Da Milano a Milano, ecco la seconda vita di Svilar
Al Meazza era stato scelto da Mourinho prima dell’esonero. con De Rossi ha atteso 4 gare, poi è diventato eroe in coppa
Le porte per lui si sono aperte a San Siro, dove José Mourinho gli aveva affidato la titolarità del ruolo nella sua ultima gara prima dell’esonero. Poi a chiuderle ci ha pensato direttamente Mile Svilar, che ha dovuto attendere altre quattro giornate con DDR in panchina prima di prendersi definitivamente le chiavi della difesa romanista. E nelle ultime tre partite l’ex Benfica ha chiuso quella porta anche fuor di metafora, riuscendo a non incassare un solo gol, e permettendosi il lusso di uscire coi guanti puliti nella sfida più attesa, il derby di sabato scorso.
Giovedì tornerà nello stadio dove probabilmente avrebbe anticipato l’avvicendamento con Rui Patricio, se non ci fosse stato il cambio della guida tecnica. Ma certezze in merito non ce ne sono, visto che quel giorno Mou era squalificato e quindi non ha avuto modo di spiegare le ultime scelte in conferenza. L’unica sicurezza è che il serbo-belga ha impiegato davvero pochissimo a convincere anche De Rossi a puntare su di lui. Da neo-allenatore, all’inizio DDR ha preferito mantenere lo status quo, forse anche per non turbare ulteriormente gli equilibri di spogliatoio. Ma il “pretesto” per lo switch è arrivato con la prima sfida europea della sua gestione, quella del de Kuip col Feyenoord, nella competizione in cui Svilar è stato il portiere designato fin da inizio stagione.
Da quel 15 febbraio Mile non è più uscito - complici anche le ultime prestazioni di Rui molto al di sotto delle aspettative - e si è segnalato subito come qualcosa in più di una promessa. Prima l’ottima performance di Frosinone, dove ha salvato la Roma da un primo tempo di pura sofferenza. Poi il capolavoro nel ritorno dei play-off di Europa League, quando ha rinverdito la splendida tradizione giallorossa contro la squadra di Rotterdam, neutralizzando le velleità olandesi con due interventi super ai rigori e mettendo il timbro sulla qualificazione agli ottavi di finale di coppa. Poi tutte prove altisonanti (con un altro rigore parato a Firenze), coincise col filotto di risultati utili raccolti dai giallorossi negli ultimi turni di campionato, fino all’apice dei tre clean sheet consecutivi e del derby trionfale. Ora è di nuovo Europa, per consolidare le belle abitudini.
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