Casa Europa tra presente e tradizione
Per noi due finali (e un trionfo) negli ultimi sei anni. Il Milan invece è l’italiana più blasonata a livello continentale
La questione è spesso dibattuta, con pareri diametralmente opposti: c’è chi ritiene che nelle sfide europee, soprattutto da un certo momento in poi (man mano che la finale si avvicina), giochi un ruolo di rilievo anche la tradizione e il palmarès delle due squadre in campo. La cosiddetta “dimensione europea”, sostengono in molti, si acquisisce nel corso della storia: lo dimostrano squadre come il Real Madrid, il Bayern Monaco, il Manchester United e lo stesso Milan, nostro avversario domani nell’andata dei quarti di finale di Europa League. Eppure, il passato di un club incide fino a un certo punto; in fondo, sono i calciatori e gli allenatori attuali a decidere le sorti del confronto, e questo vale a qualsiasi livello. La maggiore attitudine verso un determinato torneo può incidere, ma non basta: se così fosse, il Manchester City non avrebbe avuto chance nella semifinale di Champions dello scorso anno con il Real Madrid.
Ecco perché, al netto della tradizione ottima dei rossoneri in ambito europeo, la Roma non parte certo battuta. E questo in virtù di un presente e di un recentissimo passato che hanno visto la Roma raggiungere per il quarto anno di fila i quarti di finale di una competizione continentale (unico club italiano a riuscirci): dalla stagione 2017-18, includendo anche la rimonta in Champions con il Barça di cui oggi ricorre l’anniversario, i giallorossi hanno disputato quattro semifinali europee in sei stagioni. Lo hanno fatto in tutte e tre i principali tornei UEFA: Champions, Europa League e Conference. Quest’ultima l’hanno vinta, facendo scrivere il nome “A.S. Roma” al primo posto dell’albo d’oro della nuova competizione. A cavallo del trionfo di Tirana, la semifinale di EL con Paulo Fonseca e la finale di Budapest dello scorso anno, partita che la squadra di Mourinho avrebbe probabilmente vinto, se arbitro e assistenti non avessero commesso le nefandezze che ben ricordiamo. Ora, con De Rossi, la squadra punta al poker di semifinali, un’impresa a dir poco storica, mai riuscita prima in 97 anni di vita del Club.
Dall’altro lato, però, troverà il Milan, la squadra italiana con il maggior numero di finali europee disputate (11) e il maggior numero di Coppe dei Campioni/Champions League vinte (7), a cui vanno aggiunte 5 Supercoppe UEFA, 2 Coppe delle Coppe, 3 Coppe Intercontinentali e una Coppa del Mondo per club. I rossoneri sono reduci dalla semifinale di Champions della passata stagione, persa in malo modo contro i cugini interisti: si tratta del miglior risultato raggiunto in ambito continentale dal 2007, quando la squadra allora allenata da Ancelotti vinse la coppa dalle grandi orecchie, la Supercoppa europea e il Mondiale per club. Poi, per 16 anni, mai oltre i quarti di finale, fino appunto all’anno scorso.
La Coppa UEFA/Europa League è l’unica competizione europea che i rossoneri non si sono ancora aggiudicati: il loro miglior risultato è la semifinale del 1971-72, ma va detto che nell’ultimo mezzo secolo il Diavolo è stato abituato a frequentare più che altro il principale palcoscenico europeo. La speranza, quindi, è che si possa mettere al tappeto il gigante, che tanto gigante non è stato negli ultimi anni, per continuare a essere protagonisti in ambito europeo
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