Meglio soli che male accompagnati
Il «no» della Lega a posticipare l’Udinese dopo il club ha fatto reagire i tifosi: «È inaccettabile»
Si dice meglio soli che male accompagnati. Così, da sola, la Roma si appresta ad affrontare l’ultima fetta, decisiva, di stagione. Dopo la sospensione di Udinese-Roma per la vicenda Ndicka la società giallorossa ha provato in tutti i modi a evitare di giocare il recupero in Friuli di 25 aprile. E non per fare una scampagnata e festeggiare la Liberazione, ma solo per evitare un accumulo esagerato e non previsto in vista della preparazione del doppio confronto della semifinale di Europa League con il Bayer Leverkusen (2 e 9 maggio). Non ci è riuscita, però, perché la Lega non ha voluto derogare alla norma che prevede il recupero di partite già iniziate e poi sospese entro i 15 giorni dall’interruzione. Non è bastata una richiesta formale motivata proprio dall’importanza dell’impegno europeo che tanto lustro dà alla Lega stessa quando si tratta di guadagnare nel ranking. La Roma l’ha fatto ben presente, i Friedkin, che poco parlano, hanno tuonato stavolta: «Ingiusta avversità», abbiamo letto nel comunicato. Ci sarà però il supporto degli «incredibili tifosi». Soli, quindi, tra romanisti.
Una dura presa di posizione che è piaciuta parecchio ai tifosi della Roma. Non c’è un complotto, ma non c’è nemmeno l’interesse a che l’Italia continui a fare bella figura in campo internazionale. Non solo, l’ingiustizia è anche che l’Atalanta, diretta rivale della Roma per la zona Champions, con tutta probabilità e per gli incroci delle due coppe in cui sono impegnare le rispettive squadre, recupererà con la Fiorentina dopo la fine dell campionato, dunque a giochi fatti (per i viola sicuramente...) con ovvie alterazioni della regolarità stessa del torneo. Una bella anomalia anche questa, che però - vista la mancanza di slot per recuperare l’incontro mai iniziato (è questa la differenza con Udinese-Roma) per la morte di Joe Barone - si sarebbe potuta compensare, secondo la Roma, più che tecnicamente con buonsenso. A Trigoria avrebbero preferito giocare a metà maggio, nonostante il rischio, si spera, di arrivare alla finale di Dublino, ma magari più in forze per aver consolidato la propria posizione in Serie A. Inutile ribadire che le concorrenti dell’Udinese (più che collaborativa con la Roma) e del club giallorosso abbiano votato no alla richiesta dei Friedkin. Avanti così. Servirà il massimo sforzo, anzi, un po’ più del dovuto, come accaduto a Brighton e con il Milan per le conduzioni arbitrali. Insomma, i romanisti sono abituati. Ma non è certo una novità, lo è forse per i proprietari, che sono in Italia relativamente da poco, ma sicuramente hanno già capito.
La tesi del club capitolino inoltre, può avvalersi anche del modus operandi di altri campionati nella tutela delle loro squadre: basti pensare che la Ligue 1 ha annunciato il rinvio di Reims-Marsiglia e Nizza-Psg, gare valide per la 32esima giornata di campionato, al prossimo 15 maggio, per permettere alle due squadre di prepararsi al meglio in vista delle semifinali del Paris Saint-German (in Champions League contro il Borussia) e del Marsiglia (avversaria dell’Atalanta in Europa League). Altra “vittima” del calendario, invece, il City di Guardiola, costretto a giocare 72 ore dopo l’eliminazione dalla Champions ad opera del Real Madrid in FA Cup, senza che l’avversaria, il Chelsea, o le altre semifinaliste avessero impegni ravvicinati: «Non capisco perché non ci hanno concesso un giorno di più e come siamo sopravvissuti», ha detto ieri dopo la vittoria con i Blues.
La protesta dei tifosi
«Vogliamo stigmatizzare la decisione della Lega di Seria A e l’atteggiamento antisportivo di alcune società, poiché, è inaccettabile il comportamento avuto nei confronti della AS Roma che aveva chiesto di posticipare il recupero con l’Udinese visto il fitto calendario di impegni soprattutto in Europa». Non si è fatta attendere neanche la risposta dei tifosi giallorossi. Non solo i tanti messaggi sui social e nelle radio, ma anche - come si legge nel comunicato - le più strutturate associazioni, Utr e Airc, che hanno manifestato congiuntamente il loro disappunto: «A quanto pare aver contribuito al ranking Uefa per la Lega di Seria A non conta - continua la nota -. Il calcio italiano avrebbe dovuto pensare a tutelare una squadra che rappresenterà la nostra nazione in Europa League ma a quanto pare sono altri elementi ad aver prevalso. Esprimiamo tutto il nostro rammarico per quanto accaduto ma saremo al fianco della nostra squadra sostenendola perché se c’è una cosa che siamo abituati a fare è quella di superare gli ostacoli anche quelli di un sistema del calcio italiano che non sempre è stato benevolo e equilibrato con la nostra squadra».
«La Roma non è mai stata aiutata dalle istituzioni del calcio - ha tuonato l’ex presidentessa giallorossa Rosella Sensi sui social -. E ancora una volta il calcio italiano ha dimostrato di non voler tutelare gli interessi di un suo club, anzi di ostacolarli. Il quinto slot in campionato per la Champions è merito anche delle nostre ottime prestazioni in ambito europeo, ma tutto questo sembra non interessare nessuno. Il consiglio di Lega ha deciso di non posticipare a maggio il recupero, probabilmente perché Ndicka sta bene. E aggiungo per fortuna. Forse hanno minimizzato un evento che poteva finire in tragedia. Andrebbe cambiato molto in Lega, ma sembrerebbe non ci sia la volontà di farlo. Ennesima occasione persa di salvaguardare la Roma, ma ormai siamo abituati anche a questo. Ricordo bene le parole non spese da tutti per quanto successo in occasione della finale di Europa League. Ora dobbiamo dimostrare di essere più forti di tutto. La società ha fatto benissimo a farsi sentire».
Infine, anche Lele Adani, ex calciatore e commentatore tv, ha fatto sentire la sua voce: «La Roma sta subendo un’ingiustizia dal sistema che dovrebbe tutelare chi esporta il marchio italiano in Europa».
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