciatore con la Roma, Thiago Motta diventa l’allenatore dell’Under 19 del PSG, squadra in cui aveva giocato gli ultimi anni della sua carriera. Dopo un anno, arriva la chiamata del Genoa: sulla panchina del Grifone però l’avventura dura soltanto due mesi, perché a fine dicembre viene esonerato. L’italo-brasiliano a quel punto riparte sempre dalla Liguria, ma dallo Spezia, condotto alla salvezza nella stagione 2021-22. Approdato al Bologna nel settembre 2022, lo conduce a un ottimo nono posto. Nel corso della scorsa stagione, ad aprile del 2023, riceve a Casteldebole gli allievi del Master UEFA Pro per uno stage di approfondimento: tra loro c’è anche Daniele De Rossi, reduce dall’esperienza sfortunata ma formativa sulla panchina della SPAL, che aveva a sua volta fatto seguito all’apprendistato in Nazionale nello staff di Roberto Mancini.
Percorsi diversi, ma che li hanno condotti a rincontrarsi di nuovo. L’attitudine ad allenare, del resto, era ben visibile in entrambi fin da quando erano calciatori: non chiamateli “predestinati”, però, perché nessuno dei due gradirà questa definizione. Loro si sono conquistati i rispettivi ruoli con il duro lavoro, e hanno dimostrato di essere all’altezza del compito che è stato loro affidato: De Rossi ha rialzato una Roma che a gennaio sembrava in ginocchio in campionato e, contestualmente, l’ha condotta alle semifinali di Europa League; il Bologna di Motta, salvo tracolli nel finale di stagione, l’anno prossimo disputerà una coppa europea per la prima volta dopo 25 anni. Classe 1983 il romanista, classe 1982 il bolognese, sono due degli allenatori più giovani della Serie A, ma stanno dimostrando anche ai più scettici la loro bravura: sono loro le rivelazioni in panchina del 2023-24, ma in palio c’è ancora tanto, tantissimo. Il posto in Champions, del resto, passa anche da questa sfida.
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