AS Roma

VIDEO - Pellegrini: "Giocare per la Roma deve essere un onore per chiunque"

Il Capitano: "Mancini è come un fratello per me. Il 7 è il mio numero fortunato, ci sono affezionato e ho scelto di tenerlo anche in giallorosso"

Lorenzo Pellegrini

Lorenzo Pellegrini (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
09 Aprile 2024 - 16:57

In un'intervista esclusiva in collaborazione con Bettson.sport, Lorenzo Pellegrini ha parlato ai microfoni del club giallorosso. Di seguito le dichiarazioni.

Romano e Romanista, che sapore ha vestire la maglia della squadra della tua città?
"Una grande responsabilità, perché nascendo e crescendo a Roma senti tutto più tuo. Anche lo stadio e le persone che sono dentro e che lottano insieme a te. Questo lo abbiamo detto tante volte, è una sfida grande perché chiunque venga a giocare qui deve capire e sapere cosa significhi giocare per la Roma. È un grande piacere, è il sogno di ogni bambino romano ed è una grande responsabilità perché comporta un sacco di cose che bisogna trasmettere agli altri, per fargli capire che non si sta vestendo una maglia qualunque".

Capitano della Roma dopo Totti e De Rossi, come descriveresti l'emozione.
"Anche questa è una grande responsabilita, dopo Francesco e Daniele che hanno fatto la storia della Roma. La fascia non si indossa solo la domenica della partita, bisogna portarla tutti i giorni. Giocare nella Roma deve essere un grande onore per chiunque".

Gol o assist?
"Inizialmente ero più per l'assist perché ti dà un brivido e ti fa godere di più l'azione. Ad oggi preferisco il gol".

Perché la 7?
"Il numero 7 è sempre stato il mio numero fortunato, un numero che mi piace e a cui sono legato. Me lo porto fin da bambino per il piacere di vederlo su di me. Quando sono venuto qui a Roma c'erano anche altri numeri, ma alla fine non ho avuto dubbi. È anche il numero che ha indossato Bruno Conti"

Il portiere a cui è difficile far gol?
"Il primo anno in cui sono tornato qui c'era Alisson. Dico assolutamente lui, era incredibile".

Il compagno più casinista?
"Sicuramente Mancio. È come un fratello per me, devo ammettere che fa un bel po' di casino. Di sempre devo dire Florenzi, aveva questa energia - a volte anche troppa - che era difficile stargli dietro".

Canzone che rappresenta meglio Roma e la romanità?
"Diciamo che sono molto legato ad Antonello Venditti, perché quando ero a Modena soffrivo la lontananza da Roma e ascoltavo le sue canzoni. Ci sono cresciuto, mio padre le ascoltava e quindi ascoltandolo mi sentivo a casa. Non ti dico una canzone, ma proprio lui in generale. Mi aiutava a sentirmi a casa e questo mi ha aiutato".

La tua playlist pre-gara: rock, pop o techno?
"A dir la verità prima della partita non ascolto la musica, preferisco più parlare e comunicare con i compagni. È tanto importante per me cercare di capire lo stato d'animo dei miei compagni e con la musica non lo capirei bene. Non sono uno da cuffie, sono un tipo da musica in sottofondo ma non prima delle partite".

Il luogo di Roma che ami di più?
"Ce ne sono tanti, perché comunque ho tanti ricordi che mi porto dietro. Dove mi sono sposato, per esempio. Mi sento a casa a Cinecittà, dove sono nato. Anche se non ci passo molto spesso, è il posto del mio cuore".

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIATI