AS Roma

De Rossi studia, Mancini fa. Questa Roma è un sogno

I giallorossi si aggiudicano l’andata dei quarti di finale. Il 442 sorprende Pioli, il match-winner è ancora il re del derby

Gianluca Mancini esulta sotto il settore di San Siro

Gianluca Mancini esulta sotto il settore di San Siro (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
12 Aprile 2024 - 08:34

Una Roma senza più limite passa a San Siro gettando una seria ipoteca per la qualificazione alle semifinali di Europa League mentre l’Atalanta vince 3-0 ad Anfield di fatto eliminando la favorita numero uno dalla competizione e il Bayer si libera del West Ham planando verso la vincente del derby italiano. Il match winner è stato Mancini, ma il mattatore si chiama Daniele De Rossi, il vero fuoriclasse della Roma di questo periodo, perdipiù scoperto giovane e quasi per caso, dopo che diverse società gli avevano negato offerte di lavoro mentre la Roma di Mourinho perdeva progressivamente punti di riferimento. Dal 16 gennaio la risalita, immediata e costante: paradigmatici gli ultimi due risultati, due vittorie di misura contro Lazio e Milan, a fronte delle due sconfitte che a gennaio costarono il posto al portoghese.

La mossa geniale del tecnico che ha risolto un’intera settimana di dibattiti tattici è stata quella di aprire a destra El Shaarawy con Pellegrini a sinistra, per un 442 che ha completamente sorpreso Pioli e ha lasciato per i primi 15 minuti il Milan completamente in balia della Roma. Quasi plasticamente il quarto d’ora è culminato con la rete del vantaggio e non poteva che essere Mancini a realizzare la rete, su calcio d’angolo di Dybala, a svettare in area deviando verso la destra di Maignan, lasciandosi dietro la marcatura appena accennata da Giroud, per andare poi ad esultare scansando i suoi stessi compagni sotto il settore ospiti dalla parte opposta, a bissare l’inchino fatto cinque giorni prima nel derby, mentre alta sventolava sugli spalti la bandiera con i colori sbagliati e l’animale giusto. Dunque la mossa di De Rossi ha portato i suoi frutti: il geniale allenatore della Roma ha provveduto a blindare le fasce specchiandosi nel centrocampo avversario con quattro uomini in linea, da destra a sinistra El Shaarawy, Cristante, Paredes e Pellegrini, con Dybala libero di svariare dovunque ne trovasse l’ispirazione e Lukaku lucidissimo punto di riferimento offensivo, con una difesa a 4 con le uniche due novità rispetto al derby, con le conferme di Celik e Mancini e l’inserimento di Smalling per Llorente e di Spinazzola per Angeliño. Nessuna sorpresa invece per Pioli e solito sistema leggibile e nello stesso tempo fuido, con l’idea di costruire con i due centrali (Thiaw, preferito a Kjaer, e Gabbia) e il supporto di uno dei terzini (più Calabria di Theo, schermato inerosabilmente da El Shaarawy), con due mediani tecnici ma senza troppa personalità come Bennacer e Reijnders, i trequartisti Pulisic, Loftus-Cheek e Leao, con Giroud davanti. Per 15 minuti si è vista solo la Roma, al netto di un tiro da lontano di Reijnders addomesticato da Svilar, sempre attento. Ma nel taccuino solo tracce di Roma: ha cominciato Dybala con un tentativo di pallonetto al 5’ dopo un infinito palleggio romanista a liberarlo in area; al 12’ un’altra strepitosa uscita dal basso romanista ha portato Lukaku a scaricare per Dybala che ha provato a mandare nello spazio Pellegrini che però è stato stretto da due avversari e non è riuscito a concludere. Al 16’ un’altra grande iniziativa tra El Shaarawy e Lukaku ha portato il Faraone a tirare da dentro l’area, Gabbia ha deviato il pallone costringendo Maignan a togliere il pallone quasi all’incrocio dei pali, per il corner che avrebbe deciso la gara. Grandi proteste ci sono state dalla panchina e da Pioli per via di una posizione di presunto fuorigioco in partenza di Lukaku non segnalato dall’assistente Danos: ma i frame mostrati da Sky a fine gara hanno dimostrato che le proteste non erano giustificate. Sul corner, perfettamente battuto da Dybala, Giroud ha mollato Mancini e il risultato è stato messo dalla parte giusta. Pioli ha abbassato il capo di fronte al giallo di Turpin, cominciando ad accumulare gli alibi per una gara che il Milan stava invece interpretando malissimo. Al 21’ su calcio d’angolo la replica del Milan, con un doppio tentativo di Giroud di testa dopo torre dal secondo palo e Lukaku protagonista di due salvataggi di testa. Al 28’ un’altra combinazione quasi vincente della Roma negli spazi via via conquistati dal palleggio sofisticato, con un cross basso del magnifico El Shaarawy verso Lukaku anticipato da Gabbia con un intervento un po’ goffo che aveva messo fuori causa anche Maignan, ma la palla si è curiosamente fermata per uno strano effetto prima di varcare la linea. E ancora, al 37’ sull’ennesima iniziativa del Faraone, stavolta è stato il portiere francese ad anticipare in uscita Lukaku, ma la palla gli è rimasta lì e mentre il belga stava per deviare verso la porta è arrivato invece il provvidenziale tocco del difensore per impedirgli il gol del raddoppio. Al 42’ un disimpegno non particolarmente preoccupante del Milan è terminato con un bel destro da fuori di Reijnders deviato dal sicurissimo Svilar mentre il finale è stato ancora una volta di marca romanista. Al 45’ Spinazzola con una bruciante accelerazione ha lasciato Calabria sul posto e senza più avversari è entrato in area dal vertice destro (guardando dalla prospettiva di Maignan) e ha provato a battere il portiere anticipando il tiro di punta, deviato in corner. E due minuti dopo un tiro al volo di Dybala indirizzato verso la rete (Maignan pareva battuto) respinto però da Gabbia, quasi casualmente sulla traiettoria.

All’inizio del secondo tempo nessun protagonista diverso e le ostilità sono cominciate dopo 40 secondi col solito destro un po’ pretenzioso di Reijnders e la solita risposta sicura del portiere romanista. Poi Pioli si è giocato la carta Adli, come se fosse in mezzo il problema del Milan. In realtà dopo un’ora di gioco è sembrata ormai irreversibile la trappola tesa da De Rossi, con il doppio marcatore in fascia a bloccare ogni iniziativa alla nascita di Pulisic da una parte e Leao dall’altra, mentre perdendosi dentro sentieri chiusi dentro al campo i terzini Calabria e Theo Hernandes non riuscivano mai a garantire alternative vincenti. Fuori Bennacer non è cambiato molto, e infatti è stata ancora la Roma a sfiorare il gol. Al 16’ un altro bel palleggio rifinito al limite dell’area dall’immenso Lukaku (ha tenuto un milione di palloni senza padrone e li ha resi quasi tutti giocabili per i compagni) per Pellegrini è terminato con il diagonale troppo esterno del capitano purtroppo col sinistro. E un minuto dopo un’altra azione insistita, e partita con un diagonale da destra verso Lukaku di El Shaarawy, e passata attraverso un nuovo giro da palla da sinistra alla parte opposta con Pellegrini, El Shaarawy fino a Cristante che da buona posizione in area ha calciato troppo diagonalmente. È qui che la Roma ha toccato il punto forse più alto della sua partita, è qui che ha incosciamente cominciato a pensare che si stavano spendendo troppe energie per trovare il raddoppio e che forse sarebbe stato più saggio conservarne qualcuna per alzare più alto il muro della difesa. Così il Milan si è preso un pezzo di baricentro e ha provato a recuperare almeno il pareggio, mascherando la disillusione per quella speranza di vittoria larga inutilmente covata alla vigilia. I tentativi si sono fatti costanti, ma quasi tutti i tiri sono terminati fuori o addosso a Svilar (che ne ha deviato uno di Adli sulla traversa). Ci si è messo anche Turpin inventando una punizione dal limite poi calciata da Adli sulla barriera, altro errore grave dopo l’ammonizione ingiusta per Cristante (altro che proteste del Milan...). Dopo la mezz’ora i tre cambi (tardivi) di Pioli: dentro Chukwueze e Okafor, fuori Pulisic e Leao, con De Rossi che ha risposto inserendo Abraham per lo stanchissimo Dybala. Chuk si è presentato calciando alto da fuori area ma dando comunque segnali di presenza scenica più efficace di quella dell’americano che ha sostituito. Nella Roma hanno cominciato a mostrare preoccupanti segnali di stanchezza diversi elementi, soprattutto Pellegrini e Paredes, ma anche Spinazzola. Abraham si è tirato su un braccio un cross deviato di testa, il Var ha confermato la regolarità del tocco. Al 42’ l’unica occasione vera del Milan nella ripresa, con uno slalom di Chukwueze con assist per Giroud che da pochi passi ha colpito la parte alta della traversa. Mancini ha preteso a quel punto i cambi e sono entrati Aouar, Bove e poi Llorente per Pellegrini, Paredes e Lukaku, per il 541 finale con cui si è difeso il risultato fino alla fine. E l’ultima occasione ce l’ha avuta proprio la Roma, ma il tacco di Abraham per El Shaarawy non è stato addomesticato e la palla è sfilata via. Pazienza, il settore era già in festa, la Roma continua a vivere il suo sogno.

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