AS Roma

Pellegrini da leader: Lollo a tutto campo. Quantità e qualità prima della festa

L’ottima prestazione è certificata anche dai numeri: 3 passaggi chiave, 3 occasioni da gol e ben 7 recuperi

Lorenzo Pellegrini esulta sotto la Curva Sud al termine del derby

Lorenzo Pellegrini esulta sotto la Curva Sud al termine del derby (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
08 Aprile 2024 - 08:41

Era suo l’ultimo gol romanista in un derby, prima che l’inzuccata di Mancini rimettesse «la chiesa al centro del villaggio»: Lorenzo Pellegrini ci ha riprovato, di nuovo su calcio di punizione, tentando di replicare quella perfetta traiettoria che valse il 3-0 il 20 marzo 2022. Stavolta, purtroppo, il suo tentativo è terminato di poco fuori dallo specchio della porta biancoceleste, ma poco importa: quel che conta è che il derby sia nuovamente giallorosso, dopo un digiuno durato due anni. Del resto non serve il gol a certificare l’ottima prestazione del Capitano, sempre nel vivo del gioco, sempre pronto a dare manforte in fase difensiva, come testimoniano i 7 recuperi effettuati sabato: tra i giallorossi, soltanto Cristante e Celik, con 8 ciascuno, hanno fatto meglio.

Non solo qualità, quindi, da parte del numero 7. Perché, al netto delle straordinarie doti tecniche, Lorenzo all’occorrenza sa indossare l’elmetto per battagliare in mezzo al campo. Se la percentuale di passaggi riusciti del 71% è inferiore rispetto al solito, tutti gli altri numeri raccontano una partita di sacrificio e grande intelligenza tattica: 15 passaggi riusciti, 10 palloni giocati in avanti con successo (a dimostrazione della verticalità che Lorenzo è in grado di dare alla squadra), 3 passaggi chiave e 3 occasioni da gol. Statistiche che testimoniano come Pellegrini sappia fare entrambe le fasi: se non è un centrocampista “box to box” è soltanto perché la qualità tecnica lo porta necessariamente a guardare più avanti che indietro. Come è giusto che sia. Al Via del Mare la sua assenza - unita a quella di Dybala -  s’era sentita: la Roma aveva faticato a manovrare, sia nella prima impostazione, sia tra centrocampo e attacco.

Ma, al netto di tutte le (giuste) considerazioni tecnico-tattiche, la partita di Lorenzo è stata una partita di cuore, nella quale un figlio di Roma, capitano e bandiera come lui non poteva non splendere: nel giorno in cui è stato celebrato Agostino Di Bartolomei, al primo derby di De Rossi in panchina, lui - che segue quel solco tracciato dai suoi predecessori - è stato leader e operaio al tempo stesso. E alla fine ha potuto esultare con la sua gente lì dove tutto ciò che ha a che fare con la Roma tende a tornare per natura: la Curva Sud.

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