AS Roma

Se Udine è peggio di Milano

Il paradosso di una Roma in costruzione: la lezione di Lecce ha portato De Rossi a cambiare sistema con i friulani. Con i rossoneri invece gli stimoli (e il gioco) vengono da soli

Baldanzi e Lukaku esultano dopo il gol del pari a Udine

Baldanzi e Lukaku esultano dopo il gol del pari a Udine (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
16 Aprile 2024 - 07:54

Less is more (“meno è di più”) si usa dire in architettura quando si vuol far apprezzare l’eleganza di un certo minimalismo nel design. Nel calcio capita invece a volte il contrario, e cioè che “more is less”: quando il più ti richiede meno. Basterebbe mettere a confronto due partite giocate in trasferta dalla Roma a Lecce in campionato e a Milano in Europa League per afferrare il concetto senza troppe spiegazioni: troppo facile capire come la sfida di San Siro abbia richiesto un grado di concentrazione e uno sforzo interpretativo talmente significativo (il più) da rendere assai più semplice (il meno) l’impegno concreto sul campo. La Roma ha vinto con pieno merito la partita, portandosi dietro la sensazione di aver addirittura sprecato l’occasione di vincere più largamente al netto dell’inevitabile e in qualche modo autoindotta sofferenza del finale, di fronte al disperato assalto dei padroni di casa. Contro un Lecce impelagato nella parte bassa della classifica la squadra di De Rossi è stata invece letteralmente presa a pallate (27 tiri verso la porta), strappando un pareggio che ha lasciato molti rimpianti ai salentini. Per affrontare l’Udinese, così De Rossi ha pensato a quale tipo di partita la propria squadra potesse andare incontro e ha deciso di premunirsi rinunciando in partenza alla parità numerica in difesa per schierare una difesa a tre che consentisse ai suoi giocatori di non andare sistematicamente in difficoltà sulle seconde palle, presumendo la strategia tattica delle palle dirette calciate dalla difesa direttamente sugli attaccanti bianconeri. Eccesso di cautela e di zelo probabilmente, visto che lui stesso dopo mezz’ora ha ripudiato la sua scelta senza aspettare l’intervallo come ha fatto in altre partite, e quindi spostando Zalewski attaccante a sinistra con Angeliño alle sue spalle e alzando Llorente da terzino, per poi cambiare ulteriormente all’8’ del secondo tempo con Dybala e Karsdorp per Aouar e Huijsen.

Abbandonato dunque il 352 con l’anomalia di Zalewski quinto di destra (con tre esterni di ruolo in panchina) anche perché la partita stava sfuggendo di mano dopo la clamorosa indecisione di Huijsen, un ragazzo che sembra non avere a volte la percezione del pericolo incombente, come se fosse sereno per via comunque del suo futuro personale di sicuro successo. Ma perdere dei punti a Udine potrebbe pregiudicare la Champions della Roma, con tutto quello che ne consegue in termini finanziari, e l’errore dell’olandese (schierato da centrale dei tre, per ulteriore conferimento di responsabilità) poteva costare davvero molto caro.

A prescindere dai sistemi di gioco, una strategia tattica poi si sviluppa sempre meglio se le giocate vengono fatte con la giusta velocità, se, nel caso dei trenta minuti iniziali di Udine, i tre centrali si fossero assunti la responsabilità di andare a ricevere alle spalle del loro pressatore senza restarne piuttosto intimoriti, se il palleggio fosse stato più dinamico, se Cristante e Aouar e Zalewski avessero fornito impulsi più diretti nello sviluppo sulla trequarti, se le rifiniture fossero state più sollecite e precise, se i tiri (Aouar, Baldanzi, Paredes, Lukaku di testa) fossero stati più chirurgici.

Contro il Milan invece non ci sarà bisogno di cercare quella rapidità perché è garantita dalle più alte pressioni degli avversari. Solo che poi l’attenzione difensiva deve essere moltiplicata proprio per la bravura tecnica di chi ti costruisce davanti. Quanto alle scelte, De Rossi ha spiegato come solo quella della panchina di Dybala fosse stata frutto del suo pensiero, mentre le altre sono state obbligate dalla stanchezza di cui tener conto, in particolare per El Shaarawy, Mancini, Smalling, Pellegrini. Bove invece giocherà giovedì e non voleva rischiarne l’utilizzo. Certo è che Zalewski, Aouar e lo stesso Huijsen non hanno dato risposte confortanti. E il tecnico per i prossimi impegni ne terrà conto. Quanto all’atteggiamento, Lecce è stata dimenticata. Ad Udine nessuno ha fatto mancare l’impegno giusto. E anche questo miglioramento è stato portato a casa.

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